giovedì 18 febbraio 2016

"Onda su onda" fino a Montevideo via mare per ritrovare un senso alla loro esistenza per il duo Rocco Papaleo-Alessandro Gassmann

Più malinconico che comico il terzo film di Rocco Papaleo regista “Onda su onda” di cui è coprotagonista con Alessandro Gassmann, entrambi assecondati dalla giovane attrice uruguayana Luz Cipriota, già vista da noi nella fiction “Terra ribelle 2”, ma attiva anche nel cinema argentino e del suo paese. Perché proprio l’Uruguay, considerato ‘la Svizzera del Sudamerica’, ovviamente tranne nei periodi delle dittature militari?
“Le rivoluzionarie dichiarazione dell’ex Presidente dell’Uruguay José Mujica – scrive nelle note l’attore-regista -, mi hanno spinto a documentarmi su un paese del quale, mi sono reso conto, sapevo troppo poco. Pian piano, ogni cosa che scoprivo sull’Uruguay, Paese che non avevo mai visitato personalmente, mi affascinava e mi incuriosiva. Questo luogo, stretto tra due colossi come Brasile e Argentina, mi ricordava la mia piccola regione italiana, la Basilicata che, anch’essa stretta tra due più importanti regioni, ha sviluppato peculiarità e carattere unici e inconfondibili. Le settimane che ho passato a Montevideo (la capitale ndr.) e dintorni per preparare e girare il film hanno confermato le mie sensazioni di un Paese sobrio e orgoglioso, nostalgico e progressista…”
La storia. Ruggero (Gassmann) è un cuoco solitario e ‘antisociale’ e Gegè (Papaleo) un esuberante ex cantante che deve raggiungere Montevideo per un concerto, a trentacinque anni dal primo, occasione imperdibile per il rilancio della sua carriera. Almeno è quello che spera, ma tra i due ‘nemi-amici’ – a bordo della stessa nave - non corre buon sangue. Però un evento inaspettato li costringerà, appunto, ad un’amicizia forzata. E, nella capitale ‘uruguaya’ li accoglierà una giovane donna, Gilda Mandarino (Cipriota), presunta organizzatrice dello spettacolo. Naturalmente non tutto, anzi niente andrà come previsto, perché nemmeno è come sembra e ha una conclusione da ‘telenovelas’.
“I due personaggi sono molto diversi, anche se all’inizio il cuoco l’avevo pensato per me – esordisce Papaleo alla presentazione stampa romana -, ma trovare un attore per Gegé andando avanti non è stato facile. Poi ho pensato che l’ideale era far interpretare Ruggero ad Alessandro, distante da me e da Gegé nell’aspetto fisico perché credevo che in un cuoco sconfitto e auto emarginato ci fosse il corpo di un eroe. Lo conosco, lui è un primo attore di natura e di nascita, uno di quelli eroi con la spada. Affidargli la parte, in cui intravedo la sua potenzialità e larghezza, è stata un colpaccio, ma mi rode un po’ perché mi mette in ombra. I due sono archetipi da contrapporre e trasformarli poi, da cani e gatti ad amici che finiscono per farsi del bene reciproco”.
“Ogni volta che Rocco fa il regista – ribatte Gassmann – mi fa fare dei viaggi molto belli soprattutto per me che sono una viaggiatore seriale. Sia in Basilicata che in Uruguay ho avuto la sensazione di stare in un luogo dove non succede nulla, invece è il posto dell’incontro di due personaggi agli antipodi. Massimiliano Gallo (il bravo attore che interpreta il ruolo del bizzarro capitano del cargo che sogna di guidare una nave da crociera ed è idrofobo ndr.) è rimasto a Napoli, dove stiamo girando una lunga serie televisiva. Io mi sono preso la giornata e lui ha dovuto proseguire”.
“Non avevo visto nessun film suo – confessa Luz Cipriota -, quando l’ho conosciuto non ne sapevo troppo. Però mi sono sentita subito a mio agio, c’è stata una ‘connessione’, un feeling e allora ho cominciato a vedere tutto quello che aveva fatto prima. Il primo incontro è stato come un’intervista, dopo il provino in italiano, visto che in ‘Terra ribelle 2’ ero stata doppiata, per vedere se potevo recitare in un’altra lingua”.
“Dopo aver pensato che a Montevideo ci fosse un’assonanza – riprende Papaleo – vi sono andato per il casting e i sopralluoghi ed è scattata una vera passione, una curiosità, una suggestione, anzi la folgorazione e ho deciso di raccontarla perché astratta. Con Federica Pontremoli e Valter Lupo (i co-sceneggiatori ndr.) cerchiamo di raccontare un realismo non proprio fantastico, una realtà vera ma un po’ onirica, poetica. Montevideo è una città sospesa, dall’architettura incoerente, ideale per raccontare di due ‘comici spaventati e guerrieri’ come noi, dove potevamo essere divertenti e malinconici allo stesso tempo. Ho cercato di immaginare Montevideo in bilico tra commedia e poesia del paesaggio”.
“Non amo fare provini - prosegue -, quando ho conosciuto Luz si è diventato subito un incontro basato sull’umanità, si è creata una certa empatia. Poi ho deciso di richiamarla, anche se sapevo che era lei quella giusta, avevo notato in lei una certa musicalità e le ho chiesto di cantare. Ha scritta una canzone bellissima (con le musiche di Spinetta jr., figlio del leader di una celebre band argentina anni ’70, e che l’attrice ci ha cantato dal vivo e in diretta ndr.), più bella di quella che canto io, ma poi l’ho levata – ironizza -, perché l’unico che canta devo essere io”.
“Rocco è un regista jazz – conclude Gassmann -, parte da una scrittura solida, poi ha un orecchio attento da musicista, fa dei film perché vuole cantare. Le sue doti sono l’ascolto e l’intelligenza, riconosco in lui il regista teatrale che è in me, perché ascolto chi ha deciso di collaborare tecnicamente. Rocco mi piace perché fa delle cose apparentemente incorrette o imperfette, un valore aggiunto al film”. “Quando parla Alessandro bisogna prenderlo sul serio – ribatte Papaleo -, ascolto non per generosità ma perché è una qualità che ho cercato di affinare fin da ragazzo. Lui è uno che dice le cose da artista trasversale, da uomo di un certo spessore che non dice solo cazzate e le sa anche dire. Alcune soluzioni le ha trovate lui, non dico mai se non le ho pensate io, non le faccio”.
“Non a caso mio padre diceva ‘siate molto servili coi produttori’ e lo diceva in questo senso”. E a proposito di uno spettacolo teatrale dal film, l’autore chiude con una battuta. “E’ un’idea da sfruttare come un maiale, cinema, teatro, gadget, disco… anzi se ne ricavava anche un viaggio in nave. Non si butta niente”. Chi ama Papaleo, regista di “Basilicata Coast to Coast” e di “Una piccola impresa meridionale”, non verrà deluso anche se sul divertente trionfa il sentimental-malinconico, e i duetti stavolta funzionano meno di altre volte.
Nel cast, oltre Massimiliano Gallo (comandante De Lorenzo), anche Calogero Accardo (Eros), Silvia Perez (Rosalba Bolena), Arturo Valiante (Guerino Rondolone), Francesco Accardo (Calogero Accardo), Jorge Noya (Pedro Villani), Miguel Terni (otorino/chirurgo), Gustaf (presentatore tivù), Virginia Fernandez (Morgana) e Leandro Nunez (Ramon, l’attore). La fotografia è firmata dall’uruguayana Maur Morales e il montaggio da Christian Lombardi. Le muische sono di Francesco Accardo e Rudy Pusateri. Le canzoni sono di Arturo Valiante, Francesco Montefiori e Papaleo, tranne quella di titolo, “Onda su onda”, di Paolo Conte che viene solo accennata. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale dal 18 febbraio distribuito da Warner Bros. Pictures Italia

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