sabato 10 maggio 2014

"Lovelace", la vera storia di una donna sottomessa e seviziata che divenne porno star

Dai vincitori del Premio Oscar per il documentario "Common Threads: Stories from the Quilt", ma anche autori di "Lo schermo velato" e del lungometraggio "Urlo", biopic su Allen Ginsberg, Rob Epstein e Jeffrey Friedman il loro secondo biopic. Infatti, anche stavolta i registi si ispirano a un personaggio realmente esistito, ma famoso in tutto il mondo per il film "Gola profonda", ovvero Linda "Lovelace", e questa è la sua vera storia di donna, figlia e moglie, in entrambi i casi, vittima sottomessa.
Siamo nel 1972, prima dell'esplosione dell'industria del porno e ancora quarant'anni prima dell'avvento di Internet, allora il vero fenomeno è stato, appunto, "Gola profonda", la prima pellicola pornografica pensata per il grande schermo, cioè per le sale, un vero film con una trama, sui toni della commedia e con una sconosciuta ed improbabile protagonista, ribattezzata Linda Lovelace, appunto. Nel tentativo di fuggire dalla prigionia di una famiglia severa e religiosa, Linda Marchiano (un'inedita ed efficace Amanda Seyfried) scoprì la libertà e la bella vita innamorandosi e sposando il carismatico protettore Chuck Traynor (Peter Sarsgaard).
E spinta, quasi a sua insaputa, a fare quel film divenne inaspettatamente una star a livello internazionale, non tanto ragazza di Playboy, quanto accattivante ragazza dalla porta accanto con una notevole capacità nella pratica della fellatio. Totalmente immersa nella sua nuova identità, Linda divenne un'entusiasta portavoce della libertà sessuale e dell'edonismo sfrenato, ma sei anni più tardi, la mitica donna presentò al mondo un'altra versione dei fatti completamente contraddittoria rispetto alla precedente, basata solo sulle apparenze, e vista superficialmente. Infatti, allora Linda riemergeva come sopravvissuta ad una storia molto più buia e crudelmente vera. Era scappata da una prigione per restarne vittima di un'altra ancora peggiore, fatta di sottomissione e sfruttamento, violenza e sevizie.
Quindi, il film - scritto da Andy Bellin - narra soprattutto la vera esistenza di Linda Lovelace, senza fermarsi più di tanto sull'aspetto 'cinematografico' della sua vita, ma soprattutto su quanto accadeva al di fuori dal set, lontano dal lucicchio di feste e presentazioni ufficiali - comunque accennate e descritte -, quando è stata oggetto di abusi e tradimenti di ogni sorta. "Linda ha vissuto una vita straordinaria - dice Epstein -, ed è stata anche una figura culturale fondamentale in un periodo in cui la consapevolezza sessuale della società stava aumentando. Questo è quello che viene identificato come il periodo della rivoluzione sessuale, che porta al sorgere del movimento femminista. Linda è stata un figura importante in entrambi questi fenomeni".
Merito del film, avvincente al punto giusto, è quello di far riemergere la 'vera' Linda, una donna insicura e fragile che, prima, pensava di sfuggire alla protezione soffocante della famiglia; poi di trarre beneficio in qualche modo di quello che faceva, ma che è rimasta incastrata e sconfitta su entrambi i fronti. E sull'icona di un'epoca, la produttrice Laura Rister ("Margin Call"), afferma: "Non era né un'attrice né una ballerina o una cantante, bensì era conosciuta per un'abilità molto specifica. Nonostante questo raggiunse una popolarità incredibile, e ancora oggi è sinonimo di quel momento storico in bilico tra due ideologie, l'accessibilità del mondo del porno e l'opposizione alla mercificazione della donna". Nel nutrito cast una sorprendente Sharon Stone, nel ruolo della madre; Hank Azaria (vincitore di un Emmy); Wes Bentley, Adam Brody, Bobby Cannavale (anche lui un Emmy); in un ruoli cameo James Franco, Debi Mazar, Chris Noth, Robert Patrick, Eric Roberts, Chloe Sevigny e Juno Temple. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dall'8 maggio distribuito da Barter Entertainment

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