venerdì 26 ottobre 2012

"Amour" oltre la morte, nel bel film di Haneke con la mitica coppia Trintignant-Riva

Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes arriva nei cinema italiani lo struggente ed
emozionante "Amour", sceneggiato e diretto dall'austriaco Michael Haneke (che aveva avuto il riconoscimento anche per il precedente "Il nastro bianco"), interpretato da due miti del cinema francese quali Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva, rivelazione cinquantatre anni fa di "Hiroshima Mon Amour" di Alain Resnais; con la partecipazione di una 'figlia' del calibro di Isabelle Huppert. Un dramma sobrio, scarno e, se vogliamo, raggelante in cui Haneke, forse, è impietoso, anzi spietato, verso lo spettatore, andando (quasi) sempre oltre misura nelle scene
più dolorose e/o angoscianti, tanto da spingerci a dire basta, soprattutto quando vi si ferma trenta secondi di più. Ma chi conosce l'autore di "Funny Games" e "La pianista", sa quanto riesca ad essere 'crudele' in questo senso. Comunque, il suo film è senz'altro un ottimo dramma da camera e, al tempo stesso, monumento per due ineguagliabili attori del grande schermo, che si trasforma anche in una lezione di grande cinema in quanto ad impostazione formale e narrativa, stile e riflessione.
Per nulla claustrofobica, nonostante sia tutta ambientata all'interno della casa dell'anziana coppia, e nemmeno funerea, la pellicola racconta una coinvolgente e bellissima storia d'amore rivissuta fino alla fine dai due protagonisti, tra passato e presente, gioie e dolori. Quindi un toccante dramma esistenziale sulle note di Schubert, Beethoven e Bach, colonna sonora anche della vita dei due protagonisti. Georges e Anne, due anziani professori di musica ormai in pensione, vivono in un grande appartamento in un palazzo signorile di Parigi, mentre la figlia Eva, anche lei musicista, vive all'estero, tra una tournée e l'altra, con la propria famiglia. Un giorno Anne è vittima di un 'incidente' e l'amore che unisce la coppia è messo a dura prova dalla malattia incurabile, fino alle conseguenze più estreme.
In piccoli ruoli, poco più che apparizioni, Alexandre Tharaud (Alexandre), William Shimell (Geoff), Ramon Aguirre (marito della portiera), Rita Blanco (portiera), Carole Franck e Dinara Droukarova (infermiere), Laurent Capelluto e Jean-Michel Monroc (poliziotti), Suzanne Schmidt (vicina), Damien Jouillerot e Walid Afkir (paramedici). La fotografia è dell'apprezzato Darius Khondji, il montaggio di Monika Willi e Nadine Muse, le scenografie di Jean-Vincent Puzos e i costumi di Catherine Leterrier. José de Arcangelo 4 stelle su 5 Nelle sale da 25 ottobre distribuito da Teodora / Spazio Cinema

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