martedì 13 agosto 2013
"Open Grave" di Gonzalo Lopez-Gallego, un avvincente e inquietante mix di fantascienza, thriller e horror con Sharlto Copley
Un inquietante e coinvolgente fantathriller-horror per il Ferragosto italiano - infatti il film esce in prima mondiale da noi, addirittura prima degli Stati Uniti dove è stato prodotto e della Spagna patria del regista -, ovvero il nuovo film di Gonzalo Lopez Gallego (da "Il re della montagna" ad "Apollo 18"), ovvero un riuscito mix di fantascienza, thriller e horror di ultima generazione dove l'autore mette a frutto tutta la sua esperienza cinefila, omaggiando, citando e ricordando altri film del genere, classici e non, senza mai scopiazzarli, ma svilupando e rielaborando spunti e idee, magari vecchie, ma da un punto di vista inedito.
La bell'idea che regge il film è che tanto i protagonisti quanto gli spettatori non conoscono il passato, ovvero cosa ha portato l'umanità sull'orlo dell'abisso. Più che la suspense è l'ansia a dominare loro (e in noi), quella di non sapere cosa è successo, chi è o chi sono i colpevoli, se ci sono, e, ovviamente, la mancanza di fiducia e il sospetto degli uni sugli altri.
E proprio su questa 'mancanza di memoria' si evolve "Open Grave", partendo dal 'risveglio' di un uomo senza alcun ricordo (il Sharlto Copley di "District 9", "A-Team" ed "Elysium") in una fossa comune, il quale con l'aiuto inatteso di un'enigmatica ragazza cinese riesce a uscirne, però la donna poi scompare nella foresta senza lasciar traccia. Incaminatosi sotto la pioggia nella natura (apparentemente) incontaminata, John - anche se lui non ricorda nemmeno il suo nome - raggiunge un'isolata villa nel bosco dove incontra altri sopravvissuti, come lui ignari del passato recente e/o remoto.
Alla ricerca della verità questi quattro uomini e due donne si lanciano in una disperata esplorazione della zona circostante facendo orribili incontri, anche mortali, oltre ad essere vittime di continui incubi/flash-back che pian piano faranno venire ricostruire, come in un puzzle, l'origine della tragedia. Soprattutto perché l'unica che sembra conoscere la causa e gli effetti è la giovane cinese che, oltre ad essere muta, riesce a comunicare solo scrivendo messaggi in cinese. E questo è un gustoso particolare che aumenta la tensione, l'inquietudine e il sospetto reciproco nel gruppo degli ignari superstiti affetti di annesia.
Di più non possiamo, anzi non dobbiamo, svelare per lasciare allo spettatore il piacere (e/o il brivido) della sorpresa e l'effetto dei colpi di scena, sostenuti anche da un buon cast capeggiato da Copley, ma che conta anche sul tedesco Thomas Kretschman (da "Il pianista" di Roman Polanski al "Dracula" di Dario Argento), nella parte di Lukas; i britannisi, anzi entrambi gallesi, Erin Richards (conosciuta per il televisivo "Breaking In") che è Sharon; e Joseph Morgan (da "Alexander" a "Immortals", e soprattutto alla saga televisiva "Vampire Diaries"), nel ruolo di Nathan; la honkonghese Josie Ho (da "Chinese Box" a "Contagion"); Max Wrottesley ("Hugo Cabret"), nella parte di Michael, e un cameo dell'esperto di effetti visivi M. Frakes (autista dell'esercito).
Un ritmo efficace e un'atmosfera iperrealistica danno alla pellicola la giusta chiave di lettura, evitando la noia, i tempi morti e le solite incongruenze del genere, anche quando il finale possa sembrare didascalico. Però il mix di fantascienza da giorno dopo (ambientazione volutamente atemporale e luogo indefinito), thriller e horror funziona a meraviglia, riportandoci in mente l'horror ecologico anni Settanta oppure il thriller 'mentale', tipo "Memento", per non parlare del filone dei zombi. Comunque, molto meglio dei prodotti del genere visti nell'ultimo anno, persino del sopravvalutato "World War Z".
Sceneggiato da Eddie e Chris Borey e girato interamente in Ungheria, dove la foresta vera fa da meraviglioso contrasto alla terribile vicenda, "Open Grave" è stato prodotto dall'americana Atlas Indipendent.
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 14 agosto distribuito da Eagle Pictures
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento