giovedì 11 luglio 2013

Sono arrivati i bellissimi robot e i sorprendenti mostri alieni di Guillermo del Toro, ma in parte "Pacific Rim" delude

E’ arrivato nei cinema il nuovo blockbuster firmato Guillermo Del Toro, stavolta oltre che produttore anche regista – dopo la rinuncia dell’ultima ora allo “Hobbit” -, ma in parte il suo giocattolone delude. Ovviamente niente da dire sulla ricerca e resa visiva, dalle inquadrature alle riprese, dagli ottimi effetti speciali ai ‘mostri’ alieni e i giganteschi robot al buon uso dell’effetto stereoscopico e alle citazioni. Infatti, riferimenti sono anche la saga di “Alien”, e i recenti “Transformers” e se vogliamo “Avatar”. Però quello che manca alla storia è soprattutto la sostanza, anche perché i personaggi sono appena delineati, mentre i loro rapporti e il loro passato troppo convenzionali (frettolosi, vista la situazione, e quindi superficiali) per convincere pienamente. Persino l’ironia è pressoché accennata dal personaggio di Ron Perlman (Hannibal Chau), già protagonista del dittico“Hellboy” dello stesso del Toro.
Quello che ha attirato l’eclettico regista di origine messicana è probabilmente la possibilità di celebrare il cinema, l’animazione e i fumetti di una volta in un mix di robottoni (questi sì bellissimi e diversi) ispirati agli anime giapponesi e mostri della memoria cinematografica nipponica anni Sessanta. Quindi una sorta di colossale Godzilla contro Mazinga, Goldrake e C. che, se riesce a divertire e appassionare le generazioni cresciute con loro, rischia di annoiare (quasi) tutti gli altri. Si tratta, comunque, di uno spettacolo ‘popolare’, tra fantascienza e azione, destinato al grande pubblico e ai cinefili di più generazioni, ma il fatto che salta agli occhi è che ormai questo tipo di prodotti iniziano (vedi “L’uomo d’acciaio” e “World War Z”) con un lungo prologo e finiscono con un apocalittico duello finale tra buoni e cattivi, in cui – pare – non si possa fare a meno di una mezz’oretta scarsa in cui i duellanti di turno, siano supereroi siano mostri e/o alieni, debbano prima di soccombere distruggere almeno mezza città (o mondo), con uno sfoggio di tecnologia ineccepibile. Anche quando, come in questo caso, la pellicola non dura nemmeno due ore (113’).
La debole sceneggiatura è firmata Travis Beacham, già autore del poco coinvolgente “Scontro di titani”, e narra la disperata guerra di un gruppo di eroi (piloti dei robot) contro delle mostruose creature aliene, note come Kaiju che, uscite dagli abissi dell’oceano (Pacifico, ecco il titolo), intendono radere a suolo il Pianeta. Proprio Beacham però ha dichiarato: “Lavorare insieme a Guillermo è stata un’esperienza incredibile. E’ un vulcano di idee, di intuizioni geniali che si succedono a ritmi vorticosi. Adora i classici ‘monster movies’, quindi ci siamo trovati decisamente su un terreno tutto suo. E’ entrato a far parte del progetto con una vera passione per il genere, un aspetto fondamentale per lo spirito del film”. Peccato che lui non si sia molto sprecato per offrire più ‘materiale’ all’esile sceneggiatura.
Ecco la trama: per combattere i giganteschi Kaiju è stata ideata un’arma speciale: gli Jaeger (cacciatori), enormi robot controllati simultaneamente da due piloti le cui menti vengono legate da un ponte neuronale. Ma dopo una prima sconfitta degli alieni, anni dopo i mostri ritornano alla carica per porre fine all’umanità. Sull’orlo di un’apocalittica sconfitta, le forze mondiali di difesa non hanno altra scelta che affidarsi a due uomini, anzi a un uomo e una donna, rispettivamente l’ex pilota di Jaeger, Raleigh Becket (Charlie Hunnam), che ha perso il fratello nel precedente conflitto, e la soldatessa alle prime armi Mako Mori (la giapponese Rinko Kikuchi), uniti nel tentativo di trascinare un leggendario ma apparentemente obsoleto Jaeger del passato. Sono loro l’unica speranza contro l’imminente apocalisse.
Intorno ai due giovani protagonisti, lui protagonista del televisivo “Sons of Anarchy” e di “Punto d’impatto”; lei nomination all’Oscar per il film corale “Babel”: Idris Elba (Stacker Pentecost), dal televisivo “Luther” a “Prometeus” e “Thor”; Charlie Day (Dr. Newton Geiszler); Rob Kazinsky (Chuck Hansen); Max Martini (Herc Hansen); Clifton Collins Jr. (Tendo Choi); Burn Gorman (Gottlieb). Assolutamente all’altezza la troupe tecnica: dal direttore della fotografia Guillermo Navarro, premio Oscar per “Il labirinto del fauno”, dello stesso regista; allo scenografo Andrew Neskoromny, da “L’alba dei morti viventi” ad “Alien: la clonazione”; dalla scenografa Carol Spier, fedele collaboratrice di David Cronenberg, ai montatori Peter Amundson e John Gilroy; dalla costumista Kate Hawley, dall’opera lirica a “Hobbit”, ai supervisori degli effetti speciali John Knoll, della saga “I pirati dei Caraibi”, e James E. Price, da “Hook” ad “Australia”; e al musicista Ramin Djawadi, dal televisivo “Il trono di spade” al giù citato “Scontro di titani”. E a collaborare col regista nell’ideazione di Jaeger e Kaiju sono stati i maestri degli effetti speciali della celebre Industrial Light & Magic di George Lucas. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale dall’11 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures Italia

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