lunedì 25 gennaio 2016

Per non dimenticare approda in sala "The Eichmann Show" la storia vera del processo in diretta al feroce criminale nazista

Ancora un dramma per non dimenticare, una storia vera per ricordare e far conoscere ai più giovani, quello che è stato considerato oltre cinquant’anni fa, il processo del secolo, dato che per la prima volta trasmesso in una sorta di mondovisione in differita, perché sul banco degli accusati c’era il feroce criminale nazista Adolf Eichmann, catturato in Argentina, portato e processato in Israele.
Da quei filmati per il video, ripresi per giorni e giorni, era stato ricavato un documentario che successivamente venne proiettato nei cinema di tutto il mondo (“Eichmann, sicario del diavolo” di Erwin Leiser), e che è stato riproposto una quindicina d’anni fa anche in Italia nella versione “Uno specialista - Ritratto di un criminale moderno” di Eyal Sivan (1999), in un efficace montaggio dei momenti più salienti nell’aula del tribunale. Ora sono stati ricostruiti con grande impegno e passione i retroscena di quel processo in un lungometraggio sceneggiato da Simon Block e diretto da Paul Andrew Williams – entrambi giovani e non sapevano quasi niente sul caso - che viene presentato in ‘uscita evento’ in occasione della Giornata della memoria.
“Avevo letto del processo qualche anno fa – confessa Block -, ma sapevo solo che era stato filmato. Non avevo idea del fatto che le riprese fossero state effettuate da un network televisivo né di quanto fosse stato ripreso – cioè ogni giorno per tutta la durata delle udienze. Non conoscevo affatto i protagonisti, cosa avessero dovuto affrontare per realizzare quel lavoro, per portarlo avanti giorno dopo giorno, né delle decisioni artistiche che avevano dovuto prendere”. “E’ un teama che mi interessa sotto ogni punto di vista – ribatte Williams -,ed è stato fantastico che me l’abbiano proposto. I due protagonisti mi sembravano molto interessanti, con le loro opinioni contrastanti su alcune questioni, ma entrambi decisi a far conoscere al mondo questa storia”.
Gerusalemme, 1961: il geniale e intraprendente produttore televisivo Milton Fruchtman (un inedito Martin Freeman) assume il regista Leo Hurwitz (perfetto Anthony LaPaglia) - finito nella ‘lista nera’ di McCarthy e, quindi, costretto ad una disoccupazione forzata -, per le riprese televisive del processo a Eichmann.
Un’occasione più unica che rara per Hurwitz perché si tratta di un lavoro dalle dimensioni epocali: per la prima volta nella storia un processo sarebbe stato trasmesso in televisione e per la prima volta tutto il mondo avrebbe assistito alle scioccanti testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto i cui resoconti, allora, non venivano fino in fondo creduti, nemmeno dagli stessi ebrei, tanto erano inaccettabili gli orrori perpetrati dai nazisti.
Un solido e toccante dramma dal vero, un episodio della Storia contemporanea che, non solo rispolvera ancora una volta una delle più grandi tragedie del Novecento, ma anche il secondo dopoguerra, ovvero gli anni della cosiddetta Guerra fredda in cui l’ombra nazista non era del tutto scomparsa (produttori e regista erano oggetto di ricatti e minacce dirette e indirette), mentre erano in ascesa quelle del comunismo e dell’anticomunismo, rappresentati rispettivamente da Urss e Usa, Russia e America.
“Sono un appassionato di storia – dice Anthony LaPaglia -, quindi sapevo di Eichmann, della sua estradizione e del processo, e avevo persino visto il processo, ma non avevo mai riflettuto su come fosse stato ripreso. Siamo così circondati dai media che qualche volta dimentichiamo cosa effettivamente è richiesto per girare qualcosa, specialmente un evento universale e importante come questo, che doveva essere ripreso nel modo giusto”. E poi aggiunge: “Il tema del film era per me assolutamente inedito e mi è sembrato molto interessante per cui ho deciso di accettare. Con Martin Freeman al mio fianco e Paul Andrew Williams alla regia, non è stata una decisione difficile da prendere, è stato un sì convinto!”
Nel cast anche Rebecca Front (signora Landau), Zora Bishop (Eva Fruchtman), Andy Nyman (David Landor), Nicholas Woodeson (Yaakov Jonilowicz), Ben Lloyd-Hughes (Alan Rosenthal), Ben Addis (Ron Huntsmann), Ian Porter (corrispondente del New York Times) e Vaidotas Martinaitis (Adolf Eichmann), ma i primi piani del processo sono quelli delle riprese originali. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane il 25 – 27 gennaio 2016 distribuito da Lucky Red LE LOCATION Il film è stato girato a Vilnius e Malta perché i luoghi originali non erano più adatti alla ricostruzione d’epoca.
“Abbiamo fatto delle riprese di prova a Gerusalemme – ha dichiarato il produttore Laurence Bowen – ma il vero edificio usato per il processo è ora usato come centro sociale e come teatro. Siamo riusciti a trovarne una copia praticamente identica a Vilnius – persino il colore dei posti a sedere e la forma del palco sono molto simili, così siamo riusciti a trasformarlo nella nostra aula di tribunale. Avevamo uno straordinario arredatore che ha riprodotto la stanza di regia e ricostruito tutti i monitor e le attrezzature tecniche. Malta viene utilizzata spesso come location al posto di Gerusalemme perché la sua architettura in alcune zone è molto simile, per cui abbiamo girato quasi tutti gli esterni lì”.

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