venerdì 17 marzo 2017

Dany Boon è "Un tirchio quasi perfetto" secondo il regista Fred Cavayé, e diventa di nuovo campione d'incassi, fra ossessione e sofferenza

E’ stato Molière a rappresentare il primo personaggio ‘avaro’ nella storia del teatro, ma il cinema francese non l’ha spesso rivisitato, solo nell’80 – non a caso – il mitico Louis De Funès l’aveva portato sullo
schermo con la complicità del regista Jean Girault, e nel ’90 da noi niente meno che da Alberto Sordi, diretto da Tonino Cervi. Ora Fred Cavayé – noto per i suoi ‘polar’ - lo ripresenta in chiave contemporanea, adattando una sceneggiatura di Laurent Turner e Nicolàs Cuche che alla prima lettura non convinceva del tutto Dany Boon, l’attore diventato famoso con “Giù al Nord” - a sua volta riadattato in Italia in “Benvenuti al Sud” -, passando alla commedia con “Un tirchio quasi perfetto” (Radin!).
Una piacevole commedia su misura per l’attore che offre al regista di cimentarsi nel genere mettendo a nudo un personaggio che abbiamo tutti, prima o poi, incontrato nella vita ma che stentiamo a credere faccia sul serio, tanto che nel film combina una serie di equivoci a catena, in cui finirà lui stesso imbrigliato. Perché spesso, questi incredibili personaggi, sono quelli che magari hanno meno bisogno di farlo e così facendo rinunciano ai piaceri della vita e soprattutto ai sentimenti e ai rapporti con gli altri, finendo per morire da soli in un mare di soldi.
Opposto allo spendaccione, il violinista François Gautier (un Dany Boon tanto misurato quanto efficace) è veramente un tirchio. Risparmiare oltremisura gli dà gioia, la prospettiva di dover pagare lo fa tremare. La sua esistenza è scandita in funzione di un unico obiettivo: non mettere mai mano al portafoglio (al supermercato fa storie per centesimi, non accende le luci sfruttando quella dei lampioni). Nonostante ciò, la sua vita viene letteralmente stravolta nel giro di un giorno: si innamora di Valérie (Laurence Arné), una
nuova collega dell’orchestra, e scopre di avere una figlia, Laura (Noémie Schmidt) di cui ignorava l’esistenza. Costretto a mentire (ma l’ha fatto anche la sua ex fidanzata alla figlia) per riuscire ad occultare il suo terribile difetto, per François cominciano i guai. Poiché a volte mentire può ‘costare caro, molto caro’… Se c’era il rischio di cadere nella farsa o nella macchietta, autore e protagonista lo evitano intelligentemente presentandoci un personaggio estremo ma, comunque, credibile perché la sua è un’ossessione
che lo porta a inimicarsi tutti – inclusi i vicini -, tranne un generoso impiegato di banca che diventa una sorta di psicologo per aiutarlo a ‘sopravvivere’ alla sua mania. Inoltre, naturalmente, saranno i sentimenti mai provati – sempre per risparmiare – a costringerlo a cambiare, o quanto meno ad assomigliare a quello che la figlia crede di aver ritrovato, un padre normale e generoso. Dice Cavayé: “E’ vero che, sul piano formale, i miei tre primi film (‘Anything for Her’, ‘Point Blank’ e ‘Mea culpa’ ndr.) sono molto diversi rispetto a ‘Un tirchio quasi perfetto’, ma non mi sono mai posto dei
veti nei confronti della commedia. Anzi, è stato persino entusiasmante per me lanciarmi in un genere inedito. Stavo soltanto aspettando un buon soggetto e quando Eric Jehelmann, il mio produttore di ‘Anything for Her’, è venuto a parlarmi di questo progetto, non del tutto convinto che potesse interessarmi, mi sono detto che quella era ‘La’ storia giusta. Per quanto ne so io, è un tema che non era mai stato affrontato fino in fondo nel cinema, ad eccezione probabilmente di ‘L’avare’ de Louis de Funès, tratto da Molière, il che in termini di riferimento non è niente male!”.
Infatti, ne aveva firmato un episodio nella commedia “Gli infedeli”, ma con questo “Radin!” si conferma un regista eclettico che non può essere etichettato in un unico genere, come qualcuno vuole definendolo ‘un regista da thriller’. E Dany Boon è di nuovo campione d’incassi in Francia. Nel cast anche Patrick Ridremont (Cédric), Christophe Canard (Gilles), Christophe Favre (Demeester) e Karina Marimon (Carole). José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 16 marzo distribuito da Bim Film

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