Dal regista premio Oscar per l'animazione - per "Alla ricerca di Nemo" e, soprattutto, per il pluripremiato "Wall.E" -, Andrew Stanton, un kolossal di ultima generazione, anche in 3D ; una superproduzione di fantascienza - per conto della Disney che la distribuisce pure - , tra avventura e action movie, ispirata al romanzo "La principessa di Marte" (o "Sotto le lune di Marte") di Edgar Rice Burroughs - noto soprattutto per il celeberrimo "Tarzan delle scimmie" -, primo della serue 'ambientate' a Barsoom, ovvero Marte, appunto, pubblicato nel 1912, e quindi realizzato nel centenario del personaggio "John Carter" che gli dà il titolo.
Putroppo la pellicola delude soprattutto chi ama la 'sostanza', perché la parte più accattivante e riuscita della pellicola è quella visiva e/o riguarda i Thark, gli "uomini verdi", creature tribali e primitive - ma dotate di sentimenti vicini a quelli umani -, con quattro braccia, le zanne, e alte 'tre' metri. Quindi, i personaggi digitali modellati sulla fisionomia e sui movimenti degli attori (da Willem Dafoe a Samantha Morton) e con una vera lingua propria (creata sulla base di Burroughs dal professor Paul Frommer di "Avatar", con la dialogue coach Roisin Carty del "Signore degli anelli").
Inoltre, della storia originale del libro nella sceneggiatura, firmata dallo stesso Stanton & Mark Andrews, con Michael Chabon, resta solo una traccia - comunque, interessante - da seguire, e i personaggi non vengono granché approfonditi. Certo, la suggestione delle immagini, di quel mondo ignoto a Carter come a noi, desertico e minaccioso, c'è. Così come ci sono ottimi effetti speciali e un buon ritmo, però dall'altra parte mancano le vere emozioni e quel pizzico di suspense e di brivido che, di solito, non guasta mai. E manca soprattutto l'irresistibile e commovente ironia di "Wall.E"!
Lo stesso Edgar Rice Burroughs, diciottenne (Daryl Sabara, da "Spy Kids" a "Machete"), scopre l'avventura realmente vissuta dallo zio quando, questi, apparentemente scomparso gliela racconta tramite le sue memorie: John Carter (il prestante giovane in ascesa Taylor Kitsch, da "Snakes on a Plane" a "X-Men le origini: Wolverine" nel ruolo di Gambit), un ex capitano dell'esercito stanco e deluso dalla Guerra di Secessione, si ritrova catapultato - da un enigmatico medaglione - su Marte e ben presto viene coinvolto suo malgrado in una nuova guerra di proporzioni epiche fra gli abitanti del pianeta. In un mondo sull'orlo del collasso - in cui troviamo tra gli altri Tars Tarkas (irriconoscibile Dafoe) e l'affascinante principesa Dejas Thoris (Lynn Collins, anche lei in "Wolverine" e nel "Mercante di Venezia", oltre che nel serial horror "True Blood") degli Heliumiti (simili agli umani), Carter ritrova la sua umanità - e riscopre l'amore - quando si accorge che la sopravvivenza di Barsoom/Marte e del suo popolo è nelle sue mani. Perché ci sono anche l'arrogante e aggressivo Sab Than (Dominic West, da "Chicago" a "300"), Jeddak (re) di Zodanga, che intende distruggere Helium e regnare sull'intero pianeta; e i 'manipolatori' Thern, leggendari araldi della dea Issus che fanno di tutto per 'organizzare' la distruzione di quel mondo a noi sconosciuto, guidati da Matai Shang (l'ormai famoso e attivissimo Mark Strong, da "Nessuna verità" a "La talpa").
Un passatempo per tutti - tranne i piccolissimi - che si lascia vedere perché, come dicevamo prima, vanta una bella cornice firmata dal direttore della fotografia Dan Mindel, fedele collaboratore dei fratelli Tony e Ridley Scott, ma al lavoro anche in "Mission: impossible III" e nel prequel di "Stark Trek"; dallo scenografo Nathan Crowley (nomination all'Oscar per "The Prestige"); dalla costumista Mayes C. Rubeo (da "Nato il 4 luglio" ad "Avatar") e dal supervisore all'animazione Eamonn Butler (dalla saga di "Harry Potter" a "Prince of Persia: le sabbie del tempo").
Nel nutrito cast anche Ciaran Hinds (Tardos Mors, Jeddak di Helium e padre della principessa), visto recentemente - oltre che nel capitolo finale di Harry Potter - in "La talpa" e "The Woman in Black"; James Purefoy (Kantos Kahn), da "Il destino di un cavaliere" a "La fiera della vanità"; Polly Walker (Sarkoja), anche lei come Dafoe e Morton (Sola), irriconoscibile perché 'verde creatura'; e Bryan Cranston (colonnello Powell).
José de Arcangelo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento