domenica 1 dicembre 2013

Al Palazzo delle Espozioni di Roma, fino al 14 dicembre, "Era notte a Hollywood", i capolavori del noir americano degli anni d'oro

Il noir è tornato di moda, soprattutto in libreria, perché al cinema non è mai stato dimenticato, anzi è stato rivisitato, si è evoluto, sviluppato, contaminato ed è diventato, in certi casi, horror puro. Sulla scia del successo editoriale del 'genere' - fiorito persino anche da noi attraverso le variazioni, dal giallo al thriller -, si molteplicano gli omaggi in festival, rassegne e monografiche di ogni sorta. Da poco è iniziato, al Palazzo delle Esposizioni (Sala Cinema, ingresso da via Milano 9a) di Roma, il ciclo "Era notte a Hollywood - Classici del noir americano", che offre al pubblico piccoli gioielli e capolavori degli anni d'oro del genere, e precisamente dal 1944 al 1958.
Probabilmente molti li avrete visto (soltanto) in televisione, ma raramente negli ultimi decenni perché, se fino agli anni Novanta, venivano spesso proposti nel pomeriggio o in seconda e terza serata, questo non accade più da un bel po' di tempo, a meno che non si tratti di canali monografici e/o specializzati. Comunque niente di meglio della sala per aprezzare opere a suo tempo pensate proprio per il grande schermo, da vedere nel buio dove l'unica fonte di luce è lo schermo, capace di catturarci fino a farci sentire le emozioni dei protagonisti della storia. Anche perché le proiezioni sono in pellicola 35mm, il supporto che - con l'arrivo del digitale di ultima generazione - scomparirà ufficialmente proprio il 31 dicembre 2013.
Nell'evento, promosso dal Palaxpo con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e La Farfalla sul Mirino, sono già passati lo splendido "La fiamma del peccato" di Billy Wilder (1944); "L'ultima minaccia" di Richard Brooks, con Humphrey Bogart, che unisce poliziesco e impegno, ed è quello della celeberrima battuta finale: "E' la stampa, bellezza. E tu non puoi farci niente"; l'enigmatico "Vertigine" (Laura) di Otto Preminger (1944); "L'infernale Quinlan" di Orson Welles (1958), superbo sigillo del genere in cui il grande Orson rivoluziona il linguaggio cinematografico firmando il più famoso piano-sequenza della storia del cinema. Anche "La gang" di John Cromwell (1951) con i due Robert, Mitchum e Ryan, in un noir d'atmosfera tra gangsters, giudici, politici e corruzione; il teso e potente
"Gardenia Blu" di Fritz Lang (1953); il sottovalutato (B movie) "Assassinio premeditato" di Andrew L. Stone (1953) con Joseph Cotten; lo psicologico e inquietante "Il segreto di una donna" di Otto Preminger (1949), scritto da Ben Hecht, con la 'dark lady' Gene Tierney in un ruolo inedito; "La donna del ritratto" di Fritz Lang (1944), un noir incentrato sulla colpa che il regista affronta con uno stile che Truffaut definì 'inesorabile'. Ed ecco il 1° dicembre è in programma un film premiato al Festival di Cannes: l'intenso "Odio implacabile" di Edward Dmytryk, dal romanzo del futuro regista Richard Brooks, che fonde noir e impegno sociale (il razzismo). Alla fine della Seconda guerra mondiale, tre militari in congedo si ritrovano coinvolti nell'omicidio di un soldato ebreo. Un detective indaga senza immaginare quali sia il vero movente della morte.
Martedì 3 dicembre tocca a "La fuga" di Delmer Daves con la coppia Humphrey Bogart-Lauren Bacall, al loro terzo film insieme. L'inquietante storia di un uomo costretto a cambiare 'faccia' per riuscire a provare la sua innocenza. Infatti, condannato ingiustamente per omicidio, Vincent Parry fugge di prigione deciso a trovare il vero colpevole. In suo aiuto accorrono una giovane donna e un chirurgo estetico disposto a cambiargli i connotati. Celebre per l'uso innovativo della soggettiva, da parte di un regista che negli anni Cinquanta/Sessanta si dedicherà quasi esclusivamente al western. Un altro capolavoro di Fritz Lang, e uno dei più grandi noir di sempre, "Il grande caldo" (1953) con Glenn Ford, una Gloria Grahame in stato di grazia e un Lee Marvin a inizio carriera, in programma mercoledì 4 dicembre. Il sergente Banion indaga sulla morte di un amico e scopre che era affiliato alla mala. E, quando sua moglie muore in un attentato contro di lui, lo scontro diventa feroce.
Giovedì 5 dicembre "Notte di perdizione" dell'inglese Roy Ward Baker (1952) - che firmò anche "La tua bocca brucia" con Marilyn Monroe, in versione 'femme fatale', e Robert Mitchum -, con Linda 'Ambra' Darnell. Un B-movie ancora incentrato sui dubbi rimasti sul passato recente dopo una sbornia. Uno scrittore alcolizzato, il 'giorno dopo' non ricorda quello che è successo la notte prima, però ha l'impressione di aver ucciso una donna. Ma l'accaduto si rivelerà ancora più sconvolgente. Ancora Robert Mitchum protagonista - venerdì 6 dicembre - in "L'avventuriero di Macao" del visionario regista cult Josef von Sternberg (1952), accanto alla sensuale mora Jane Russell (partner di Marilyn in "Gli uomini preferiscono le bionde"). Un feroce gangster spadroneggia a Macao e la polizia american invia un agente per fermarlo. Quando questo viene ucciso, l'avventuriero Nick ne eredita la pericolosa missione. Domenica 8 dicembre è sul grande schermo Tyrone Power in un originalissimo mix di noir e grottesco, critica sociale e fantastico: "La fiera delle illusioni" di Edmund Goulding (1947). Un imbonitore da baraccone si associa a una psicologa per sfruttare le confidenze dei pazienti e proporsi come indovino. Ma viene smascherato e finirà in disgrazia. Un celebre film del maestro del genere Robert Siodmak - 'allenatosi' durante l'espressionismo tedesco - è in programma mercoledì 11 dicembre: "Doppio gioco" (Criss Cross, 1949) con un giovane e sorprendente Burt Lancaster, accanto all'esotica Yvonne De Carlo e Dan Duryea. Per riconquistare l'ex moglie, amante di un gangster, Steve Thompson è costretto a diventare un fuorilegge a tutti i costi. Giovedì 12 dicembre, un noir realistico, pessimistico, cupo e teso firmato Henry Hathaway "Il grattacielo tragico" (1946) con Clifton Webb, Mark Stevens e un'inedita e convincente Lucille Ball, poi regina della commedia, soprattutto sul piccolo schermo (col suo "Show di Lucy"). Dopo aver scontato una pena per un crimine non commesso, un detective privato si trasferisce, ma scopre una nuova trappola ordita i suoi danni.
Un classico, oggetto di diversi remake, viene proiettato venerdì 13 dicembre: "Le catene della colpa" di Jacques Tourneur (1947), ancora con Robert Mitchum, Jane Greer e un giovanissimo Kirk Douglas. Per fuggire dal suo passato, un detective privato si ritira in provincia, finché il suo ex datore di lavoro gli propone una nuova missione. In realtà si tratta di una trappola... Un noir che esalta l'amaro fatalismo con uno stile che ha fatto epoca, non a caso è firmato dall'autore del "Bacio della pantera". Chiude, il 14 dicembre, l'unico capolavoro da regista del grande (in tutti i sensi) attore Charles Laughton "La morte corre sul fiume", una cupa fiaba in cui il solito Robert Mitchum è l'orco. Un vero cult movie, diventato riferimento per registi di ieri e di oggi, citato in ogni occasione (anche da Gabriele Salvatores in "Io non ho paura"), soprattutto nelle scene in cui 'gli animali' sono testimoni, non sempre impotenti. Un presunto predicatore, Harry Powell, seduce e uccide una vedova per impossessarsi dei suoi soldi, ma non ci ha fatto i conti con i suoi due bambini che, in fuga, sapranno vendicarsi.
Quindi, ecco una bella abbuffata di classici da non perdere, soprattutto se amate il cinema di una volta, tesoro ineusaribile del cinema di oggi e di sempre. Tutte le proiezioni sono alle 21.00 in versione originale con sottotitoli italiani e l'ingresso è libero fino ad esaurimento posti. José de Arcangelo

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