sabato 14 maggio 2011

Una commedia bizzarra e divertente per la coppia Kline-Dano: "Un perfetto gentiluomo"

Tratta dal libro “Io e Henry” dello ‘scrittore comico’ Jonathan Ames (Baldini & Castoldi - Dalai Lama), una bizzarra, strampalata e divertente commedia della coppia Shari Springer Berman e Robert Pulcini, anche co-sceneggiatori insieme all’autore. Certo,
la pellicola forse non è all’altezza dell’opera prima dei coniugi registi indipendenti - “American Splendor” (inedita nelle sale italiane) -, ed è un po’ anarchica nella narrazione, ma riesce comunque a coinvolgere e ‘sedurre’ fra malinconia ed ironia, satira e sentimenti. Anche quando chi ha letto il libro afferma di non amare la trasposizione, segno di quanto sia difficile (ri)conquistare i lettori come spettatori cinematografici, ma anche il pubblico americano, visto che l’ha quasi snobbata. E se Kevin Kline gigioneggia lo fa sempre con una certa eleganza, tanto da ricordare il vecchio caro David Niven - unico vero rivale dell’amatissimo Cary Grant -, meglio di tanti illustri colleghi che non disdegnano più niente pur di lavorare (guadagnare), vedi le ultime fatiche (marchette) di De Niro.
Giovane, timido, sensibile e appassionato aspirante scrittore, il professore Louis Ives (un azzeccato Paul Dano) viene licenziato – perché sospettato di travestitismo - dalla scuola media di Princeton, nel New Jersey, e approfitta dell’occasione per trasferirsi finalmente a Manhattan e perseguire i suoi sogni letterari.
Nella Grande Mela trova alloggio presso il maturo ‘gentiluomo’ Henry Harrison (Kline), affascinante e sofisticato,
malgrado non abbia un reddito fisso né un impiego facilmente identificabile. Henry però è la classica persona di New York capace di entrare all’Opera gratis, di rimediare inviti ai party più esclusivi e di svernare in Florida con il jet set. E proprio lui diventerà il mentore del giovane Louis che pian piano scoprirà e imparerà il mestiere di ‘Extra Man’ (titolo originale), ovvero accompagnatore di anziane signore ricchissime e completamente sole. Nel frattempo Louis trova lavoro in una rivista ambientalista dove conosce Mary (Katie Holmes, Mrs. Cruise, con taglio di capelli alla Louise Brooks) e inizia a indagare sulla sua confusa identità sessuale, frequentando persino una dominatrice che gli insegna a travestirsi (la veterana Patti D’Arbanville).
Sceneggiato dallo stesso scrittore – come viene definito in America - con i registi, si tratta di una commedia originale e, a suo modo, intelligente, ma non è per niente classica né tradizionale, tanto da mischiare stili e mezzi, passato e presente, sognato e vissuto, romanzo di formazione e quando della società contemporanea, fra incontro di solitudini e voglia di famiglia. Comunque l’atmosfera un po’ malinconica ricorda però classici sia degli anni Trenta sia degli anni Settanta.
E inoltre è in parte autobiografica, tant’è che Ames stesso ha detto: “Scrissi il romanzo tra il 1992 e il
1996, esagerando alcuni aspetti di me stesso e della vita che conducevo. Ero molto influenzato dai romanzi che avevano protagonisti dotati di enorme immaginazione, come ‘Don Chisciotte’ e ‘Una banda di idioti’ e anche delle opere di scrittori che osservavano la realtà, come ‘I am a Camera’ di Christopher Isherwood (mentre il giovane del film è appassionato di Francis Scott Fitzgerald ndr). Diventando amico di un ‘extra man’ trovai l’ispirazione per esplorare il personaggio nella forma letteraria”. Nasce così un racconto breve (“H. Harrison and Miss Pepper”) che nel corso del tempo diventerà un vero e proprio romanzo. Il resto è storia.
“Leggendo il libro – racconta Pulcini – non riuscivo a smettere di ridere”. E la moglie ribatte: “Sentivo Bob sbellicarsi dalle risate e continuavo a chiedermi cosa stesse leggendo di tanto divertente, e lui mi consigliò di leggere quel meraviglioso romanzo”.
Efficace tutto il cast, capeggiato dalla strana ed affiatata coppia Kline-Dano, di cui fanno parte anche un
inedito John C. Reilly (Gershon), Jason Butler Harner (Otto) e Marian Seldes (la novantaduenne Vivian).
José de Arcangelo

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