sabato 25 marzo 2017

4 ragazzi tedeschi e una ragazza spagnola in giro per le strade di Berlino, di notte e in piano sequenza, per "Victoria" di Sebastian Schipper

Una vera sorpresa il lungometraggio “Victoria” del tedesco Sebastian Schipper, e sceneggiato con Olivia Neergaard-Holm ed Eike Frederik Schulz, perché sperimenta tecniche del passato – girato tutto in piano sequenza, apparentemente senza tagli e, quindi, in tempo reale – sfruttando le nuove tecnologie che permettono di riprendere con telecamere leggere, quindi a mano, e meno costose e più veloci delle
ingombranti macchine da presa e della pellicola (che andava poi ‘sviluppata’). Solo che a questo punto il film, ovviamente indipendente e low budget, è in mano all’operatore (il merito all’acrobata della telecamera Sturla Brandth Grøvlen, premiato alla Berlinale 2015) e agli interpreti che non possono, anzi non devono ‘sbagliare’ ma, nel caso, improvvisare seguendo le indicazioni del regista.
Una tecnica che aveva sperimentato persino Alfred Hitchcock (in “Nodo alla gola”) ma era stato costretto a tagli, comunque impercettibili, ogni volta che finiva il rullo di pellicola, poi negli anni ’60-’70 avevano provato i registi della Nouvelle Vague, soprattutto Jacques Rivette, e infine il cileno trapiantato in Francia Raul Ruiz. Il piano sequenza veniva usato dagli autori, ma proprio per ‘una’ lunga sequenza di qualche minuto, tanto che resta famosa quella di Antonioni nel finale di “Professione reporter”.
Qui, invece questi quattro ragazzi e una ragazza (gli attori sono costretti a ‘vivere’ i loro personaggi perché non c’è possibilità di ripetere la scena) vagano per la metropoli l’intera notte, fra incontri e bisticci, giochi goliardici e pericolosi, finché tura vira all’action thriller. Un pezzo di vita lungo 138’ minuti (girato dalle 4.30 alle 6.54 del mattino) ‘on the road’ verso un finale mozzafiato, fra tensione e suspense, amore e paura, voglia di vivere e morte inattesa.
A Berlino, Victoria (Laia Costa), una ragazza di Madrid – fa la cameriera in un bar -, uscendo da un locale notturno incontra quattro ragazzi tedeschi. Sonne (Frederik Lau) e i suoi amici sono dei berlinesi veri che le promettono di farla divertire e di mostrarle la parte più autentica della città. Ma in realtà i ragazzi sono nei guai, ma non lo sanno o non ne vogliono sapere: quella sera devono restituire a qualcuno un pericoloso favore. Quando i tentativi di seduzione di Victoria nei confronti di Sonne diventano qualcosa di più concreto, lui la convince a unirsi a loro nella missione, per sostituire il quarto, ubriaco perso. Progressivamente,
quella che era iniziata come una serata allegra e spensierata va fuori controllo. Quando l'alba si avvicina, Victoria e Sonne si rendono conto che devono tentare il tutto per tutto e si abbandonano a una corsa da infarto nel fondo della notte. Vincitore di sei premi Lola (l’Oscar tedesco) per il Miglior film, per il Miglior regista, per la Miglior attrice protagonista e il Miglior attore protagonista, per la Miglior fotografia e per la Miglior colonna sonora (Nils Frahm), e anche di un Gaudì Award spagnolo, sempre per la Costa, e altri 10 premi
internazionali e 19 nomination, “Victoria” coinvolge e trascina, tanto che le oltre due ore e e mezza di girato non si sentono, per lo spettatore come la protagonista intraprende il viaggio prima fra curiosità e divertimento, poi fra tensione e angoscia. A voi scoprire come andrà a finire. Nel cast Franz Rogowski (Boxer), Burak Yigit (Blinker), Max Mauff (Fuss), André Hennicke (Andi), Hans-Ulrich Laux (taxista). José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 23 marzo distribuito da Movies Inspired

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