giovedì 26 settembre 2013

"Lo sconosciuto del lago", un travolgente dramma noir sulla spiaggia del 'desiderio'

Reduce del solito scandalo (per due brevissime scene hard gay) e dell'ovazione della critica all'ultimo Festival di Cannes, dove ha avuto il Prix de la Mise en Scene della sezione "Un Certain Regard" e la Queer Palm 2013, approda nei cinema italiani in versione integrale "Lo sconosciuto del lago" (L'inconnu du Lac), scritto, sceneggiato e diretto da Alain Guiraudie. Il pluripremiato autore è al suo quarto lungometraggio, però in Italia è il primo a uscirne regolarmente, grazie all'attenta e coraggiosa Teodora Film. Un inquietante noir sui sentimenti, tra desiderio, amore e morte, sesso sfrenato e angosciante solitudine.
Ambientato sulla riva di un lago, d'estate punto d'incontro della comunità gay in cerca di sesso occasionale, non è - come si potrebbe pensare - un dramma sull'omosessualità ma piuttosto un thriller sui rapporti umani, e soprattutto sul 'desiderio' - la vera idea trainante del film, secondo l'autore stesso - che non sempre è sessuale, anzi è pieno zeppo di sfumature; e per ognuno di noi è, certamente, ogni volta diverso. Infatti, tra i frequentatori più assidui di quella spiaggia nudista c'è il giovane Franck (Pierre Deladonchamps), che ben presto s'innamora dell'uomo più ricercato della spiaggia, l'atletico e sexy Michel (Christophe Paou, sorta di Tom Selleck trent'anni fa), tanto misterioso quanto pericoloso, forse. Comunque il giovane, anche quando scopre che l'uomo nasconde un terribile segreto, decide di affrontare il rischio e vivere la sua passione fino in fondo e... così raggiungere il suo desiderio.
E, come il desiderio anche l'amore ha diverse sfaccettature, e tramite il personaggio del solitario Henri (Patrick D'Assumçao), fuoriescono altri argomenti e riflessioni su solitudine, amore platonico e/o amicizia, ovvero sentimenti che hanno limiti tanto indefiniti quanto valicabili - basta avere il coraggio di farlo -, per cui il desiderio si confonde spesso col sacrificio e l'abnegazione. L'opera poteva essere ambientata anche in un luogo per etero, scambisti o sadomaso, tanto che le scene considerate 'porno', dagli scandalizzati festivalieri, servono a mettere in risalto il fatto che il desiderio sessuale è qualcosa di istintivo, nasce e finisce lì, viene 'consumato', ma l'amore ha tanti colori, tanti momenti, tante variazioni e ambiguità.
Il sonoro in presa diretta e la totale assenza di musica, servono invece per contrapporre la civiltà a quella sorta di angolo primitivo, dove regnano natura e istinto, appunto. Una sorta di sensualità trasmessa anche dalla luce (del sole) e dall'assenza di luce (dopo il tramonto) e dai rumori delle foglie agitate dal vento, degli animali, dell'acqua. E, nonostante il film sia stato girato interamente girato all'aperto - come l'ormai quasi dimenticato Dogma 95 della scuola von Trier e Vinterberg -, dall'alba al tramonto, diventa claustrofobico perché non ne usciamo mai, anzi non rientriamo mai in città o nelle case, nemmeno nei locali o ristoranti. Tutto si svolge sulle rive del lago (la spiaggia) e la foresta che la precede. E ogni giorno si apre e si chiude sul 'parcheggio' delle macchine dei frequentatori. L'ottanta per cento del cast è formato da attori professionisti e sono (quasi) sempre completamente nudi, anche se il sesso è simulato, tranne nelle due scene incriminate (eiaculazione e fellatio). Oltre ai tre protagonisti, ci sono Jérome Chappatte (l'ispettore), Mathieu Vervisch (Eric), Gilbert Traina (l'uomo del martedì sera), Emmanuel Daumas (Philippe), Sébastian Badachaoui (il ragazzi di Eric), Gilles Guérin (l'etero) e François Labarthe (Pascal Ramière). José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale dal 26 settembre distribuito da Teodora Film ALTRE DICHIARAZIONI DEL REGISTA "Sarebbe esagerato dire che Georges Bataille è all'origine del film, ma la sua celebre frase 'l'erotismo è l'approvazione della vita fin dentro la morte' mi ha fatto un'enorme impressione. L'avevo dimenticata, ma proprio durante la pre-produzione de 'Lo scononosciuto' mi è capitato di parlarne e ho capito che era rimasta a lungo nascosta nella mia testa. Ho anche realizzato che altri aspetti della filosofia di Bataille coincidono con i miei interessi, soprattutto il suo modo di legare i temi dell'erotismo, della politica e dell'economia, intesa nel senso più ampio e vitale del termine".
"La sessualità espressa nel film, attraverso il personaggio di Franck, ha una spontaneità quasi infantile, libera da tutte le pressioni sociali, dal matrimonio, dalla procreazione. In realtà non è sempre così, nel mondo gay come in quello etero. Dopo la liberazione sessuale degli anni '70, ci sentiamo quasi obbligati alla pratica del sesso. Riguardo alla comunità gay, dagli slogan ironici e libertari di una volta siamo passati a dimostrare per il diritto al matrimonio. Qualcosa si è perso per strada. I posti per incontrarsi in libertà come la riva del lago nel film sono sempre meno e vengono sostituiti da sex club con ingresso a pagamento. Gli interessi economici hanno avuto il sopravvento sull'amore libero e la società dei consumi include il sesso stesso come oggetto di consumo. Tutto ciù è alienante. Ho creato il personaggio di Michel pensando proprio a questi cambiamenti sociali. Michel è un cercatore di piacere, un consumatore di sesso con un fisico da surfista. E' forte, sicuro di sé, emotivamente freddo e una volta che si è divertito con qualcuno se ne libera".

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