mercoledì 8 marzo 2017

Dal best seller di M.L. Stedman, un lungo melodramma su amore, sacrificio e maternità firmato Derek Cianfrance: "La luce sugli oceani"

Dal best seller della scrittrice australiana M.L. Stedman, arriva il film omonimo di Derek Cianfrance (da “Blue Valentine” a “Come un tuono”, entrambi con Ryan Gosling) “La luce sugli oceani”. E non poteva che
essere un melodramma vecchio stile – anche esso in concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia -, non solo perché ambientato su una sperduta isola, Janus Rock (da Giano il dio romano bifronte degli inizi), tra l’Australia e la Nuova Zelanda. E l’isolato set non è stato solo quello della nascita di
un amore nella finzione ma anche nella vita per i protagonisti, gli apprezzati e premiati Michael Fassbender (due nomination) e Alicia Vikander (premio Oscar per “The Danish Girl”). Non solo una storia d’amore, quindi, ma un dramma su sacrificio e perdono, complesso del sopravvissuto e autopunizione, senso di colpa e amore anche materno, destino e dilemma morale. Sopravvissuto agli orrori della Grande guerra, appunto, Tom Sherbourne (un Fassbender sottotono) accetta di fare il guardiano del faro sulla disabitata isola, circondata dalla vastità degli oceani – Indiano e Australe -, ma appena
arrivato al porto, nella cittadina di Partageuse, incontra la giovane intraprendente Isabel Graysmark (Vikander) che gli fa cambiare idea sul restare solo, lontano da tutti e da tutto. Nonostante gli ostacoli, i due s’innamorano e si sposano presto sperando di mettere su famiglia. Ma, dopo due tentativi falliti per avere un figlio, trovano una neonata, accanto a un uomo morto, probabilmente il padre, in una barca alla deriva e decidono, contro ogni regola e legge, di tenerla e allevarla in segreto come fosse loro. Ben presto quella bimba vivace e sempre bisognosa d’attenzione diventa la luce della loro vita, finché
scoprono che la vera madre della piccola, Hannah Roennfeldt (il premio Oscar, per “The Constant Gardener”, Rachel Weisz), da anni cerca disperatamente lei e il marito senza riuscire a darsi pace. Tormentata dal dilemma se svelare il segreto, perdendo così l’adorata figlia che ormai sente sua, la coppia comincia a sgretolarsi. Chi ama il mélo sentimental-popolare – in questo caso sorta di favola cupa -, non privo di scene ‘madri’ (soprattutto verso il finale) non verrà deluso, anche perché Cianfrance non era del tutto estraneo al
genere, ma nei suoi drammi contemporanei era di consueto più sobrio e misurato. Infatti, stavolta adattando lui stesso il romanzo della Stedman, forse, calca un po’ teroppo la mano, sedotto anche lui dai paesaggi originali, maestosi e al tempo stesso tempestosi, anzi tormentati come il protagonista che cerca la redenzione attraverso una condanna che non merita. L’autore, infatti, ricorda di aver pianto apertamente in metropolitana durante la lettura del libro, tanto da affermare: “Negli anni successivi ho visto altre persone che piangevano durante la lettura del romanzo,
in un bar, nei parchi e in metro e questo rafforza in me l’idea di quanto questa sia una storia profondamente umana e universale. Penso che le persone ne siano attratte perché è così onesto sul dolore dell’amore e sull’amore perduto, ma anche perché poi diventa una bella storia di redenzione e di guarigione”. Nel nutrito cast internazionale (il film dura ben 132’) anche Jack Thompson (Ralph Addicott), Bryan Brown (Septimus Potts), dal celeberrimo serial “Uccelli di rovo” a “FX Effetto mortale” e “Australia”; Jane Menelaus (Violet Graysmark), Garry McDonald (Bill Graysmark), Florence Clery (Lucy/Grace bambina), Thomas
Unger (Bluey Smart), Emily Barclay (Gwen Roenfeldt), Caren Pistorius (Lucy/Grace adulta), Anthony Hayes (Vernon Knuckey), Benedict Hardie (Harry Garstone) e Leon Ford (Frank Roennfeldt, il marito nei flashback). La fotografia di Adam Arkapaw ricrea le suggestive atmosfere dei luoghi, a volte con l’effetto cartolina, mentre sono adatte le musiche del premio Oscar Alexandre Desplat, sette nomination e un Oscar vinto per “The Grand Budapest Hotel”. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale dall’8 marzo distribuito da Eagle Pictures

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