giovedì 12 febbraio 2015

"Selma - La strada per la libertà" di Ava DuVernay, il primo film incentrato sulla figura di Martin Luther King e la sua battaglia pacifica per il diritto umano al voto. Candidato all'Oscar

Ecco il primo grande film incentrato sulla figura di Martin Luther King e di una delle su più grandi pacifiche lotte per i diritti civili, in particolare per il diritto al voto degli afroamericani, contemplato dalla Costituzione americana, ma ostacolato dalla discriminazione razziale e dall’intolleranza da parte di funzionari, burocrati e autorità ‘bianche’, nonché dalla maggioranza della popolazione apertamente razzista dello Stato.
Da qui il bisogno della regista Ava DuVernay di raccontarlo sul grande schermo, discostandosi dal mito per mostrarci il Dr. King come un uomo in carne e ossa, tra difetti e incertezze, ma spinto da una forza d’animo e da un’energia, intensificate dall’attivismo delle persone che lo circondavano e lo sostenevano con entusiasmo. “Selma - La strada per la libertà” è, quindi, un film antiretorico che offre una lucida ricostruzione dei fatti quotidiani e storici e disegna il ritratto di persone realmente esistite. Niente santino né vuoto monumento.
“Siamo portati a pensare a King – precisa, infatti, la regista – come a una statua, un discorso o una vacanza, ma lui era un uomo, un uomo che aveva relazioni complicate, che era molto umano; un uomo che è morto all’età di 39 anni combattendo per la libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo. Penso che se smonti il suo mito, ti rendi conto che la sua forza interiore è qualcosa che tutti noi abbiamo. Se solo fossimo in grado di accederci potremmo fare grandi cose”. Poco dopo aver ricevuto nel 1964 il Premio Nobel per la Pace, ovvero nella primavera dell’anno successivo Martin Luther King (un perfetto David Oyelowo) si ritrova ad affrontare una serie di eventi drammatici che cambieranno per sempre la rotta degli Stati Uniti e il concetto moderno di diritti civili.
Un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati proprio da King Jr., per tre volte tenta di portare a buon fine una marcia pacifica in Alabama, da Selma – appunto – a Montgomery, con l’obiettivo di ottenere l’imprescindibile diritto umano al voto. Nel frattempo, lo stesso King incontrerà diverse volte il presidente Lyndon Johnson per trovare un accordo per cui il diritto al voto diventi un fatto reale e non solo teorico. Ma lo stesso Johnson temporeggia, rimandando sempre la decisione ufficiale per evitare conflitti interni al governo e non rischiare il proprio status.
La scioccante e feroce repressione risvegliano l’America democratica, tant’è che molti intellettuali, artisti e semplici cittadini bianchi marceranno insieme ai concittadini afroamericani e verranno anch’essi malmenati e uccisi, fino alla trionfante marcia finale e il passaggio del Voting Rights Acts del 1965, oramai parte incancellabile della Storia contemporanea. Ma queste battaglie politiche negli uffici del potere né la determinazione e la fede della gente nelle strade né la lotta interiore che il Dr. King ha dovuto affrontare nel privato, erano mai state portate sul grande schermo.
Ben girato ed efficacemente interpretato, “Selma” - vincitore del Golden Globe per la migliore canzone originale (Glory) e candidato a 2 premi Oscar per il miglior film e per la stessa canzone originale - è uno di quei rari casi di cinema impegnato e civile hollywoodiano in cui non ci sono eccesso di buonismo né di retorica, ma una giusta e sobria ricostruzione storica priva di compromessi; il ritratto pubblico e privato di un grande uomo che in modo pacifico ha tentato di cambiare l’America e il mondo. Un film che provoca ora indignazione ora emozione nello spettatore e da aggiungere alla lunga lista di episodi e personaggi ‘da non dimenticare’ del XX secolo, perché sebbene può sembrare che da quei fatti siano passati cent’anni sono, invece, trascorsi appena cinquanta.
Nel bel cast, Tom Wilkinson (presidente Lyndon B. Johnson), Cuba Gooding jr. (Fred Gray), Alessandro Nivola (John Doar), Carmen Ejogo (Coretta Scott King), Lorraine Toussaint (Amelia Boynton), Tim Roth (governatore George Wallace), Oprah Winfrey (Annie Lee Cooper), Tessa Thompson (Diane Nash), Giovanni Ribisi (Lee C. White), Common (James Bevel) e Colman Domingo (reverendo Ralph Abernathy). José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle cinema italiani dal 12 febbraio distribuito da Notorious

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