giovedì 23 aprile 2015
Una commedia romantico-filosofica tanto bella quanto disarmante "Sarà il mio tipo e altri discorsi sull'amore" di Lucas Belvaux con l'ottima coppia Emilie Dequenne-Loic Corbery
Una sorprendente commedia romantico-filosofica che, partendo dal solito incontro destinato a schermaglie amoroso-esistenziali, disarma ogni volta lo spettatore con uno sviluppo tanto imprevedibile quanto realistico.
Lui, Clément (Loic Corbery de la Comedie Française), è un intellettuale, anzi ‘un filosofo dell’Eros’, che non solo insegna al liceo ma ha anche scritto un trattato su “Dell’amore e del Caso”; lei, Jennifer (un’intensa Emilie Dequenne, la rivelazione di “Rosetta” dei fratelli Dardenne), è una bella parrucchiera single con un figlio e ha una sua filosofia: ‘un taglio di capelli può cambiarti la vita’.
I due – che non hanno niente in comune - s’incontrano per caso quando lui è costretto a trasferirsi da Parigi ad Arras, una cittadina del nord della Francia, ‘troppo’ tranquilla per lui ed è inevitabile che gli ‘opposti si attraggano’. Però lui tenta di ‘cambiare’ lei, magari invitandola a leggere Dostoevskij, mentre Jennifer non ci pensa nennemo, trascinandolo senza forzarlo in una serata karaoke che frequentata con le amiche. Clément, invece, quando incrocia qualche conoscente sembra quasi vergognarsi di lei, o quanto meno a sentirsi in imbarazzo, tanto che nemmeno la presenta.
Così pian piano la donna scoprirà che lui non ama impegnarsi perché non crede nella coppia, forse nemmeno nell’amore ma solo nell’eros perché teme la ‘dipendenza’… Finale a sorpresa da non rivelare assolutamente.
Tratto dal romanzo “Pas son genre” (anche titolo originale del film) di Philippe Vilain, “Sarà il mio tipo? – E altre discorsi sull’amore” coinvolge soprattutto perché – come dovrebbe essere sempre – Belvaux non li giudica e l’intesa amorosa non è mai solo sessuale, oltre la passione, l’erotismo ci vuole un’intesa sentimentale, anzi completa. Condividere la vita nella sua quotidianità senza sottovalutare né sopravvalutare l’altro, anche quando non si ha nulla in comune, tranne – appunto – l’amore.
“Non giudico mai un personaggio – dichiara l’autore -. Mi sforzo di entrare nella verità di ognuno. ‘Tutto il mondo ha le sue ragioni’, diceva Renoir. Ed è vero, non importa se sono buone o cattiva. Nel momento in cui inizi a giudicare i personaggi, li uccidi. Lui è un professore di filosofia. E’ un uomo emotivamente disfunzionale. Non riesce ad amare, non riesce mia a impegnarsi perché nella sua mente questo significa perdere la possibilità di rimanere aperti davanti a quello che la vita può offrirgli. E’ sincero nell’attimo presente, ma rifiuta di fare promesse per il futuro”.
Infatti, Clément può sembrare un cinico, ma il regista nega: “Mai! Anzi, lui soffre delle separazioni e sa di causare sofferenza alla donna che sta lasciando, ma emotivamente lui vive solo nel presente!”.
E se in apertura il film può ricordare quelli di Eric Rohmer, il regista evita di ‘spiegare’ le situazioni solo attraverso le parole, ovvero i dialoghi, ed esprime atteggiamenti ed episodi – in cui può identificarsi anche allo spettatore – attraverso il talento della coppia protagonista.
Nel cast anche Sandra Nkaké (Cathy), Charlotte Talpaert (Nolwenn), Anne Coesens (Hélène Anne Pasquier-Legrand), Daniela Bisconti (signora Bortolin), Didier Sandre (padre di Clément), Martine Chevallier (madre di Clément), della Comedie Françoise.
Il film nella selezione ufficiale del Toronto Film Festival, “Sarà il mio tipo?” ha vinto il Premio Magritte per la miglior attrice, il miglior adattamento e per il miglior sonoro.
José de Arcangelo
(4 stelle su 5)
Nelle sale dal 23 aprile distribuito da Satine Film
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