mercoledì 4 dicembre 2013

"Dietro i candelabri", l'ultimo grande amore di Liberace raccontato da Steven Soderbergh con Michael Douglas e Matt Damon

E' ormai dai tempi di "Traffic" che Steven Soderbergh pensava ad un film sul grande Liberace, e precisamente da quando Michael Douglas si era messo a fare, tra un ciak e l'altro, l'imitazione del celebre pianista. Allora, l'eclettico regista si era messo a cercare - col produttore e amico Greg Jacobs - notizie e materiali sulla vita di Liberace e si è imbattuto nel libro autobiografico "Dietro i candelabri" di Scott Thorson (e Alex Thorleifson) scoprendo così la loro grande storia d'amore segreta. E anni dopo, portato il testo a Jerry Weintraub (produttore esecutivo) - che si dimostrò subito entusiasta -, entrambi hanno deciso di contattare Matt Damon per proporgli il ruolo dello stesso Thorson e poi l'illustre Richard LaGravenese (premio Oscar per "La leggenda del re pescatore") per la sceneggiatura. Prodotto dall'attivissima HBO Films - il colosso televisivo ormai versatosi completamente o quasi sul cinema -, è comunque un film a tutti gli effetti con cast e collaboratori di serie A.
Quindi, siamo di fronte ad un dramma sentimentale, quasi un mélo-retrò - presentato all'utimo Festival di Cannes, in concorso, dai tre premi Oscar (autore e protagonisti) -, un ritratto su un personaggio vero, famosissimo negli Stati Uniti e in tutto il mondo - molto meno in Italia -, che fonde ottimamente realtà e finzione, tanto che molte delle location (incluse le ville), dei costumi e degli oggetti di scena sono infatti appartenuti allo stesso Liberace. Chi ama il genere non verrà deluso, mentre gli altri ammirareranno le ottime prove dei due protagonisti - che non cadono mai nella macchietta -, oltre a conoscere soprattutto il 'privato' di un personaggio che ha tenuta nascosta fino alla fine la propria omosessualità - come fino all'ultimo lo aveva fatto 'per contratto' Rock Hudson -, anche perché visse e divenne famoso quando l'outing non esisteva, anzi non era proprio 'permesso', pena la carriera o peggio.
Prima di Elvis, di Elton John, di Madonna, di David Bowie e Lady Gaga - a loro è stato paragonato per bravura e fama -, c'è stato Liberace, pianista virtuoso, intrattenitore eccentrico e figura appariscente sia sul palcoscenico sia in tivù, tanto che lui stesso amava dichiarare "Io non faccio concerti. Metto su spettacoli". Primo vero performer famoso in tutto il mondo, col suo stile ha affascinato un pubblico - soprattutto femminile - sterminato lungo i quarant'anni della sua carriera. Wladziu Valentino Liberace (nome anagrafico del musicista nato in America da padre italiano e madre polacca) ha rappresentato in scena come nella vita privata tutto l'eccesso, il glamour e il kitsch che solo un entertainer totale come lui poteva permettersi dagli anni Cinquanta ai Settanta.
Il film parte dal 1977, anno in cui Liberace (Douglas) conosce il giovane e aitante Scott Thorson (Damon) e, nonostante la differenza di età e l'appartenenza a mondi decisamente diversi, i due si innamorano e saranno amanti ('clandestini') per cinque lunghi anni. 'Dietro i candelabri' narra proprio questo sorprendente rapporto amoroso: dal primo incontro in un teatro di Las Vegas all'amara separazione, vista la loro esistenza in bilico tra realtà e finzione, appunto. Non un film d'autore, ma soprattutto d'attori, seppure Soderbergh ovviamente metta sempre al servizio del film tutto il suo grande mestiere, offrendo uno spettacolo coinvolgente e, a tratti, anche commevente e/o divertente, fra le gioie e i dolori, soprattutto del cuore. Accanto ai due protagonisti il veterano Dan Aykroyd (Seymour Heller), Scott Bakula (Bob Nero), Rob Lowe (Dr. Jack Startz), Tom Papa (Ray Arnett), Paul Reiser (Mr. Felder) e la vecchia cara, ormai mitica (e irriconoscibile) Debbie Reynolds (Frances Liberace, la madre).
Ottima la colonna sonora, firmata dal premiatissimo Marvin Hamlisch, purtroppo scomparso il 6 agosto 2012, dopo aver finito le musiche del film. Il direttore della fotografia è Peter Andrews, lo scenografo Howard Cummings, già collaboratori di Soderbergh, mentre la costumista Ellen Mirojnick segue Douglas sul set fin dai tempi di "Attrazione fatale"; il montaggio, invece, è firmato da Mary Ann Bernard, anche lei a fianco del regista negli ultimi anni.
Sulla vita e la carriera del celebre pianista era stato realizzato un tv movie nel 1988, "Liberace" di William Hale e Tommy Groszman, co-prodotto dalla Liberace Foundation for the Performing and Creative Arts, un biopic di tipo tradizionale, passato da noi nelle televisioni private locali. José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dal 5 dicembre distribuito da 01 Distribution
UNA PELLICCIA CHE E' UN GIOIELLO DEL KITSCH In uno dei suoi spettacoli, Liberace ha indossato una pelliccia di volpe bianco vergine da 300.000 dollari, ricoperta di paillettes e cristalli austriaci per un valore di 100.000, con uno strascico di 16 metri. Il peso totale era di 100 libbre e per portarlo sul palcoscenico è stato necessario l'ausilio di una mini Rolls-Royce. Lo stesso cappotto che Michael Douglas indossa per riprodurre questa scena è in finta pelliccia e cristalli austriaci e pesan considerevolmente meno. La Rolls-Royce Landau argento che irrompe sul palcoscenico durante una scena, guidata da Matt Damon, è l'auto originale che Liberace ha usato tutte le notti dopo i suoi spettacoli a Las Vegas.

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