giovedì 8 maggio 2014

"Devil's Knot - Fino a prova contraria", un dramma thriller su un terribile omicidio e su tre adolescenti condannati dal pregiudizio

Ancora un film importante reduce di due festival, quello Internazionale del Film di Toronto 2013 e del Noir In Festival - dove era in concorso e si è aggiudicato il Premio del pubblico -, e sempre un dramma thriller ispirato a fatti veramente accaduti, in bilico tra giustizia e vendetta, vittime e presunti colpevoli, mostri e capri espiatori, ed eterni Bene e Male.
"Devil's Knot - Fino a prova contraria" firmato dall'apprezzato regista, canadese di origini armene, Atom Egoyan, indaga tra pregiudizio e verità, e l'autore ritorna su alcuni temi a lui cari come l'ambiguità della mente umana e il rischio che corre la giustizia quando sposa la vendetta, ovvero il linciaggio ufficiale di innocenti, concedendo ai veri assassini una via di fuga, e nessuna punizione. "Quando mi è stata inviata la sceneggiatura (di Paul Harris Boardman e Scott Derrickson, ispirata al libro omonimo della giornalista Mara Leveritt ndr.) - afferma Egoyan -, sono rimasto colpito dalla complessità di questa storia vera. Vent'anni fa, tre bambini vennero ritrovati assassinati in un bosco. La scena del crimine era agghiacciante e non vi era, misteriosamente, alcuna prova evidente di ciò che fosse accaduto. Chi avrebbe potuto commettere tali orrori?"
Infatti, il film narra un celebre fatto di cronaca che ha sconvolto il Grande Paese, visto attraverso le aule dei tribunali: tre bambini rapiti e uccisi barbaramente nei boschi del Tennessee. Pam Hobbs (sempre brava e ogni volta diversa Reese Witherspoon, Oscar per "Quando l'amore brucia l'anima"), madre di una delle vittime, non si dà pace finché non vengono individuati i presunti colpevoli, tre adolescenti ribelli del paese con piccoli precedenti penali, classificati dalle autorità come satanisti per il loro look punk e i loro riferimenti (dai libri di Anne Rice ai poster dei Metallica). Un investigatore privato, Ron Lax (il premio Oscar per "Il discorso del re", Colin Firth), però sospetta che l'assassino sia invece un insospettabile ancora in libertà e convince Pam a guardare al di là delle apparenze e ad aiutarlo a svelare il mistero. A quel punto, anche la donna inizia a dubitare della colpevolezza dei ragazzi, inemicandosi persino il marito.
La pellicola coinvolge e sconvolge lo spettatore fino alla commozione, dato che lascia intravedere in filigrana quanto sia labile il confine tra giudizio e pregiudizio, tra verità e menzogna; il tutto attraverso i processi e la condanna di Damien Echols (James Hamrick), Jessie Misskelley Jr. (Kristopher Higgins) e Jason Baldwin (Seth Meriwether), conosciuti anche come "I Tre di West Memphis". Ma, fortunatamente, la condanna a morte per Echols non è stata eseguita, comunque i tre adolescenti non hanno evitato vent'anni di dura prigione. Perché, se il colpevole non è stato mai scoperto, l'innocenza degli adolescenti è stata poi, finalmente, epurata.
"Il quesito porta a qualcosa di più profondo - aggiunge l'autore -. Il film diviene un'esplorazione di come conviviamo con il male, di come gestiamo la vendetta, di come facciamo i conti con i pregiudizi morali della comunità e, cosa ancora più inquietante, come reagiamo ad una perdita inspiegabile. Il film mostra come il sistema non riuscisse a capire quale fosse la strada da perseguire. Solo due persone capiscono che la verità potrebbe essere molto diversa da ciò che sembra: una madre in lutto e un nobile investigatore privato iniziano a comprendere che c'è qualcosa di profondamente sbagliato". La pellicola, come la realtà, "non ci porta verso un vero colpevole perché - come afferma lo stesso regista de "Il dolce domani" -, potrebbe non essere mai scovato. Sono stati commessi degli errori, sono state compromesse delle prove, e sono andate perse delle tracce importanti. Ciò che invece rimane, è la domanda, estremamente più complessa, di come affrontiamo l'ignoto". Nel cast anche Alessandro Nivola (Terry Hobbs), Dane DeHaan (Chris Morgan), visto recentemente in "Spider-Man - La di Electro"; Mireille Enos (Vicki Hutcherson), Kevin Durand (John Mark Byers), l'attore feticcio del regista Elias Koteas (Jerry Driver), Martin Henderson (Brent Davis), Amy Ryan (Margaret Lax), Stephen Moyer (John Fogelman), Bruce Greenwood (giudice David Burnett), Matt Letscher (Paul Ford), Collette Wolfe (Glori Shettles) e Kristoffer Polaha (Val Price). José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale dall'8 maggio distribuito da Notorious PictureS LA 'VERITA' SUL CASO Nel 1994, la Corte Suprema dell'Arkansas confermò il verdetto in appello e i Funzionari Statali dichiararono che chiunque avesse avuto da ridire sulla sentenza del processo, ignorava semplicemente 'i fatti' (su cui comunque c'era l'assenza di prove schiaccianti e basati su una confessione piena di incongruenze). In risposta a tali convinzioni, oltre ad un gruppo sempre maggiore di sostenitori, che credevano nell'innocenza di Damien, Jason e Jessie, comparve Mara Leveritt, una giornalista investigativa insignita di numerosi premi dell'Arkansas, che aveva deciso di esaminare 'i fatti' di cui parlavano i funzionari nel suo libro di successo "Devil's Knot: la vera storia dei Tre di West Memphis" - a cui si ispira il film - che racconta la raccapricciante natura persecutoria dell'investigazione de dei processi e solleva importanti questioni riguardanti la carenza diprove oltre alla fattibilità dei sospetti all'interno del caso. Le controversie di questo caso hanno fatto sì che divenisse oggetto di numerosi documentari e che raccogliesse il supporto dell'opinione di diversi artisti qualei: Eddie Vedder dei 'Pearl Jam', Natalie Maines dei 'Dixie Chicks', il produttore e regista Peter Jackson, Winona Ryder e Jonny Depp. Quest'ultimo è diventato amico di Echols, al punto, dicono, da farsi tatuare sul braccio il suo stesso simbolo. Nel 2007, un indeito collegio di difesa presentò una testimonianza forense, mai ascoltata prima, che avrebbe confutato interamente le tesi sostenute nella prima istanza.
Il 4 agosto 2010, la Corte Suprema dell'Arkansas ordinò che, il giudice nominato, riconsiderasse la prova del Dna recentemente esaminata, che avrebbe potuto scagionare i tre ragazzi, e che considerasse la possibilità di negligenza giuridica di entrambi i processi. In previsione del nuovo processo, i tre condannati patteggiarono con l'accusa di un insolito "Alford Plea", nel quale si dichiaravano colpevole, pur mantenendo il loro stato di innocenza. Il 19 agosto 2011 lo Stato dell'Arkansas rilasciò Damien, Jason e Jessie.

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