martedì 3 dicembre 2013

Incontro sul set di Cinecittà del nuovo film di Alessandro Genovesi "Soap Opera", una commedia brillante con Fabio De Luigi

Conferenza stampa e visita sul set della nuova commedia brillante di Alessandro Genovesi "Soap Opera" - a poco meno di due settimane, su 7, dalla fine delle riprese, il 13 dicembre -, con Fabio De Luigi Cristiana Capotondi Ricky Memphis, Chiara Francini, Elisa Sednaoui, Ale & Franz e con Caterina Guzzanti e con Diego Abatantuono. Ambientato in un condominio interamente ricostruito in studio - nella magica Cinecittà - senza luogo né tempo nonostante si narri una storia contemporanea, il film lo vederemo in sala nell'autunno 2014.
"Parte da una sceneggiatura come tutti i film - esordisce Genovese che l'ha ideato, scritto e ora diretto -, ho deciso di girarlo interamente a Cinecittà, in un mondo quasi inventato, come accade nelle soap opera televisive, perché si prestava. Tutto all'interno del teatro 8, dove abbiamo costruito quattro appartamenti, tutto rifatto anche all'esterno, in quella che chiamano via Broadway (dal set di 'Gangs of New York" di Martin Scorsese), quindi, non solo gli interni. La storia si svolge nei tre giorni che precedono il Capodanno, e fuori è tutto ricoperto di neve. Devo ringraziare Colorado e Medusa perché hanno creduto in un film bizzarro, tutto girato in studio, tutto è stato costruito con cura maniacale da Tonino Zera (lo scenografo), prezioso da vedere. E' una cosa che non faccio da molto tempo e così ho deciso di farne il mio terzo film per poter parlare di un cinema che non si fa più, totalmente ricostruito, quello che si vede è davvero una magia. E' un'emozione vedere per la prima volta tradotto tutto quello che hai scritto e di cui hai parlato trasformato in commedia. Un film commerciale, dal cast agli obiettivi a me consegnati e da rispettare. Penso che il cinema commerciale debba esere fatto con i soldi, e poi uscire con un prodotto che ha avuto tutta la cura estetica richiesta, non sciatto ma molto importante, ringrazio la produzione che mi ha seguito - non è stata una follia - perché siamo alla quinta settimana, e non so cosa succederà al montaggio. Siamo tutti proiettati in un mondo leggermente spostato nel tempo, ha un'aria retrò nonostante la presenza di internet, telefonini, ecc. Un mondo estetico e buffo al tempo stesso". "Ho voluto partecipare a questa nuova avventura che sembrava un progetto molto interessante - ribatte De Luigi al terzo film col regista, dopo "La peggior settimana della mia vita" e "Il peggio Natale della mia vita", e diventato il suo attore feticcio -, di dichiarata falsità, del finto che può diventare più vero del vero. Fin dal titolo i temi sono le relazioni umane e interpersonali. Una messa in scena straniante, un non luogo, dove tutto è bello. Le macchine non sono di oggi, ma nemmeno anni '50/'60. Tutte le scelte sono portatrici di un rischio, credo che - come succede a me - quando ti vengono sottoposte diverse proposte, non solo un genere o filone, ma qualcosa di più coraggioso, più bello anche, si debba accettare. Con Alessandro ci siamo sentiti anche in fase di scrittura e ci siamo scambiate un po' di idee". "E' una storia lineare ma complicata da raccontare proprio come una Soap Opera - riprende l'autore -, in una palazzina e in ogni appartamento ci sono delle persone. In uno c'è Fabio (De Luigi), single lasciato dalla fidanzata, che scopriamo è in realta incinta di un altro; arriva nella sua vita il personaggio di Memphis, Paolo, lui ha una fidanzata incinta ma non è sposato. Approda turbato, con una pistola in mano, sembra voglia ammazzarsi. Poi scopriremo che loro due da piccoli, quando facevano gli scout, si erano dati un bacio, per scoprire cosa si prova e come fare con le ragazze, poi ognuno è andato per la sua strada, ma non era stato mai un accenno di omosessualità per nessuno. Uno l'ha rimosso, l'altro, invece, è rimasto segnato, e ora che gli sta nascendo il figlio vuole chiarirsi questa cosa: è innamorato della futura moglie o del miglior amico? Nell'appartamento attiguo vive Alice/Francini, un'attrice di una soap opera di grande successo, ambientata nel 700, la sua caratteristica è quella di intrattenere rapporti sessuali solo con uomini in divisa (vigile urbano, metronotte) finché arriva il carabiniere Gaetano Cavallo/Abatantuono, e lei l'obbliga a vestirsi in alta uniforme per la sua libido, lui invece come nella soap opera. Si sono ritrovati tramite le loro manie sessuali ma poi nasce l'amore". "Al piano di sotto ci sono Gianni e Mario (Ale & Franz, assenti alla presentazione ndr.), fratelli gemelli ovviamente eterozigoti, ma un anno prima uno dei due, in seguito da un incidente, è rimasto paralizzato e finito sulla sedia a rotelle, sta aspettando i soldi dell'assicurazione. E c'è il senso di colpa di uno sull'altro; in quello di fronte ci vive Pietro, che vediamo solo all'inizio, e altri che sono un pochettino strani. Ad un certo punto sentiremo un colpo di pistola, tutti pensano sia stato Memphis invece scopriamo che è stato Pietro. Il giorno dopo, alla vigilia di Capodanno, arriva Francesca (Sednaoui) da Parigi, e Francesco/Fabio aprendo la porta resta stupito da cotanta bellezza, anche perché ha appena chiuso la storia con Anna (Capotondi), e quella dell'ex fidanzata del suicida gli sembra proprio un'apparizione. Ho voluto che in alcuni momenti, scompaia la quarta parete, e ci faccia veder quello accade contemporaneamente nei quattro appartamenti. Siamo in un mondo tutto finto e la fascinazione di vedere palazzo senza la quarta parete è vero cinema. Sono felice di girare qui, che non è solo di Roma ma italiana, credo che Cinecittà sia un patrimonio da tenersi stretti, ora stanno girando anche Verdone, Salvatores, prima c'erano Ciprì e Neri Parenti, ma l'anno scorso era tutto diverso. E' bello vederla oggi ripartire vista l'alta professionalità che offre da sempre - dai pittori agli scenografi, artigiani e tecnici. Una cosa preziosa che va alimentata portando lavoro qua dentro, una specialità che abbiamo solo noi, non tutti hanno un posto così in cui lavorare". "Per me è stato un onore far parte questo film - confessa la francese Sednaoui, già fotomodella e protagonista de "L'amore dura tre anni" -, prima produzione italiano (a parte quello indipendente 'd'autore' 'La leggenda di Kaspar Hauser" ndr.) -, aver potuto lavorare con Fabio, Diego, Ricky Cristiana e Chiara, che rispetto e ammiro, perché è un progetto speciale, un film che va a toccare un ampio pubblico, un lavoro di scrittura e tecnico eccezionali. Dicevo ieri che è stato come essere in una Disneyland per adulti. Oggi per me è l'ultimo giorno di riprese e sono un po' emozionata, oltre che felice e curiosa di vedere il film finito".
"Mi era piaciuto già come era scritto - ribatte Memphis -, poi ho fatto una chiacchierata con Alessandro e ho capito con entusiasmo il fatto di girare un film vero dove tutto è finto, ricostruito e senza borgate, da girare a Cinecittà, e dove le cose più bella sono loro (le attrici ndr.), la qualità delle immagini, i colori, proprio tutto di alto livello. I personaggi vivono in questa città potrebbe essere ovunque E nel mio personaggio ho messo in discussione 40 anni di sessualità". "Nonostante sia il terzo film di Alessandro - dice la Francini - è molto riconoscibile la sua impronta non solo lo stile. E' un mondo assolutamente riconoscibile, anche se non si capisce l'epoca, quasi un microcosmo che solo la mente perversa di Alessandro poteva immaginare. Nel film non sono solo la ragazza della porta accanto, Alice ha un lato dark che è la sua caratteristica particolare, è un'attrice con la passione degli uomini in divisa che viene placata quando riesce a trovare l'amore in Diego, il quale coltiva la stessa passione, il feticismo, e l'amore trionfa. Sono felice e onorata di aver lavorato per seconda volta con Fabio e Diego. Anch'io sono curiosa di vederlo montato perché ci saranno molte sorprese". "Oggi giriamo nel teatro 11 - riprende il regista - dove è ricostruito un commissariato polizia per una scena che abbiamo già girato, e anche il Pronto Soccorso, da ieri giriamo lì. Stiamo rifacendo l'appartamente di Pietro che diventa quello di Alice perché più grande. Mentre Fabio acccompagna Elisa a fare le pratiche sul suicidio del suo fidanzato, riconoscere il corpo e, dopo il funerale, la ospita a casa sua. Tornando dal funerale tra i due sembra nascere qualcosa, ma Cristiana/Anna mentre attraversa la strada viene travolta da Fabio e la portano al Pronto Soccorso, mentre al secondo piano c'è la nursery dove nascerà il figlio di Ricky/Paolo". "Cinecittà per tanti anni non è stata più usata - dichiara Alessandro Usai di Colorado Film -, i teatri di posa sono fuori moda vista la tendenza al cinema della realtà, ma è anche una questione di costi. Usare un appartamante, anzi una palazzina che esiste già, è meno caro che ricostruirla. Ma ultimamente sono stati fatti degli sforzi per venire incontro alle produzioni italiane e non, e i risultati si vedono. Bisogna fare un passo nella riduzione, nella flessibilità verso i produttori, produzione così da anni non si vedono. E il fatto di girare per 7 settimane in teatro non si vedeva da tempo. Io lavoro da anni e non avevo mai visto la neve finta, forse soltanto in 'Gangs of NY', ma visto che Medusa è anche socia, sta facendo degli sforzi anche per le opere prime. Al di là del costo, i vantaggi di lavorare in teatro di posa sono enormi, dal punto di vista tecnico, perché hai una quantità di soluzioni per la luce e le inquadrature sono superiori, cosa che il grande cinema americano non ha mai smesso. Quando lo si può fare, lo si fa, altrimenti hai degli impedimenti dovuto ai muri e al soffitto. In un appartamento vero da sopra non puoi fare riprese dall'alto, in teatro lo puoi fare. Il costo è di 5milioni di euro, un budget importante per cui Medusa ha fatto uno sforzo, ma non fuori norma per il cinema italiano importante".
"Dal punto di vista economico - conclude Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa - girare in un appartamento vero per 7 settimane, anzi in un intero palazzo, ha un costo diverso. La scena poter ricostruire in teatro ti dà la possibilità di aprire palazzo, cosa difficile da fare dal vero, il film risulta arricchito dal punto vista scenografico e nella struttura della storia". José de Arcangelo

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