venerdì 7 febbraio 2014

Robert Redford protagonista assoluto dell'odissea solitaria di un uomo in preda alla natura matrigna sull'oceano "All is Lost - Tutto è perduto" di J.C. Chador

Sceneggiato e diretto dall'autore di "Margin Call", J.C. Chandor, e interpretato dall'anziane Robert Redford, questo film - presentato in anteprima al Torino Film Fest - è soprattutto una sfida sia cinematografica che umana, registica e attoriale, da cui escono entrambi vincitori. Perché se non c'è altra azione che la furia dell'oceano né altra avventura che la lotta per la sopravvivenza dell'uomo, il film ha un ritmo retto benissimo da tensione e suspense, tanto che lo spettatore non ha occasione di distrarsi e resta in sospeso (per 106') come Redford in mezzo al mare infinito.
Un dramma esistenziale a bordo di uno yacht in mezzo all'oceano, un thriller sulla sopravvivenza di un uomo solo contro la natura matrigna, un dramma da 'mare' anziché da camera per un unico protagonista, un Redford settantanovenne (a sua volta attore, regista, produttore e fondatore del Sundance FilmFest) che regge ottimamente lo spettacolo, anzi quasi due ore di cinema d'autore. Durante un viaggio solitario sull'oceano indiano, un uomo di cui non sappiamo nulla né conosciamo il nome (veramente grande Redford) si sveglia di soprassalto e scopre che il suo yacht di 39 piedi sta facendo acqua dopo la collisione con un container lasciato alla deriva in mare. Con gli strumenti di navigazione e la radio fuori uso, l'uomo si dirige ignaro verso una violenta tempesta. Sebbene sia riuscito a tamponare la falla nello scafo, nonostante la sua sagacia di esperto marinaio e un forza fisica che non si addice alla sua età, l'uomo riesce a malapena a sopravvivere alla feroce tempesta.
Ormai sul gommone di salvataggio - mentre la barca affonda -, col solo uso di un sestante e di carte nautiche per seguire la sua deriva, l'uomo è costretto ad affidarsi alle correnti dell'oceano per raggiungere una rotta commerciale di navigazione nella speranza di incrociare una nave di passaggio. Ma sotto un sole cocente, gli squali che gli girano intorno e con le poche scorte rimaste, il pur sempre ingegnoso navigatore ben presto si troverà faccia a faccia con la sua mortalità... Un avvincente dramma in mare aperto a cui Chandor pensava già prima della realizzazione della sua opera prima, nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, ma ci sono voluti sei anni prima di arrivare alla definitiva idea originale di "All Is Lost". Quasi un film muto, non fosse per i rumori del mare, dato che il protagonista non ha con chi parlare e le poche parole lanciate (letteralmente) al vento sono spesso imprecazioni, pensieri ad alta voce, preghiere o richieste di aiuto (help!). "E' la storia molto semplice di un tipo avanti con gli anni - dice Chandor - che parte per un viaggio su una barca a vela per quattro o cinque mesi. Interviene il destino, la barca ha un incidente, e di fatto lo seguiamo in un viaggio di otto giorni mentre lotta per la propria sopravvivenza". Quindi, una sfida anche per lo spettatore, soprattutto per quello curioso, affamato di novità ed originalità, quello che cerca la riflessione attraverso l'immagine in movimento, vera essenza del cinema.
Del film Redford dice che è la storia di un uomo che fa "un viaggio da finimondo e riceve un finimondo di botte. Il copione mi piacque veramente perché era differente, coraggioso, eccentrico, e non c'era dialogo. Capii che J.C. sarebbe stato capace di realizzare quella visione, anche se non tutto era spiegato. Ma ero convinto che lui sapesse quello che faceva, che ce l'aveva tutto nella sua testa. Sapevo che avrei appoggiato quella visione anche non sapendo tutto, e che quella per me era interessante e valida". José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dal 6 febbraio distribuito da Universal Pictures International Italy

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