Tratto dall’omonimo romanzo

di Ken Bruen, il film narra la vicenda di Mitchel (Colin Farrell), uscito di prigione. dopo tre anni, deciso a liberarsi del suo passato e a cambiar vita. Ma il suo vecchio amico Billy (Ben Chaplin) - un piccolo criminale - lo attende, dopo il suo rilascio, e Mitchel è costretto ad accettare di unirsi a lui in cambio di un posto dove vivere.
D’altra parte, l’uomo viene messo in contatto con Charlotte (un’assente Keira Knightley), una giovane stella del cinema che si nasconde da orde di giornalisti e fotografi in un palazzo a Holland Park, decisa a ritirarsi e alla ricerca di qualcuno che la protegga. Toccato dalla sua bellezza e dalla sua fragilità, Mitchel assume presto il ruolo di sua guardia del corpo, respingendo paparazzi, molestatori, cacciatori di gossip e altri malintenzionati e sventando il piano di Billy, deciso a rapinare la residenza di Charlotte per rubare le sue preziose opere d’arte e le sue macchine vintage. Però nel frattempo ha attirato anche l’attenzione (in tutti i sensi) del boss mafioso Gant (Ray Winstone) e, quando rifiuta la proposta di lavorare per lui, il boss scatena la sua spietata vendetta…
Ma intorno a loro ci sono anche l’irrequieta sorella Briony (Anna Friel) e il tanto ambiguo quanto fedele maggiordomo della diva Jordan (David Thewlis, sempre il più bravo) che non può che ricordare lo straordinario Erich von Stroheim di “Viale del tramonto”, innamorato della diva Gloria Swanson.

Peccato che questi personaggi e queste atmosfere non siano stati sfruttati nel modo giusto da trasformare il film in uno spettacolo coinvolgente – la violenza esasperata non manca -, e contemporaneamente in un buon dramma esistenziale, anche perché alcune situazioni rasentano il ridicolo e certi personaggi la caricatura sennò la macchietta, segno che – parafrasando il proverbio – “tra lo scrivere e il fare c’è di mezzo il mare”. Se il vecchio caro Hitchcock come Scorsese trasformavano un romanzetto poliziesco da due soldi in un capolavoro, Monahan non ne è ancora capace, tranne che sulla carta (computer). Quindi, meglio un ottimo sceneggiatore che un anonimo regista.
Si dice che Monahan abbia rielaborato la premessa del libro “che in una certa misura è un pastiche del classico hollywoodiano ‘Viale del tramonto’ (appunto), trasformandolo in un thriller contemporaneo in cui una star del cinema è costretta a vivere come una reclusa a causa degli accaniti paparazzi londinesi, e dando vita a una storia d’amore”. Ma secondo noi non ci è granché riuscito.
“Era una storia d’amore che avevo voglia di raccontare - dice l’autore -. Ambientata in un mondo che volevo ritrarre. Ho un accordo con Graham King (il produttore ndr.) che prevede che qualsiasi cosa io scriva, sia lui il primo a poterla visionare. Fortunatamente, lui ha deciso di fare questo film”.
Contenti loro… il pubblico un po’ meno.
Il cast include anche Eddie Marsan (Bailey), Sanjeev Bhaskar (Dr. Raju), Stephen Graham (Danny) e Ophelia Lovibond (Penny). La bella cornice e le

cupe atmosfere sono firmate da il grande Chris Menges (fotografia), Martin Childs (scenografia), Odile Dicks-Mireaux (costumi), Sergio Pizzorno (musiche), Dody Dorn e Robb Sullivan (montaggio).
José de Arcangelo
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