sabato 5 settembre 2015

Delude le aspettative degli appassionati "Sinister 2", un sequel diretto da Ciàran Foy e prodotto dall'attivissimo Jason Blum

Dal produttore Jason Blum e la sua Blumhouse Productions (da “La notte del giudizio” a “Paranormal Activity” e “Insidious”, ecco il sequel della nuova saga nata proprio sull’onda del successo dei precedenti. Ma purtroppo “Sinister 2” delude le aspettative non solo degli appassionati del genere.
Certo, il precedente horror non era certo eccezionale, ma se aveva un’idea di partenza trita e ritrita, riusciva a provocare nello spettatore qualche brivido oppure i classici scatti di paura improvvisi, che sono il succo di un genere tra i più terapeutici del cinema.
Infatti, uno è il comico e/o la commedia dove il mezzo è la risata liberatoria che ci fa sentire meglio durante la proiezione; come del resto l’effetto della paura e dell’orrore percepiti nel buio della sala servono da sfogo alle angosce quotidiane, per darci poi, all’uscita della sala, il sollievo di sentirsi ‘ancora vivi’, cioè sopravvissuti ad ogni sorta di orrore e terrore contrariamente a quanto accade ai protagonisti dell’horror appena visto.
“Sinister 2” diretto da Ciaràn Foy e ancora sceneggiato dal regista del primo episodio Scott Derrickson (anche co-sceneggiatore di “Devil’s Knot” di Atom Egoyan) con C. Robert Cargill, non ci ha nemmeno inquietato né spaventato nonostante il cuore della storia siano i bambini, vivi o fantasmi che siano, di solito fragili, ingenui e indifesi, già al centro di capolavori del genere, tra letteratura e cinematografia, da “Il signore delle mosche” di Peter Brook (1963), da William Golding, e “Suspense” (The Innocents) di Jack Clayton (1961), da Henry James, a “Ma come si può uccidere un bambino?” di Narciso Ibañez Serrador (1976), da Juan José Plans.
Dylan e Zach Collins (interpretati dai fratelli Robert e Dartanian Sloan) sono stati portati segretamente dalla madre iperprotettiva Courtney (Shannyn Sossamon (nota per la serie tv “Wayward Pines”) in una casa di campagna dell’Illinois, per sfuggire all’ex marito e padre Clint (Lea Coco), un uomo violento che in passato ha duramente maltrattato lei e il figlio Dylan.
Ma questa mamma adorabile e protettiva non sa che la casa in cui hanno trovato rifugio è stata scenario di efferate morti violente, fatto che invece conosce benissimo l’ex vicesceriffo senza nome (James Ransone, unico personaggio rimasto del film originale) che vorrebbe bruciarla prima che ridiventi il luogo d’azione dello spettro/demone Bughuul (Nick King). Quando l’uomo, nel frattempo diventato il detective privato So & So, incontra Courtney e i suoi figli decide di salvarli sia da Clint - che ormai è sulle loro tracce - sia dalla terribile influenza vendicativa che l’orribile spettro ha sui bambini vivi o… morti.
Chi non ha molte pretese o non è nemmeno un patito del genere potrà forse trovare qualcosa che non abbia ancora visto e qualche brivido in extremis, soprattutto dai ‘filmini’ delle orribili massacri familiari compiuti dai bambini passati a miglior vita e tornati come fantasmi, almeno queste riprese originali, tranne quella della precedente pellicola. José de Arcangelo
(1 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 3 settembre distribuito da Koch Media – Midnight Factory

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