giovedì 29 agosto 2013

Una grandiosa ricostruzione storica e un ottimo cast per un "Royal Affair" di Nikolaj Arcel

Orso d'argento alla Berlinale per la miglior sceneggiatura (del regista e Rasmus Heisterberg, già insieme per "Uomini che odiano le donne") e il miglior attore (Mikkel Boe Folsgaard) e candidato all'Oscar per il miglior film straniero, arriva
ora nelle sale italiane - dopo l'anteprima al Festival del cinema nordico a Roma - il dramma storico epico di Nikolaj Arcel, prodotto dalla Zentropa Entertainments di Lars von Trier. Rivive così una pagina della storia danese in cui s'intrecciano la realazione amorosa e intellettuale - ovviamente allora considerata scandalosa -, tra la regina Caroline Mathilda e il medico del re, l'influente consigliere Struensee che cambiò persino il destino dell'intera nazione.
Un'ottima ricostruzione storica e un cast eccellente per una 'grandiosa' opera dove lo sfondo è tanto importante quanto la vicenda dei protagonisti e forse perciò il film, sobrio e coinvolgente nella prima parte, diventa nell'ultima parte più freddo, distaccato quasi, e didascalico - a tratti convenzionale - per riuscire a mantenere desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine. La storia è vera e avvincente e, comunque, lo spettacolo c'è, ed è di altissimo livello, l'ambientazione settecentesca più realistica e credibile, un fatto diventato regola, soprattutto dopo il "Barry Lyndon" di Stanley Kubrick, volente o nolente riferimento diretto dell'autore e di ogni regista che affronti episodi storici. Però questo film ci ha riportato in mente un altro dramma storico ambientato nella Scandinavia, l'ormai dimenticato "Elvira Madigan" di Bo Widerberg (1967), al cui confronto "Royal Affair" perde intensità e la capacità di provocare forti emozioni.
Danimarca 1770: il paese è guidato dal re ventunenne Christian VII (Boe Folsgaard), che preferisce i suoi passatempi alla gestione del potere, lasciandolo nelle mani dei suoi consiglieri conservatori e corrotti. Sposato con la cugina britannica Caroline Mathilda (la bella e brava Alicia Vikander), il giovane regnante trascura moglie ed erede, per la compagnia di donne dissolute. I ministri, preoccupati per le folli e irresponsabili scelte del re, si rivolgono a un medico tedesco, Johann Friedrich Struensee (il sempre sorprendente Mads Mikikelsen), uomo lucido, colto e progressista.
I buoni rapporti col sovrano faranno guadagnare a Struensee la posizione di fedele ministro, ma lo avvicineranno troppo alla regina Caroline Mathilda e lo spingeranno a condurre una politica liberale e umanista ispirata alle idee illuministe. Però proprio la sua politica riformista e la familiarità esibita con la regina non saranno ben viste né dalla matrigna del sovrano né dagli altri consiglieri, persino da quelli stessi che l'avevano raccomandato, i quali trameranno insieme per porre fine alla sua esistenza, per poi esiliare la regina.
"Sono sempre stato affascinato, nonostante la mia età - confessa il regista che ne ha compiuto 41-, dai grandi lungometraggi epici hollywoodiani anni '40 e '50, da film come 'Via col vento'. Ho sempre desiderato poter realizzare questo genere di film. Dopo il mio secondo lungometraggio ('L'ile aux Sorciers' ndr.), cercavo un tema che potesse avere una dimensione epica. Questa storia si è imposta naturalmente. In Danimarca, la storia di 'Royal Affair' è molto popolare". E pensiamo che lo sia anche la pellicola, ispirata al libro di Bodil Steensen-Leth, sceneggiata e diretta da Nikolaj Arcel perché incrocia pubblico e privato, sociale e politico, amore e potere. Temi da sempre trascinanti e che, in un modo o nell'altro, ci spingono alla riflessione persino allo 'studio', diventati ormai monopolio di fiction e miniseries televisive.
Arcel ha dichiarato: "La difficoltà di questo soggetto (di Anders Huulgaard), è che si tratta non solo di una grande storia d'amore ma anche di un thriller politico, bisognava quindi mescolare i due generi senza che il film diventasse confuso. Abbiamo lavorato sulla sceneggiatura per otto mesi per riuscire a miscelare passione e potere". E proprio in questo non hanno trovato il giusto equilibrio.
Nel bel cast anche Trine Dyrholm (Juliane Marie), protagonista di "In un mondo migliore" e "Love is All You Need" di Susanne Bier; David Dencik (Guldber), visto in "La talpa"; Thomas Gabrielsson (Rantzau), Cyron Melville (Brandt), Bent Mejding (Bernstorff) e Harriet Walter (Augusta, principessa di Galles). José de Arcangelo (2 1/2 stelle su 5) Nelle sale dal 29 agosto disstribuito da Archibald 2

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