venerdì 17 giugno 2016

"Ma Ma", scritto e diretto da Julio Medem su misura per un'intensa Penélope Cruz

Un argomento importante, anzi toccante, al centro di “Ma Ma – Tutto andrà bene”, scritto e diretto dallo spagnolo Julio Medem, con una sempre intensa Penélope Cruz. Purtroppo, il tutto viene
affrontato con lo stile del più classico melodramma, da sembrare più mirato alla lacrima facile che alla vera commozione. Presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival e sostenuto dalla Fice, il film narra una storia sulla vita e la morte, l’amore, la malattia e la maternità. Magda (Cruz) è una giovane madre
coraggiosa e risoluta che, dopo essere stata abbandonata dal marito, si trova ad affrontare una delle sfide più difficili quando gli viene diagnosticato un tumore al seno. Nonostante la sfortuna – rischia di perdere anche il lavoro -, il cancro si rivela curabile dopo l’asportazione di un seno e la donna trova il sostegno di Arturo (Luis Tosar), talent-scout del
Real Madrid, conosciuto per caso grazie alla passione per il calcio del figlio. Il legame pian piano diventa sempre più forte e, proprio quando la salute di lei sembra peggiorare irrimediabilmente, si accende una luce di speranza per la coppia: la meravigliosa occasione di una nuova maternità. Ambientato durante la crisi economica e nell’anno in cui la Spagna è Campione d’Europa, “Ma Ma” però non evita la convenzionalità, i luoghi comuni (il ginecologo diventa più di un amico, anzi un
fratello, e si rivela cantante appassionato) e l’accumulo di ‘sfortune’ (anche Arturo ha perso moglie e figlia in un incidente stradale) sono più vicini alle telenovelas che al mélo d’autore. E, nonostante, la ricercata resa visiva del già apprezzato Medem (da “Gli amanti del circolo polare” a “Lucia y el sexo”). Peccato perché autore e attrice volevano lavorare insieme da tempo, tanto che lui ha scritto la sceneggiatura su misura per lei. Infatti, la prima parte, quella descrittiva, ha il grande merito
di presentare il lato femminile, tra sesso e malattia, dal punto di vista della protagonista in modo sorprendente. Il tutto però viene banalizzato da una seconda parte sopra le righe, in cui la pellicola perde equilibrio e credibilità. Ma è lo stesso Medem a dirci che è “una storia divisa in due parti distinte. Il primo ‘ma’ fa riferimento alla fase di superamento della malattia – simbolizzato dai granchi che, nonostante la tragedia, strisciano sulla sabbia portandosi dietro il loro bagaglio di paura, ma certi di poter
tornare nel porto sicuro che per loro rappresenta il mare. Il secondo ‘ma’ fa riferimento a una tragedia inarrestabile – simbolizzata dai granchi che non smettono di muoversi nonostante la piccola Natasha, con le sue manine bianche, li afferri e li scagli in acqua con la forza. La realtà spesso è differente da come noi la desideriamo, ma il gesto in sé ha un significato profondo, simbolizza la promessa di una vita che prosegue ed è rappresentata da Natasha stessa – il dono prezioso lasciato da Magda prima di andarsene”.
Nel cast anche Asier Etxeandia (Juliàn), Teo Planell (Dani), Alex Brendemuhl (Raùl) e Silvia Abascal (infermiera). Le musiche sono del tre volte candidato agli Oscar (da “Parla con lei” a “La talpa”) Alberto Iglesias ed Eduardo Cruz, e ripropone alcune temi melodici (eseguiti dal ‘ginecologo’), vecchi e nuovi, alcuni resi famosi da Raphael. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 16 giugno distribuito da I Wonder Pictures – UnipolBiografilm Collection

Nessun commento: