lunedì 26 gennaio 2015
Per la Giornata della Memoria nei cinema "Corri ragazzo corri" di Pepe Danquart: la Shoah vista attraverso lo sguardo di un bambino ebreo in fuga da Varsavia per sfuggire ai nazisti
In occasione della Giornata della Memoria, approda nelle sale italiane un dramma sulla Shoah, stavolta vista attraverso lo sguardo e i sentimenti di un bambino e tratto dalla storia vera di Srulik-Jurek-Yoram Fridman, raccontata nel romanzo ‘Corri ragazzo corri’ dello scrittore israeliano Uri Orlev (Salani editore), un libro per ragazzi che è diventato un bestseller in tutto il mondo, e poi il film sceneggiato da Heinrich Hadding e diretto da Pepe Danquart.
Jurek (Andrzej Tkaczz), ha quasi nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. E, costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi intorno alla capitale. Imparerà a rifugiarsi sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravvivrà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità ai contadini della zona, spesso contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per andare avanti…
E spesso gli tornano in mente le ultime parole del padre, sacrificatosi per salvarlo: “Srulik, non c'è tempo. Non devi dimenticare quello che sto per dirti. Devi restare vivo! Mi senti? Trova qualcuno che possa insegnarti come comportarti in mezzo ai cristiani, come si fanno il segno della croce e come pregano… E la cosa più importante, Srulik: dimentica il tuo nome. Cancellalo dalla tua memoria… D'ora in poi il tuo nome è Jurek Staniak. Staniak come la signora Staniak del negozio… Ma anche se dimenticherai tutto, perfino me e tua madre, non dimenticare mai che sei ebreo”. Se il regista Danquart fa appello al cinema d’avventura (sebbene dolorosa) e al romanzo di formazione, “Corri ragazzo corri” è una sorta di fiaba sulla sopravvivenza, nera quanto il nazismo dei campi di sterminio ai quali riuscirà a sfuggire, grazie alla sua forza di volontà e agli amici che incontrerà, alcuni come la donna sola – che ha marito e figli nella Resistenza – in campagna, metteranno a repentaglio la loro vita e la loro casa pur di salvarlo, altri semplicemente lo venderanno.
A qualcuno potrà sembrare l’ennesimo racconto di formazione, appunto, ma secondo noi è molto di più, perché se apparentemente ripropone la solita divisione tra buoni e cattivi, presenta alcuni casi ed episodi di cui sono protagoniste delle persone che stanno in mezzo, e la vicenda viene rappresentata come un’odissea di dickensiana memoria. Perché, purtroppo, paura e malvagità, intolleranza e violenza esistono ancora, in ogni sua forma.
Una storia straordinaria che può sembrare addirittura assurda, ma che è completamente vera. La prova è lo stesso Yoran/Jurek, oggi ottantenne, che racconta ancora la sua storia a chiunque voglia ascoltarla.
“Con il mio film – ha dichiarato a proposito del film il regista - voglio far conoscere questa storia a coloro che non l'hanno ancora sentita perché chiunque vedrà il viaggio di Jurek non potrà non emozionarsi per lui. Avranno paura, saranno pieni di ammirazione per lui, soffriranno e piangeranno con lui. Come è successo a me quando ho letto il libro la prima volta”.
Nel cast, della coproduzione tedesco-polacca, figurano anche Jeanette Hain (signora Herman), Rainer Bock (ufficiale delle SS), Itay Tiran (Mosche), Katarzyna Bargielowska (Riwa Fridman) e l’attrice polacca Grazyna Szapolowska (Ewa Staniak), protagonista di “Non desiderare la donna d’altri” di Krzsysztof Kieslowski e poi attiva anche in Italia (da “La condanna” di Marco Bellocchio e “Abissinia” di Francesco Ranieri Martinotti alla fiction “Piazza di Spagna”)
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale italiane solo il 26, 27 e 28 gennaio distribuito da Lucky Red
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