giovedì 18 dicembre 2014

"Un Natale stupefacente" davvero con Lillo & Greg assecondati da una quasi inedita Ambra Angiolini e diretti da Volfango De Biasi

“Un Natale stupefacente” davvero perché Lillo & Greg sono alle prese con una commedia dove la ‘marijuana’ c’entra. Infatti, alla vigilia delle feste natalizie, narra di zio Remo e zio Oscar (rispettivamente Lillo e Greg) cono costretti a prendersi cura del nipotino di otto anni, Matteo (Calvagna), perché i suoi genitori sono stati ingiustamente arrestati perché accusati di coltivazione illegale di sostanze stupefacenti.
Naturalmente, sono i meno adatti ad occuparsi di un bambino, tant’è che se ne accorgono persino i due assistenti sociali affidati al caso (Montanari e De Filippis), che obbligano i due protagonisti a coinvolgere nella loro vicenda familiare l’ex moglie di Remo (Minaccioni), che ha un rapporto con il ‘tatuato’ Giustino (Calabresi) e la ‘nuova’ ragazza dello sfuggente Oscar, Genny (Angiolini), per mettere in scena, appunto, la famiglia perfetta e così impedire che il piccolo finisca in istituto.
“E’ il 31° anno – esordisce il papà dei cinepanettone Aurelio De Laurentiis, alla presentazione stampa romana -, abbiamo cambiato umore credo tre volte, poi c’è stato il salto all’epoca romana, poi siamo andati ancora una volta in giro per il mondo, dopo indietro nel tempo fino alla preistoria, infine, cambiato cast che, comunque, era rinnovato in continuazione. Fare dei film a episodi è più complicato e riduttivo che un film a tema unico (si riferisce ai precedenti “Colpi di fulmine” e “Colpi di fortuna” ndr.), così con Volfango (De Biasi, già aiuto regista di Neri Parenti nei precedenti ndr.), e attraverso Lillo & Greg i campioni venuti prepotentemente fuori l’anno scorso, che amavamo già a teatro, è nato questo film. Abbiamo pensato si potesse costruire un altro tipo cinema, e proprio lì è cominciato lo sganciamento dal passato e sul come andare avanti. Contiamo su questo rinnovamento, sia piaciuto o meno”.
“Volevamo creare un’evoluzione – ribatte il figlio Luigi -, finiti i contratti col passato, da anni contavamo sui fan del film unico (anziché a episodi ndr.), e ci divertiva l’idea di un film che intrigasse il pubblico, con un titolo familiare per il pubblico appassionato e con un occhiolino alle altre generazione, sperando di aver raggiunto lo scopo di far ridere. Il pubblico ha veramente una smart in mano, visto che chiunque può avere ormai 40mila notizie al giorno. Si sentono gli odori, notato che il pubblico della commedia è molto attivo, perciò abbiamo dato un cambiamento”. “Sono un grandissimo estimatore del loro repertorio – confessa Volfango De Biasi - tant’è che non avevo mai immaginato di fare un film con loro, anche se per due anni ci ho lavorato, cercando di coinvolgere gli attori nel loro lavoro, su quello che avrebbero potuto fare al meglio, e loro ci davano suggerimenti, non solo Lillo & Greg, tutti loro hanno partecipato alla creatività del film”.
“E’ il bambino il protagonista narrativo del film di Natale – aggiunge -, e scrivendo mi dicevo chi lo farà, ma trovare Niccolò (Calvagna, figlio del regista Stefano e ormai in irresistibile ascesa ndr.) ci ha permesso di andare avanti”. “In questo mi sono divertito di più – ribatte la piccola star Niccolò -, questo è quello doc”. “Loro sono due stronzi in questo caso – scherza Paola Minaccioni -, sono sempre così, li conosco da tanto tempo, la cosa vincente è la dimensione del gioco e mantenerlo molto reale. Loro due e un bambino meraviglioso, Lillo & Greg sono sempre molto onesti nel loro gioco, lavorare con loro è stata una fortuna che aspettavo da tanto tempo, e farlo al centro del Natale e portarlo al pubblico del cinema”. “Il rischio l’abbiamo corso due anni fa – riprende il produttore -, l’incasso è stato più debole, poi nel Natale riconquistammo il primato, dopo 40 anni e 400 film trepido come fosse la prima volta, è un mio atteggiamento quasi infantile, scaramantico, anche quelli che dicono il contrario di quello che pensano, con clima che si respira nel cinema in Italia uno dovrebbe fare armi e bagagli e andar via”.
“Sono felicissimo di aver partecipato a un’esperienza del genere, in ogni caso anche vecchio stile – dichiara Paolo Calabresi (a gennaio protagonista di una sit-com, striscia quotidiana, su Raidue, ‘Zio Gianni’ ndr.) -, anche se mi sono incazzato che non fosse ambientata ai Caraibi, ma ho degli splendidi tatuaggi, applicati benissimo. Un’esperienza giusta e gratificante, su una comicità che mi piace perché credibile e surreale, ma pur sempre appoggiata alla realtà”.
“Mi piacerebbe fosse ufficiale – dice, a proposito dell’affiatato trio nato nel film, Ambra – anche se sono arrivata per caso, cercavo di attirarli a me, e poi sapevo che c’erano tutti gli altri. Interpretare Genny è stato come trovarsi in una spa, la ‘bella’ in un ruolo diverso, mai capitato tra le mani, trasformarsi era una cosa necessaria del film. Una bellissima storia con Greg, baciare entrambi, il grugnito di Calabresi”. “Fin dal primo film (“Colpi di fulmine” ndr.) – afferma Lillo - abbiamo avuto la fortuna di una fiducia immediata anche se eravamo vergine al cinema, di intervenire sulla sceneggiatura, visto che da umoristi sappiamo se uno stesso argomento risulta più divertente o meno. Il nostro approccio è un po’ surreale, l’atmosfera favolistica che vestiamo bene, giusta per il clima natalizio, e ci siamo trovati bene col gruppo lavoro. Non mi era mai successo che una donna mi prenda per i capelli e mi baci, non mi capita mai. Ho cominciato come bello ora solo per l’aspetto maldestro, tanto da far cadere le luci sul set”.
“Lillo è un guastafeste, Greg non ci sa fare con le donne”, ribatte Ambra. “Nemmeno io ci so fare con le donne nel film – afferma Riccardo De Filippis, con Francesco Montanari nel ruolo degli assistenti sociali -, il mio personaggio è diverso in tutti i sensi, Francesco è un grande amico, ed è la seconda volta che lo bacio in bocca, scena traumatica del film. Si trattava di rendere credibili due personaggi assurdi, atipici”. “Abbiamo cantato in playback – conferma Greg -, girare non è divertente, c’è tutta una serie di pause, a volte ti fermi per dieci minuti per cambiare le luci, e poi scopri che sei stato sul set dieci ore per girare due minuti, al cinema il più soddisfatto è il regista”.
“E’ anche un film di transizione – dichiara il regista -, non di gag piatte, ma di una comicità di situazioni adatta al cast, dare senso alla scena caricata da quella precedente. Far ridere lo spettatore senza perdere l’evoluzione della storia. Io farei tante letture, abbiamo fatto delle prove, visto i tempi furibondi - 6 settimane e 4 giorni -, e sempre qualche minuto in più. Qualcosa in comune con ‘Paulette’, non so se c’è stato qualche sceneggiatore che l’ha visto, ma sono d’accordo di andare oltre il confine, su un cinema internazionale”. “In questo i nostri personaggi sono più profondi – prosegue -, sono brillanti con umanità, dolcezza semplicità, e ho affrontato con la stessa cura la rappresentazione della verità. E’ noto che i francesi e gli americani hanno metabolizzate le commedie di Mel Brooks e dei fratelli Wachovski. L’approccio con una certa naturalezza fa rendere credibile quello che è poco credibile, gli americani azzardano verso l’assurdo, ma una recitazione credibile ti affascina, per catturarti il tentativo è quello. E’ anche una questione genetica che ti porti da bambino, ce l’hai dentro ed esce quando hai in mente qualcosa”.
“Nel fare la promozione dei film - dichiara Aurelio De Laurentiis -, sono tutti schizzati, nevrotici, bisogna creare un contenuto e un linguaggio diverso, raccontarsi con delle modalità, ma è come fare un atto sessuale da castrato. In tv non hai più 30”, sembrano film di gag, noi puntiamo tutto sul plot e sui personaggi, far capire che i due eroi sono Lillo e Greg, compresa la storia. I nostri esercenti si fanno pagare per i trailer nei cinema, vai al cinema e hai soltanto pubblicità cinematografica trailer di 2’ e 40”. Io sono messo all’indice, purtroppo abbiamo il manico in mano e non si sa perché non lo facciamo, siamo la schifezza dell’inefficienza, vogliamo distribuire i film in maniera migliore ma la guerra sull’incassi è sempre più affannata, di proporre venti film insieme, mentre da maggio ad agosto niente. Stessa data degli Usa, difficile navigare in acqua incontrollate. Abbiamo Anica, Agis e non servono a nulla, solo al capo dell’organizzazione, non serve al mercato unico da curare, è inutile fare film, né alle persone che vanno al cinema. Vedo spesso le presentazioni con le luci accese e l’audio fuori uso, prima durante il teaser applaudivano”.
“Sono figlio di una femminista – riprende il regista - ed è imprescindibile non fare una commedia senza personaggio femminile, la donna usa e getta non mi interessa; e di solito è la donna a scegliere il film, che ci fa capire cosa piacerà, perché spesso il nuovo non viene capito. De Filippis-Montanari vengono dalle web series, dall’underground e fanno ridere con i personaggi degli assistenti sociali, e dovevano trovare la poesia, l’umanità e la tenerezza che erano nei personaggi, e dovevano raccontare anche una storia di sé. Devo ringraziare il sacro cinepanettone, perché tutti gli attori e la troupe hanno lavorato alla preparazione”.
“Gli attori sono di una bravura spettacolare – aggiunge Greg -, sono stato incollato allo schermo per vederli. E’ bellissimo lavorarci e rivederci. Secondo me è tutto azzeccato”. “Dichiaratamente è per tutti quanti - dice Ambra -, spesso ti chiedono ‘ma fai il film di Natale?’, però i film si scelgono per la storia, per il cast, per il personaggio che c’è dietro. La cosa è che mi è stato proposto un ruolo molto bello, anche fisicamente, e abbiamo lavorato tutti sullo stesso livello, mi è stato chiesto di trasformarmi. Sono già troppo ingombrante rispetto al passato, e ciò mi ha dato la possibilità di fare bene il mio lavoro, una parte anche distante da me, credo sia un dato importante, ho visto come stare attenta, e ho potuto di cambiare ‘vestito’”.
“Cambio rotta perché lavoro con attrici ‘bone’ e qui lo sono anch’io – scherza la Minaccioni -, per il cambiamento devo ringraziare gli autori perché sono felicissima del ruolo che faccio, perché mi piace poter affrontare caratteri diversi. Per assurdo, il personaggio del film di Natale possa lasciarsi andare alla dolcezza, una donna in crisi esistenziale che si sveglia con un vuoto e la voglia di lasciare il marito, ma non lo sa. A tutto tondo è il film di Natale”. Gli incassi del precedente “Colpi di fortuna” sono stati 10.900.000 euro, staremo a vedere se “Un Natale stupefacente”, in sala dal 18 dicembre in 650 copie distribuito da Filmauro, riuscirà a superarlo o almeno a raggiungerlo. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5)

Nessun commento: