giovedì 6 febbraio 2014
"Khumba - Cercasi strisce disperatamente", un lungometraggio d'animazione sudafricano che unisce l'utile al... divertente
Dopo il successo di "Zambezia" (si parla anche di un sequel), la Triggerfish Animation Studios e il regista Anthony Silverston, propongono un altro gustoso lungometraggio d'animazione sudafricano (assolutamente indipendente) che unisce l'utile al dilettevole, ovvero un cartone che, oltre a divertire grande e piccini, è una sorta di racconto morale di formazione, attraverso la figura di "Khumba", un piccolo cucciolo di zebra che ha avuto la sfortuna di essere nato con le strisce solo su metà del corpo.
Quindi diversità e crescita, rapporti e pregiudizi, intolleranza e solidarietà sono gli argomenti che ruotano intorno al film e che spingono a riflettere - soprattutto - chi è cresciuto e vacinato. Senz'altra pretesa, ma con una resa tecnica e visiva che si ispira all'animazione tradizionale, ovviamente tridimensionale e rielaborata al computer (il film esce sia in 2D che in 3D), senza sbandierare tanti grandi effetti speciali strabiglianti ma solo quelli funzionali alla vicenda raccontata.
"Lo scopo era creare un film d'animazione - dichiara il regista, che ci pensava già dieci anni fa - e di intrattenimento che incoraggi i bambini non solo ad essere tolleranti ma anche ad esaltare le reciproche differenze che si tratti di razza, religione, cultura, classe sociale oppure orientamento sessuale".
"Khumba è la storia della crescita e della conquista della maturità da parte di una zebra alla ricerca delle 'strisce perdute', metafora dell'accettazione del branco, anche se in realtà il suo è un viaggio verso la conoscenza e l'accettazione di sé".
Infatti, Khumba (il nome viene dalle lingue isiZulu e isiXhosa e vuol dire 'pelle') appena nato viene accusato dal branco, con estrema superstizione, di essere la causa della siccità che sta piegando la regione e minacciando la sopravvivenza degli animali. Immediatamente emarginato e ostacolato da tutte le zebre, tranne i suoi genitori e l'amica Tombi, una zebra un po' maschiaccio ma esuberante e piena di vita, Khumba viene consigliato da una mistica mantide che disegna sulla sabbia la mappa di una leggendaria fonte d'acqua da cui le prime zebre vissute sul Pianeta, immergendosi, uscirono con la pelle a strisce.
Così la giovane zembra si avventura oltre la barriera naturale che separa la zona in cui vive il branco dalla minaccia del tirannico leopardo Phango, anche lui nato cieco da un occhio e rifiutato a sua volta dalla famiglia, che terrorizza gli animali del grande deserto di Karoo. Sulla strada incontra un energico gnu, Mama V, e un esuberante struzzo, Bradley, che diventeranno i suoi compagni di viaggio.
E, oltre ai temi narrativi di "Khumba" - sceneggiato con Raffaella Delle Donne -, il regista ha voluto rappresentare "l'estetica sudafricana al resto del mondo, attraverso la riproduzione della magia e del ritmo del Grande Karoo, terra che già da bambino catturava la mia immaginazione".
Belli e suggestivi anche i 'paesaggi' sullo sfondo - ispirati a quelli veri della regione in cui è ambientata la storia - così come le musiche (di Bruce Retief) che giocano sulla diversità e tradizione dei nostri simpatici amici che, nella versione originale anglofona, hanno le voci - sudafricane, americane e inglesi - di Jake T. Austin (Khumba), Steve Buscemi (Bradley), Loretta Devine (Mama V), Laurence Fishburne, Richard E. Grant, Anika Noni Rose, Anna Sophia Robb (Tombi), Catherine Tate (Nora), Rob Van Vuuren (Capitano delle antilopi) e Liam Neeson (Phango).
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 6 febbraio distribuito da Eagle Pictures
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