venerdì 30 agosto 2013
"In trance" di Danny Boyle, un suggestivo thriller sulle tracce del vecchio caro Alfred Hitchcock
Suggestivo thriller su atmosfere e temi hitchcockiani - già Steven Soderbergh ci ha provato con "Effetti collaterali" - qui filtrati attraverso la lente distorta di Brian De Palma anziché quella più sofisticata di Claude Chabrol. Questo è in sintesi il nuovo film del britannico Danny Boyle (da "Trainspotting" a "The Millionaire"), scritto e sceneggiato da Joe Ahearne e John Hodge. Però il gustoso gioco intellettual-psicologico della prima parte - la più coinvolgente ed efficace - si avvia pian piano verso una conclusione, sì ricca di colpi di scena, in cui l'autore si dimostra troppo preoccupato di sorprendere, depistare e/o confondere lo spettatore tra visioni virtuali e/o reali, flash di memoria e sogni/incubi ad occhi aperti.
Un gioco/esperimento autoriale (nel genere) che vagamente si riallaccia a quello del più accattivante e sorprendente "La miglior offerta" di Giuseppe Tornatore, non solo per l'ambientazione nel mondo delle aste d'arte ma soprattutto perché anche qui, della complicata vicenda, sono le chiavi l'amore e l'inganno.
Giovane assistente di una famosa casa d'aste, Simon (James McAvoy) progetta un piano e lo mette in pratica assieme ad una banda di ladri senza scrupoli, guidata dal feroce Franck (Vincent Cassel), per accaparrarsi una preziosa opera d'arte, ma dopo aver ricevuto un brutto colpo in testa si risveglia senza ricordare niente.
L'uomo, però, è l'unico a sapere dove è nascosto il prezioso bottino (un celebre dipinto) e a causa della sua amnesia la gang comincia a sospettare che stia facendo il doppio gioco, e si rivolge ad un'ambigua ipnotizzatrice/psicologa, Elizabeth (l'esotica e fascinosa Rosario Dawson), per entrare nella sua mente...
Di più è vietato, anzi proibito, svelare, altrimenti toglieremmo al pubblico il piacere della sorpresa, l'effetto dei colpi di scena e persino la possibilità di seguire le 'indagini' per conto suo. Infatti, in questo senso la pellicola funziona a meraviglia fino ad un certo punto, dopodiché perde colpi e, in un certo senso, diventa pian piano prevedibile. Convenzionale? Forse.
Comunque, lo spettacolo c'è e intorno ai protagonisti troviamo un terzetto di attori, sconosciuti a noi, ma tutti all'altezza dell'operazione: Danny Sapani (Nate), Matt Cross (Dominic) e Wahab Sheikh (Riz), ovverossia gli altri componenti della banda.
José de Arcangelo
(2 1/2 stelle su 5)
Nelle sale dal 29 agosto distribuito da 20th Century Fox Italia
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