venerdì 23 settembre 2011

"Ma come fa a far tutto Sarah Jessica Parker, moglie e madre, e soprattutto in carriera

Una nuova commedia al femminile per la protagonista di “Sex and the City”, ovvero Sarah Jessica Parker, e sempre ispirata a un altro best seller omonimo (titolo originale “I don’t Know How She Does it”), il libro – racconto a forma di diario - della giornalista gallese Allison Pearson (Mondadori lo rilancia per l’occasione). Certo si tratta sempre di una commedia leggera, una riflessione sulle donne che lavorano, in carriera si diceva negli anni Ottanta, costrette a dividersi (letteralmente) tra casa e ufficio (inclusi i continui viaggi d’affari).
Ma, se i maschi sono giustificati per assenze e professione, le donne spesso vengono incolpate e giudicate dalle stesse madri casalinghe,
presunte amiche e non.
Quindi, come di solito, uno spettacolo in bilico tra il (poco) brillante e il romantico con una cornice ‘social-esistenziale’, trasposto abilmente da Londra a Boston, dalla sceneggiatrice Aline Brosh McKenna (da “Il diavolo veste Prada” a “Il buongiorno del mattino”) – anche produttrice esecutiva con Scott Ferguson, Bob e Harvey Weinstein -, fedele collaboratrice del regista Douglas McGrath (da “Emma” a “Infamous - Una pessima reputazione”) che è anche attore e sceneggiatore (“Pallottole su Broadway” di Woody Allen). Una pellicola che se non approfondisce poi tanto la condizione delle donne lavoratrici, sempre e comunque di una classe medio-alta, almeno spinge a pensarci. Il resto è tutto del bagaglio hollywoodiano, incluso il finale con tanto di riappacificazione, rassicurazione e rilassamento per i protagonisti e per gli spettatori. Niente moda e incontri-scontri amorosi e/o sessuali, anche se non mancano attrazione e romanticismo
Kate Reddy (Sarah Jessica Parker) è una moglie, una madre, una donna in carriera evidentemente dotata di abilità ‘fuori dal comune’ visto come riesce a mantenere tutto in equilibrio. La sua vita è, naturalmente, frenetica, ma ha un marito anche lui eccezionale, Richard (il sempre efficace Greg Kinnear), un architetto che si è appena messo in proprio, due figli adorabili, Emily (Emma Rayne Lyle), che sta per compiere sei anni, e Ben (Theodore e
Julius Goldberg), un bambino di oltre due che la adora ma che ancora non parla. Kate ama il suo mestiere ed è la responsabile degli investimenti nella filiale di Boston di un istituto bancario di New York, lavoro che spesso la porta a viaggiare, cosa che complica non poco la sua vita familiare. I colleghi, gli amici e i parenti dicono tutti la stessa cosa: “Ma come fa a far tutto?”.
Di fronte alla grande occasione della sua vita – per cui deve incontrare spesso nella Grande mela il funzionario Jack Abelhammer (l’ex 007 Pierce Brosnan) - rischia però di far crollare il castello di carte costruito a suon di corse contro il tempo, insonnia e piccoli trucchi Kate non dovrà solo fare giochi di prestigio, ma camminare su una fune tesa nel vuoto.
C’è una via di mezzo a questa situazione? Forse sì, però ad un certo punto bisogna cambiare atteggiamento e regole, rallentare il ritmo frenetico per restare un pochino di più in famiglia, soprattutto con i figli, e non perdersi nemmeno il ‘primo taglio’ (di capelli)!
Nel cast anche Christina Hendricks (l’amica Allison Henderson), nota per il televisivo “Mad Men”; Kelsey Grammer (il capo Clark Cooper), Seth Meyers (il collega Chris Bunce), del Saturday Night Live; Olivia Munn (l’assistente Momo Hahn), Jane Curtin (Marla) e Mark Blum (Lew Reddy, i suoceri), Busy Philipps (Wendy West), Sara Shahi (Jeannie LoPietro), Jessica Szohr (la baby sitter Paula).
Il film è prodotto dalla vincitrice del premio
Oscar Donna Gigliotti (“Shakespeare in Love”) e coprodotto dalla stessa scrittrice, e vanta nel cast tecnico il direttore della fotografia Stuart Dryburgh, lo scenografo Santo Loquasto, fedele collaboratore di Woody Allen; la costumista Renée Ehrlich Kalfus, da “Buon compleanno Mr. Grape” a “Dead Man Walking” e “Notte brava a Las Vegas”; i montatori Camilla Toniolo e Kevin Tent, il compositore Aaron Zigman e il supervisore alle musiche Dana Sano.
José de Arcangelo

IL LIBRO

Il romanzo d’esordio di Allison Pearson, “Ma come fa a far tutto?” è il racconto delle lunghe giornate e delle notte insonni di una moglie, madre e responsabile di investimenti economici a Londra, Kate Reddy. Scritto con uno stile asciutto, consapevole e molto onesto,
il libro della Pearson ha rivelato i segreti del gioco di prestigio chiamato “avere tutto” e ha colpito i lettori quando è stato pubblicato negli Stati Uniti da Alfred A. Knopf nel 2002. E’ rimasto 23 settimane nella classifica di vendite del New York Times e finora ha venduto quasi quattro milioni di copie in tutto il mondo. Oprah Winfrey lo ha definito “l’inno nazionale delle madri lavoratrici” e ha ottenuto grandi consensi da parte del pubblico e della critica. “Finalmente, la commedia sociale definitiva sulle madri che lavorano”, ha scritto Marjorie Williams del Washington Post, mentre la scrittrice Claire Dederer nella sua recensione per Amazon.com ha detto che “Kate è decisamente affascinante e noi speriamo che le cose vadano bene per lei. Alla fine, il libro non rappresenta soltanto una raccolta di frasi intelligenti su come conciliare la maternità con il lavoro, ma un vero e complesso romanzo su un personaggio che impariamo ad apprezzare”.
Mentre alcuni particolari dell’esistenza quotidiana di Kate Reddy erano decisamente femminili, la sua storia parla a entrambi i sessi. In effetti, Ma come fa a far tutto? può vantare un forte seguito tra gli uomini, tanto che a un certo punto è stato deciso di realizzare una nuova copertina. “All’inizio - rivela la Pearson -, gli uomini erano riluttanti nei confronti del libro, soprattutto perché aveva una copertina di un rosa intenso. Alla fine, l’editore ha realizzato una versione blu, così che gli uomini non dovessero nasconderlo tra i giornali o le riviste in treno perché si vergognavano”.

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