giovedì 12 dicembre 2013

Peter Jackson torna in grande forma nel secondo episodio della saga "Lo Hobbit - La desolazione di Smaug"

Nonostante la travagliata lavorazione (all'inizio dovevano essere solo due film e Guillermo Del Toro il regista), e un ritorno sul set l'estate scorsa per delle scene aggiuntive, Peter Jackson finora se l'è cavata benissimo, ed è tornato in grande
forma nel secondo episodio della saga degli Hobbit, precedente alla trilogia de "Il signore degli anelli", anche se in questo caso 'il non finale' (sorta di 'continua') ci lascia a bocca asciutta, anzi con la voglia di continuare a 'vedere' la straordinaria saga fantasy. Ma si sà, dati i precedenti capitoli finali, in due puntate, prima di "Harry Potter" e poi di "Twilight", era da aspettarselo anche se il regista neozelandese non 'stiracchia' la storia, e la pellicola non è mai noiosa (dura sempre quasi tre ore), ma l'arricchisce di particolari ed episodi nel libro solo descritti o ricordati.
"Lo Hobbit - La desolazione di Smaug" non delude in quanto a spettacolarità, visionarietà, immaginazione e fantasia, fondendo gli splendidi scenari naturali della Nuova Zelanda (come ne "Il signore degli anelli") con quelli realizzati al computer e, come al solito, riunisce un cast incredibile tra vecchi interpreti e new entry. Dall'immenso Ian McKellen (Gandalf) al 'piccolo' Martin Freeman (Bilbo) - anche Watson nello "Sherlock Holmes" televisivo -, dalla bella Evangeline Lilly (Tauriel) - direttamente dal serial fenomeno "Lost" - al ritorno di Orlando Bloom (Legolas), da Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia) a Luke Evans (Bard) - che ora sarà Conte Vlad/Dracula e 'Il Corvo' -, da Lee Pace (Thranduil, padre di Legolas) a Benedict Cumberbatch (Smaug/Negromante), soprattutto in 'voce', e un irriconoscibileStephen Fry (l'avido governatore di Esgaroth).
Scacciati dal regno di Erebor, tredici nani vengono messi insieme come improbabile guerrieri dal loro capo Thorin Scudodiquercia per riconquistare le loro terre e recuperare il loro tesoro dalle grinfie del terribile drago Smaug, ma Gandalf suggerisce di portare in 'squadra' anche Bilbo in qualità di 'scassinatore'. La disperata missione dei 'piccoli uomini', prima di approdare al confronto finale tra Bilbo e Smaug, dovrà affrontare terribili orchi, ragni giganteschi, elfi, mutapelle e umani. Però non è tutto, un'oscura potenza che si pensava ormai sconfitta si annida nella fortezza di Dul Guldur e Gandalf cercherà di scoprirla da solo allontanandosi dal gruppo.
Un'avventura a tutto tondo e scenari meravigliosi (dalla Montagna Solitaria si può ammirare tutta la Terra di Mezzo), arcieri infallibili e combattimenti da arti marziali (gli elfi); scontri a fil di spada e ogni arma propria o impropria (i nani), fino allo scontro 'a fuoco e fiamme' con l'orribile drago. Per saperne e gustarne di più la leggendaria storia (soprattutto chi non la conosce ancora o non ha letto il libro) bisognerà aspettare il Natale 2014, quando arriverà il terzo e ultimo episodio (ovviamente già girato) "Racconto di un ritorno". E, nonostante il parere dei detrattori del primo capitolo, la saga funziona ancora, e il film è il più temuto rivale di questo Natale.
José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dal 12 dicembre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italy

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