giovedì 18 giugno 2015

La morte corre sul web in "Unfriended" di Leo Gabriadze, il 'filmetto' campione d'incassi prodotto da Timur Bekmambetov

Uno spunto che viene da lontano, da almeno ottant’anni di cinema, per un horror che, comunque, si ispira all’attualità e si affida alle nuove tecnologie digitali e virtuali per aggiornarlo. “Unfriended - Cybernatural” di Leo (Levan) Gabriadze è, infatti, una lunga (per chi non passa almeno mezza giornata davanti al pc) seduta davanti alla chat di un gruppo di adolescenti – che hanno commesso un atto di bullismo in rete, ormai diventato luogo comune in tutto il mondo, ma dalle tragiche conseguenze – presi dal panico perché si ritrova a dover pagare a caro, letale, prezzo lo scherzo di cattivissimo gusto. Se la ragazza, vittima di terribile umiliazione cibernetica, si è suicidata anche loro verranno spinti, anzi costretti a ripetere l’ultima azione della loro vita.
Infatti, se in passato la morte ‘correva sul filo’ del telefono (per ben due volte, da “Il terrore corre sul filo” di Anatole Litvak alla ‘variazione’ “La vita corre sul filo” di Sydney Pollack), poi sul piccolo schermo (da “Poltergeist” di Tobe Hooper a “Videodrome” di David Cronenberg), qualche anno addietro sui cellulari (“Cell”), oggi tocca ovviamente alla rete, quindi stavolta la morte veramente corre sul web e lo spettatore si ritrova testimone della vicenda come se fosse davanti al computer di casa, anzi dalla soggettiva del vendicatore-assassino sovrannaturale o meno. Ma chi è oppure era? Riusciranno questi sei viziati e prepotenti ragazzi ad evitare l’efferata propria fine?
Se siete patiti del genere e, soprattutto, se vi piace stare un’ora e mezza (83’ in ‘tempo reale’) davanti al desktop di un computer, ecco fatto, il film è nient’altro che questo, solo che vediamo tutto sul grande schermo. Perché essendo un (convenzionale) film di genere, “Unfriended”, sceneggiato da Nelson Greaves, potrebbe essere fatto e visto in casa, tant’è che gli attori sono pressoché sconosciuti, gli ambienti (sfondo) le loro camere/studio, e le poche scene in esterni provengono dalla rete, quindi dai telefonini.
E, forse, navigare sul serio in rete fa più paura, perché spesso vi troverete ‘intrappolati’ fra truffatori, millantatori, hacker, pubblicità invadente, falsi amici, bulli – appunto - e addirittura serial killer. Però sicuramente piacerà agli stessi adolescenti, visto che in America il filmetto ha sbancato al botteghino, incassando trenta volte quello che è costato (1 milione di dollari che per Hollywood è niente).
Ecco gli interpreti: Shelley Hennig (Blaire Lily), Moses (Jacob) Storm (Mitch Roussel), Renée Olstead (Jess Felton), Will Peltz (Adam Sewell), Jacob Wysocki (Ken Smith), Courtney Halverson (Val Rommel), Heather Sossaman (Laura Barns) e Matthew Bohrer (Matt). Produce il kazako, trapiantato a Hollywood, Timur Bekmambetov, regista di “Wanted - Sceglie il tuo destino” con Angelina Jolie e ora alle prese sul set per il rifacimento del kolossal “Ben Hur”. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 18 giugno distribuito da Universal Intenational Pictures Italy

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