giovedì 28 gennaio 2016
Una commedia 'Buddy Buddy' all'italiana per Carlo Verdone & Antonio Albanese: "L'abbiamo fatta grossa", un piacevole giallo-rosa 'malincomico'
Carlo Verdone tenta di rinnovarsi chiamando accanto a sé il collega Antonio Albanese per una commedia giallo-comica – degli equivoci - vecchio stampo che offre ai due attori l’occasione di gustosi duetti in un incontro-scontro che, se mette in contrasto il loro stili diversi, li accomuna nella loro comicità surreal-infantile sempre efficace.
“Questa commedia nasce dall’esigenza di fare un film differente dagli ultimi – esordisce Verdone alla presentazione stampa -, nei quali i rapporti generazionali o all’interno della famiglia erano stati il fulcro dei racconti. Sentivo il bisogno di staccarmi dal problema sociale (almeno in parte) e di dare più spazio alla fantasia, partendo dalle figure dei due protagonisti. La storia parte da un investigatore privato che per conto di un attore che, divorato dal panico per l’abbandono, dimentica le battute e perde il lavoro, è costretto a pedinare la moglie. Ma, durante un appuntamento, intercetta qualcosa che non dovrebbe e… questo è la morte sua”.
“L’ho pensato così in piena libertà – aggiunge -, passando dallo scontro generazionali e i padri separati, al rapporto complementare con Antonio per creare quasi una favoletta molto fisica con un accenno di critica di costume nel finale. Avevo bisogno di liberarmi da personaggi che avevo fatto, dovevo sterzare, altrimenti non sarei qui, ho cercato di lavorare essendo sempre onesto col pubblico, perché è quello che mi sentivo di fare”.
“L’incontro professionale con Carlo è stato motivato dal suo percorso – ribatte Albanese -, sono stato seguito e guidato ma libero di suonare le corde di questo mio corpicino. Carlo è un grande professionista e, forte del fatto che nel nostro mestiere bisogna confrontarsi, cambiare, essere curiosi, eccoci qua: è nata un’amicizia e mi farebbe piacere rifare questa combinazione”.
“La cosa più bella è che siamo diventati molto amici – conferma Verdone -, anche se apparentemente siamo così diversi; ha vinto la passione per l’arte e il suo spirito lombardo mi piace perché ha fatto scattare un rispetto e un affetto reciproco vero”.
E nessuno ha tentato di scavalcare l’altro – aggiunge Albanese -, Carlo è un attore e regista generoso, uno dei migliori partner che ho mai avuto”.
“Se il pubblico apprezzerà il film – dichiara Verdone – ci penseremo fra due anni, intanto lui farà il suo film ed io il mio. Bisogna unire le cose, creare la coppia, ma ognuno deve seguire per la sua strada. Siamo diversi ma quando siamo insieme viene fuori la scintilla tra uno e l’altro, tutto perfetto perché ci unisce moltissimo la stessa, identica, ironia”.
Poi l’attore-regista accenna che il primo soggetto, scritto sempre con Pascuale Plastino, a cui si è aggiunto in fase di sceneggiatura Massimo Gaudioso, è di due anni fa ma che si era rivelato pieno di difficoltà, molto ostico ma raffinato e prevedeva la partecipazione di Jane Fonda. “Ho sempre pensato a me e a lui – dice di Albanese – perché in realtà i personaggi sono due sfigati, due ex; io un ex carabiniere, lui ex marito ed ex attore”.
Su Roma afferma: “Abbiamo scelto alcuni quartieri e vie poco battuti e poco visti sul grande schermo (il quartiere Castrense il Nomentano, alcuni scorci di Monteverde Vecchio, l’Aurelio, Centocelle e il Trionfale), il teatro di Villa Torlonia e un bar di Testaccio che sembra pasoliniano, anzi credo ci abbia girato una scena di ‘Acattone’, perché è rimasto com’era negli anni ‘50”.
Albanese, invece, ricorda la sua folgorazione a 18 anni quando ha visto “Bianco, rosso e Verdone”, dove “riusciva ad esaltare le sue capacità di raccontare il Paese e il carattere italiano con un’ironia così fine e diversa. E’ un grande maestro del carattere e, visto che nemmeno io so imitare, indirettamente mi rifaccio alla sua scuola perché i caratteri li ho sempre amati e rispettati. Carlo è stato davvero una guida”.
La protagonista femminile è Lena, una barista che sogna di cantare al Teatro dell’Opera, interpretata dalla rivelazione “Anna Kasyan – dice Verdone -, cantante lirica armena di chiara fama (avevo lavorato con lei ne ‘La Cenerentola’ di Rossini in mondovisione, nel ruolo di una delle sorellastre, Tisbe). Avevo già allora intuito una grande predisposizione per la recitazione comica. Sarà una sorpresa per il pubblico”.
Nel cast sempre caratteristi di lusso: Francesca Fiume (Giorgia), Clotilde Sabatino (Carla), Virginia Da Brescia (zia Elide), Federigo Ceci (avvocato Franciosa) e con Massimo Popolizio (‘Uomo elegante’) e l’amichevole partecipazione di Giuliano Montaldo. Anche la bella fotografia firmata da Arnaldo Catinari.José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5)
Nelle sale italiane dal 28 gennaio distribuito da Filmauro in 850 copie
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