giovedì 30 maggio 2013

"Tutti pazzi per Rose" ovvero la deliziosa commedia brillante "Populaire" presentata in anteprima al Festival di Roma

Presentata in anteprima italiana al Festival Internazionale del Film di Roma, è approdata in sala la 'deliziosa commedia anni Cinquanta', opera prima di Régis Roinsard, "Tutti pazzi per Rose", deviante titolo italiano del semplice "Populaire", marchio della macchina da scrivere, ovviamente di tipo meccanico, che è 'l'arma' con cui la protagonista conquista la sua indipendenza e il mondo.
Un'ottima ricostruzione della fine degli anni Cinquanta - curata nei minimi particolari tanto da sembrare girata allora - che prende ispirazione dallle atmosfere e nei colori del cinema hollywoodiano di quegli anni, da Billy Wilder ad Howard Hawks, maestri che a loro volta avevano come riferimento il grande Ernst Lubitsch. E tenendo d'occhio le 'rivisitazioni' degli autori della 'nouvelle vague', da Godard a Truffaut. Una commedia brillante e sentimentale, elegante e celebrativa (di un cinema che non si fa più che però conquista ancora), che una volta sarebbe stata interpretata da indimenticabili coppie come Cary Grant-Katharine Hepburn, da Doris Day-Rock Hudson a Rex Harrison-Audrey Hepburn (in "My Fair Lady") che facevano della semplicità (non superficialità) capolavori del genere.
La ventunenne Rose Pamphyle (la rivelazione Déborah François) sogna di fuggire dal piccolo paese di provincia della Normandia, dove è destinata a sposare il figlio del farmacista, per diventare una segretaria perfetta e una donna moderna e indipendente. Una volta a Parigi e al primo colloquio, Rose si dimostra tanto timida quanto insicura però riesce a tirar fuori il suo asso nella manica: la velocità con cui scrive sulla tastiera. Questo suo talento nascosto conquista il proprietario dell'ufficio, Louis Echard (l'eclettico Romain Duris), ex sportivo, reduce di un amore infranto e della Seconda guerra mondiale. L'uomo è così convinto della capacità della giovane da scommettere col suo miglior amico su riuscire a far di Rose la regina delle dattilografe a livello francese anzi... mondiale. Da quel momento le strade e le esistenze di entrambi prenderanno una svolta inaspettata e imprevedibile, passando dai bisticci alla complicità, dall'odio all'amore, dalla tenacia all'altruismo.
Il tutto sostenuto, oltre che da una perfetta sceneggiatura - 'cronometrata' come le dattilografe - del regista con Daniel Presley e Romain Comping, da un'inimitabile coppia protagonista, assecondata da ottimi comprimari quali Bérénice Bejo (non dimenticata protagonista di "The Artist"), Shaun Benson, Mélanie Bernier, Nicolas Bedos, e i redivivi Miou-Miou ed Eddy Mitchell. José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dal 30 maggio distribuito da Bim

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