venerdì 20 maggio 2011

Un castoro per amico contro la depressione: "Mr. Beaver"

Un sobrio dramma sui toni della commedia per un intenso Mel Gibson al meglio delle sue capacità – anche perché il personaggio ci riporta in mente le sue travagliate e drammatiche vicende private -, diretto con mano sicura da una sempre brava Jodie Foster, che nel suo terzo film da regista (dopo gli ottimi “Il mio piccolo genio” e “A casa per le vacanze”) si ritaglia un ruolo da coprotagonista un po’ in ombra, quello della moglie trascurata e stanca ma decisa a dire basta.

Scritto da Kyle Killen, narra la tormentata storia di Walter Black, presidente di una storica fabbrica di giocattoli, e padre di due figli, soffre di una grave forma di depressione, che gli impedisce di riprendere il controllo della sua vita... almeno finché non si “affida” ad una marionetta dalle sembianze di un castoro. Tramite questa – sorta di alter ego di pezza a cui dà la sua voce, anzi la elegge suo portavoce -, Walter diventa simpaticissimo, un vero vulcano di energia e di strepitose idee. Ma se fuori di casa tutto sembra perfetto nonostante la sua ‘leggera’ follia, la sua famiglia – la moglie ma soprattutto l’irrequieto figlio adolescente - non riesce ad accettare questa nuova situazione, anzi quando la donna si illude di averlo “recuperato”... scoppia la tragedia.
E forse è proprio essa a sbilanciare questa pellicola incentrata su uno dei mali della società contemporanea che, fino a quel momento, era riuscita a mantenersi in pericoloso ma raro equilibrio tra dramma (anche emozionante) e commedia (a tratti esilarante). Tant’è che il finale sembra appiccicaticcio, non solo perché tutto – non senza un sacrificio estremo – torna alla normalità, ma anche perché la famiglia sembra di nuovo rappacificata e la loro esistenza rassicurante.

Resta comunque un’opera dignitosa, al di sopra della media, perché si tratta soprattutto di un ‘difetto’ di sceneggiatura, mentre dal punto di vista formale e narrativo il film è ben costruito e meglio recitato, dato che la ‘collega’ Foster riesce ad ottenere il massimo della coppia di giovani attori, precedentemente già dimostratisi degni di attenzione: Anton Yelchin (il figlio Porter), da “Alpha Dog” a “Terminator Salvation”, e tanta gavetta sul piccolo schermo, e Jennifer Lawrence (la compagna di classe Norah), da “The Burning Plain” alla nomination all’Oscar per “Un gelido inverno”. E la vedremo fra poco in “X-Men: l’inizio”.
Nel cast anche Cherry Jones (vice presidente dell’azienda), Riley Thomas Stewart (il figlio piccolo Henry), Zachary Booth (Jared), Michael Rivera (Héctor), Kelly Coffield Park (madre di Norah) e Matt Lauer
nel ruolo di se stesso. Buona la fotografia del tedesco Hagen Bogdanski (“Le vite degli altri”) e funzionali le musiche di Marcelo Zarvos (da “The Good Shepherd - L’ombra del potere” al recente “Beastly”).
José de Arcangelo

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