
Pregio del film è teorizzare questo incontro – eccezione che conferma la regola - che si rivelerà positivo per entrambe le parti, probabilmente di più per il padrone borghese che esce dalla tranquilla e apparentemente felice routine proprio grazie a questo gruppo di donne vivaci, allegri e piene di vita, nonostante sofferenze e sacrifici tenuti nascosti. Il tutto raccontato senza sbavature né retorica e soprattutto evitando cliché e luoghi comuni, tanto di trasformare la pellicola in una sorta di favola del quotidiano, riletta col senno di poi e, quindi, capace di riflettersi nell’attualità.

Il cinquantenne Jean-Louis Joubert (uno strabiliante Fabrice Luchini), agente di cambio rigoroso, marito serio di Suzanne (Sandrine Kiberlain) – che pensa solo agli appuntamenti cultural-mondani con le amiche - e padre un po' ‘rigido’ di due maschi adolescenti (Camille Gigot e Jean-Charles Deval), scopre che un allegro gruppo di simpatiche cameriere spagnole vive al sesto piano del suo palazzo borghese. Maria (Natalia Verbeke), la giovane domestica che lavora a casa sua, gli apre le porte di un universo esuberante e folkloristico – ospiti dell’ultimo piano della palazzina, quello destinato alla servitù, dove il riscaldamento non funziona e il bagno è otturato -, diametralmente opposto alle buone maniere e all’austerità del suo ambiente. Colpito da queste donne piene di vita, Jean-Louis si lascia andare, le aiuta e le frequenta, e per la prima volta assapora con emozione i piaceri più semplici, tanto da trasferirsi al 6° piano, proprio dove abitano loro. Ma si può davvero cambiare vita a una certa età? Finirà per innamorarsi della sensuale Maria? L’epilogo anni dopo.

Nel cast anche le (azzeccate) altre donne del 6° piano, ovvero la sempre perfetta Carmen Maura (la zia Concepcion), Lola Duenas (la diffidente Carmen), Berta Ojea (la timorosa Dolores), Nuria Solé (Teresa) e Concha Galàn (Pilar).
Bella anche la cornice grazie alla fotografia ‘invecchiata’ di Jean-Claude Larrieu che ci ridà il technicolor anni ’60, alle scenografie di Laura Musso, ai costumi di Christian Gasc e alle musiche di Jorge Arriagada.
Grande successo al botteghino in patria che difficilmente si ripeterà da noi – oltreché il cinema francese non è molto amato dal grande pubblico, il film esce nelle sale grazie all’Archibald che naturalmente non ha spazio nelle multisale - anche se lo meriterebbe.
José de Arcangelo
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