giovedì 7 novembre 2013

Il rifacimento di una commedia francese - a sua volta - ispirata ai classici: arriva "Stai lontana da me" con la coppia Brignano-Angiolini

Il tema della sfortuna in amore, anzi di quello che porta sfortuna alle donne di cui è attratto non è nuovo nel cinema, illustre precedente su tutti è il capolavoro di Luis Bunuel "Ensayo para un crimen" (Estasi di un delitto), ma senza scomodare il maestro basti ricordare la commedia francese "La capra" di Francis Bever con la coppia Depardieu-Richard (erano entrambi jellati), e infatti, "Stai lontana da me" di Alessio Maria Federici con Enrico Brignano e Ambra Angiolini è il rifacimento, adattato e corretto, di un'altra commedia francese "Per sfortuna che ci sei" (La chance de ma vie) di Nicolas Cuche, e arriva nelle sale italiane in più di 300 copie, che però potrebbero arrivare a 500, dal 14 novembre.
Jacopo è il miglior consulente matrimoniale su piazza: dategli una coppia ormai alla deriva e lui in men che non si dica ne farà un esempio di vita coniugale da seguire. Purtroppo l'unico caso che non riesce a risolvere è proprio il suo: da sempre infatti porta jella a tutte le donne che instaurano un rapporto con lui. Alcune finiscono addirittura al Pronto Soccorso, altre ci rimettono la carriera e, ad un certo punto, l'unico rimedio è la fuga. Jacopo ne è consapevole e, proprio per evitare disastri, impara a fuggire per primo. Ma un giorno incontra Sara, una bella e ambiziosa architetta, della quale si innamora follemente. Lei lo ricambia, decisa ad amarlo e a resistere alle sventure che cominceranno a pioverle addosso, anche se l'impresa non sarà facile...
"Sono contentissimo di aver esordito e, soprattutto, che Ambra ed Enrico abbiano accettato di 'farsi prendere a torte in faccia' - dice Federici -. Dovevamo creare delle finte cose, supplire alla sfiga con cose che accadono, e ci abbiamo lavorato su con Davide Lantieri e Edoardo Falcone che firmano con me l'adattamento. Abbiamo cercato di rendere l'argomento più umano, più caldo del solito". "Parla di fortuna e sfortuna, argomento che mi sta molto a cuore - afferma il napoletano Giampaolo 'Coliandro' Morelli nel ruolo di Mirko, il rivale in amore di Brignano -, al di là della napoletanità, si tratta di credere o no, tu sei nato per uno spermatozoe andato a segno, però c'erano tre milioni di possibilità. La vita del superstizioso è piena di gatti neri, di venere e di marte in cui non ci sposiamo né partiamo; altri magari nemmeno si sposano di sabato o domenica, oppure tutti i giorni e nessuno perché, forse, il matrimonio in sé porta sfortuna".
"Io faccio e non parlo, lui sta in piedi - dichiara Ambra sull'episodio dell'ascensore -, è stata una bella prova quella scena, e con Giancarlo Morelli un bell'impegno. Sono la Nikita della sfiga, credo sarà l'eroina di molte donne, perché va diritta al suo obiettivo, l'essere carina, avere anche una certa femminilità nel prendere le torte in faccia. Più forte è l'amore più ti fa fare cose incredibili. E' la sfortuna quella che non ti aiuta a fare, è una sfida attraverso i percorsi dello psicologo".
"E' stato divertente girare con Ambra - afferma Brignano -, non è stato difficile decidere che era lei la protagonista, abbiamo fatto dei provini per vedere se c'erano delle affinità perché non ci conoscevamo. Ma è nata subito una strana alchimia, dietro ad alcuni retaggi negativi, ed è stato divertente fin dall'inizio. Lei, ostentando sicurezza, non ha voluto controfigure nemmeno quando doveva inciampare, prendere delle vetrate in faccia. Diceva 'no, lo faccio io io io', tipo Tom Cruise, e io pensavo 'voglio vedere dove andrà a finire'. Bisogna vedere tutti i ciak, anche quello che non è stato montato nel film. A parte questo grande affiatamento, ho rischiato di fare a botte con un inquilino della palazzina dove abbiamo girato, un imbecille, se capitate lì citofonate e scappate".
"Ho visto il film originale in Francia - dice il produttore delegato Francesca Longardi - e come 'Benvenuti al Sud' (cioè 'Giù al nord' ndr.) sembrava fatto in Italia. La sfortuna è un tema più italiano che francese, il protagonista cerca una spiegazione a tutto ciò che in Italia resta in sospeso, perché in realtà la sfiga è una scusa per non amare". "Ho avuto la fortuna di lavorare precedentemente con due registi geniali, come Miniero e Genovese - confessa Federici - che hanno la capacità di raccontare con una sola immagine mille cose, poi con Max Bruno - che è stato l'ultimo - e ho cercato di rubare rubare rubare la capacità alta di trovare la vena comica in quello che sta facendo. Le dinamiche di questo lavoro è di un profondo sacrificio, dal punto di vista della confezione di non rinunciare a nulla, infatti ho fatto del mio meglio perché fosse il più curato possibile".
"Io sono molto timida - dice Simona Caparrini che è una delle pazienti di Jacopo -, certo ti rode il culo, perché hai sempre ruoli piccoli, certo succede spesso in film internazionali, e sta succedendo che si lavori più all'estero che in Italia. Infatti, ho avuto una particina nel nuovo film di Guy Ritchie, in questo ma Alessio - già prima si vedeva che ha un'altra stoffa dell'aiuto regista". "Come diceva Simona - ribatte Morelli - in tutte le commedia inglesi e americane hai una o due battute, l'importante è il film, io non prendo mai una comparsa ma attori, amici che accettano con carineria di fare una o due battute. Morelli ha un piccolo ruolo (rispetto ai protagonisti ndr.), non mi potrei togliere lo sfizio del suo ruolo. C'è chi ha vinto un Oscar per un piccoli ruolo". "Ci sono colleghi che contano le batute della sceneggiatura prima di accettare - ribatte l'Angiolini -, in America attori molto bravi vengono chiamati per piccoli ruoli. Nel film di Ferzan Ozpetek avevo 6 battute, se mi fossi messa a contarle sarei stata una stupida, poco disponibile e poco intelligente". Infatti, quel 'piccolo ruolo' è stata la sua affermazione come attrice.
"Bisogna essere superstizioso quanto basta - dice Brignano - non di più, a teatro dicono che il viola portì sfortuna, qualcuno dice che è il fuzia, lilla...; i gatti neri si vedono sempre meno o, forse, se li mangiano. Quando cade il copione lo facciamo battere tre volte, ma niente più sale, ne specchi rotti, perché rimangono attaccati li, sono di plexiglass. Se uno sta dietro a tutte queste superstizioni non ce la fa più a vivere, come con i social network, la tua vita la vive un altro. Credo sia più facile far ridere la gente perché oggi c'è la necessità d'investire denaro in qualcosa che ti faccia star bene. E se devi pagare 100 euro per un massaggio jatsu, andare a vedere un film è più divertente, costa meno e dura di più. Nei momenti di guerra, i comici venivano chiamati in prima linea - quelli hollywoodiani andavano anche in Vietnam -, oggi la guerra è un altra, bisogna prendere grandi decisioni, tutto il resto è abbastanza negativo e la gente ride per poco".
"La sfida più difficile è affrontare il pubblico ogni sera - dichiara l'Angiolini -, si affida a te e il resto non esiste. Ti aiuta a cercare la responsabilità personale, e se oggi tutto è andato a posto è perché giusto. Le cose in famiglia possono andar bene o male, quello che ti manca non va portato sul palco. Sfrutto quel poco che conosco della commedia, ma devo farmi ancora le ossa. Dire una battuta che funzioni è molto difficile, è sempre complicato far ridere, è un arte che hanno in pochi e io stessa, da spettatrice, rido poco. Per farmi ridere deve colpire la mia quotidianità in maniera eclatante. Di solito siamo sfiancati e stanchi, ci vuole qualcosa di immenso, la capacità di colpirci deve essere grande". "Il personaggio che mi intrigava di più era proprio Jacopo - riprende Brignano -, un consulente matrimoniale che porta sfortuna alle ragazze che stanno con lui. E' la parte più intrigante della storia, quella che non solo mi ha spinto a leggere il copione ed accettare il film per il ruolo stesso. Voglio fare le cose che mi piacciono, e ho la fortuna di decidere cosa fare, qualsiasi uomo è libero di poter fare o non fare, siamo liberi professionisti".
"Ho avuto la fortuna di lavorare con Alessio - ribatte Ambra - con cui ci conosciamo da anni, si è ricordato di me, di quello che potevo fare nel film, è molto bello perché quando ci si conosce di più e, nonostante la mancanza di frequentazione, scatta l'intuizione. Sono diventata il Bruce Willis del cinema italiano, non ho fatto 'Armaggedon' ma ho lavorato con la stessa fisicità, sapendo di essere protetta. Sara è una donna divertente e complessa, non un personaggio in cura patologica né border line, ma ha una grande dolcezza e solidarietà, grazie per questa donna mai interpretata prima".
"Non sono piccoli ruoli nemmeno quelli di Max e Simona - conclude il regista -, tutti quanti si sono divertiti, come noi ci siamo divertiti a realizzarlo. La sfiga non esiste, noi ci inventiamo questo per non prenderci sul serio. Giuro, Ambra non si è mai fatta male, nemmeno quando ha preso il vetro in faccia". Nel cast anche la rediviva Anna Galiena (Lorenza Bra), Fabio Troiano (Fabrizio), Giorgia Cardaci (Sofia), Giorgio Colangeli (padre di Jacopo), Gianna Paola Scaffidi (la madre), Carol Visconti e Fabrizia Sacchi (Simona). José de Arcangelo

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