mercoledì 22 giugno 2016

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle manie degli esseri umani in "Kiki & i segreti del sesso" di e con lo spagnolo Paco Leòn

Dopo lo straordinario successo ottenuto in patria (6 milioni di euro al botteghino) approda nelle sale italiane la commedia spagnola campione d’incassi “Kiki & i segreti del sesso” dell’attore e regista Paco Leòn, adattamento del film australiano “The Little Death” (2014). Una commedia divertente ma tutt’altro che trasgressiva e/o volgare come si potrebbe credere. Infatti, il titolo
originale “Kiki, el amore se hace” recita “L’amore si fa”, perché è soprattutto un film sull’amore che, ovviamente, senza sesso non è mai completo. E per farlo, senza pregiudizi né prevenzioni, prende spunto da quelle manie o perversioni che lo fanno nascere e sopravvivere tramite il sesso, appunto.
Una commedia a episodi paralleli e non incrociati – afferma il regista a Roma per presentarlo - come nell’originale australiana che recupera “il canto alla libertà sessuale hippy, ovvero il fate l’amore non la guerra”. Secondo l’autore è “uno slogan ancora molto valido, perché la vita trascorre velocissima e dobbiamo godercela, annusarci gli uni con gli altri, e avere l’eccitazione
che vogliamo. Ce ne sono tantissimi, nella mia ricerca ne ho scoperto tanti modi di eccitarsi, c’è persino chi si eccita con gli errori di ortografia, ne ho scoperto degli altri e così l’ho aggiornato rispetto all’originale, magari il mio film è più blando, ma luminoso e divertente. Ma nessuno si è scandalizzato, perché l’ispirazione viene dalla realtà, ma contro il pregiudizio e l’intolleranza: la tolleranza è una necessità assoluta, è inspiegabile che ad uno dia fastidio quello che fa l’altro”.
“Dio ha detto amatevi gli uni agli altri – prosegue -, l’unica cosa da imparare è il modo, e ciò non lo contraddice. C’è differenza tra la teoria e la pratica morale, però la maggior parte della gente non condivide la morale istituzionale, il matrimonio omosessuale è un primo passo per avvicinare la legge alla gente. Esiste il sesso senza amore e l’amore senza sesso, ma se le due cose vanno insieme è meglio, l’amore di coppia è più maturo, e bisogna continuare a lavorare per restare insieme anche quando è dura. Resettarlo perché la fiamma continui a essere viva”.
Adattata dal regista con Fernando Pérez, la sceneggiatura di “Kiki” narra cinque divertenti storie parallele d’amore e di bizzarre fantasie sessuali. Natalia (Natalia de Molina) e Alex (Alex Garcia) sono belli, giovani e moderni ma lei è affetta di Arpaxofilia, cioè si eccita se viene aggredita. E lui, geloso, tenta di accontentarla. Maria Candelaria (Candela Peña, da “Tutto su mia madre” a “Ti do i miei occhi” e “Latin Lover”) scopre che si eccita quando il marito Antonio (Luis Callejo)
piange e, visto che il medico raccomanda di intensificare gli orgasmi per avere maggiori possibilità di restare incinta, ci prova con ogni mezzo. Paco (Leòn stesso) e Ana (Ana Katz), giovane coppia sposata da un decennio, hanno una figlia e ricercano costantemente un nuovo modo per riaccendere la passione. Dopo aver sperimentato l’Erotolalia, l’Urologia e il Fursiut si presenta all’improvviso un’amica di Paco, Belén in crisi con la sua compagna. E, involontariamente, li spingerà a scoprire il Poliamore.
Il chirurgo plastico José Luis (Luis Bermejo) vive nel suo meraviglioso villino con la moglie Paloma (Mari Paz Sayago), intrattabile e ridotta su una sedia a rotelle, e la loro domestica filippina, Loreley. Respinto dalla consorte, scopre di essere preso da Sonnofilia e che grazie a questa perversione riesce a recuperare la vecchia fiamma della passione. E, con la complicità non disinteressata della colf, ce la farà.
Sandra (Alexandra Jiménez), ragazza molto speciale e un tantino nevrotica, convive con un’iguana gigante, è intollerante al lattosio, ha problemi di udito e soffre di Efefilia, si eccita a contatto della seta. Incontrare l’amore della sua vita non è facile, ma quando riceve una telefonata al Call-Center dove lavora traducendo nel linguaggio dei segni le chiamate, tutto sembra cambiare.
Dimenticate Almodovar, “Nymphomaniac” e i ritratti psicologici – anche se involontariamente ci ha ricordato il vecchio “Sexoanalisis” (La mano sulla psiche, 1968) dell’argentino Héctor Olivera (quello di “Piccola sporca guerra”) che già allora ‘analizzava’ con grande ironia e coraggio feticismo, manie e traumi) -, perché “Kiki” è un fresco invito ad accettare le proprie perversioni e quelle altrui se queste riescono a mantenere vivo l’amore. Dato che ci sono “molte maniere d’amare e tutte valide”, nella festa popolare del gran finale tutte le coppie s’incontrano per la prima volta, dove confluiscono “mille modi diversi d’amare e tante sessualità. Infatti, non volevo un tragico finale gratuito come nel film australiano così come non volevo mischiare le storie”.
“L’effetto della pellicola su di me? – dichiara – Ho perso la parte noiosa della mia vita sessuale, ho scoperto delle opzioni meravigliose. Si sostiene che usiamo solo il 20 per cento della parte del cervello riservata all’intelletto, credo che anche riguardo il sesso ne usiamo altrettanto, non di più. Anche perché con l’età i gusti cambiano, da piccolo non mi piacevano gli spinaci ora invece sì. Credo che col sesso accada la stessa. Bisogna usarlo altrimenti la vita è un bicchiere mezzo pieno. Credo che molta gente goda del suo corpo. E anche se l’ha detto Miley Cyrus è la verità: abbiamo più libertà di quella che usiamo. Infatti, possiamo fare tutto quello, anche uscire da quella porta e scopare con chi vogliamo!”
E conclude sugli attori: “Per me l’interpretazione è la cosa più importante perché sono anche attore, perciò mentre scrivevo già pensavo al casting. I miei attori non hanno un copione, questo è il mio terzo film da regista, e non seguiamo la sceneggiatura ma interpretiamo, sanno chi sono e cosa succede nel film, ma possono improvvisare, così tutto risulta più reale. In questo caso solo imparare il linguaggio dei segni ha richiesto un po’ di studio”. Il film, comunque, era già stato venduto prima dell’uscita in Spagna, in Portogallo, Grecia, Sudamerica, Canada e Giappone. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 23 giugno distribuito da Videa HANNO DETTO “Sexy e trasgressivo” (Hollywood Reporter) “Una commedia delicata, libera da tabù e complessi, tenera e senza giudizi” (El Periodico) “Una commedia degna di Robert Altman” (El confidencial) “Superbo, esilarante” (La Razon)
“Un cast perfetto per un film accessibile a tutti” (El Pais) “Provocante, insolente, politicamente scorretto. Fresco e divertente” (El Mundo) “Paco Leòn è una delle voci più originali nella cinematografia spagnola… Un cast ispirato” (La Vanguardia) “Dolce, attraente e godibile, vi lascia con un delizioso sapore in bocca e un sorriso sulle labbra”

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