mercoledì 1 giugno 2016

Un sorprendente mélo per due storie d'amore suggestive e tormentate, travolgenti e poetiche in "Tra la Terra e il Cielo" di Neeraj Ghaywan

Due storie d’amore suggestive e tormentate, travolgenti e poetiche si incrociano sulle rive del Gange così come si mescolano le vite di diversi personaggi con le storie d’amore, liberta, emancipazione in un lucido ed emozionate melodramma: “Tra la Terra e il Cielo” (Masaan), opera prima di Neeraj Ghaywan, sceneggiata da Varun Grover, vincitrice nella sezione Un Certain Regard
del Festival di Cannes del Promising Future Prize e del Premio Fipresci 2015. E premiata anche come Miglior debutto (Golden Lotus Award) ai National Film Awards dell’India, per il Miglior film e il Miglior regista al SAARC Film Festival dello Sri Lanka e il premio del pubblico al Miglior regista esordiente allo Zee Cine Awards.
Ma Benares (Varanasi), la città sacra sulle rive del fiume, dove sono ambientate le vicende, riserva una severa punizione a coloro che giocano con le tradizioni. Il giovane Deepak (Vicky Kaushal) – che vive nella zona vicina al cimitero dove lavora tutta la sua famiglia – si innamora di una ragazza, Shaalu (Shweta Tripathi) che appartiene a una casta diversa dalla sua.
Devi (Richa Chadda), una giovane studentessa, è tormentata dal senso di colpa per la scomparsa del suo primo amante. Vidyadhar Pathak (Sanjay Mishra), suo padre, è vittima della corruzione della polizia mentre Jhonta (Nikhil Sahni) è un ragazzino alla ricerca di una famiglia. Però tutti senza eccezioni aspirano a un futuro migliore, divisi tra le esigenze imposte dalla modernità e il fedele attaccamento alle tradizioni.
Un sorprendente metafora dell’India stessa, piena zeppa di contraddizioni, realistica e al tempo stessa poetica, in bilico tra straordinaria bellezza e antiche miserie, tra amore e morte, sogno e delusioni. Un mélo in raro equilibrio tra desiderio romantico e tragica realtà, mai sopra le righe e lontano dai facili effetti, contrastato nel modo giusto da un’ottima fotografia (di Avinash Arun Dhaware) e dalle note delle musiche del candidato all’Oscar, Bruno Coulais. E sostenuta da un collettivo di ottimi attori. José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 1° giugno distribuito da Cinema di Valerio De Paolis HANNO DETTO “Un film capace di sorprendere, di grande poesia” (Gala)
“Immagini splendide e evocative. Il più acclamato film indiano dell’anno” (The New York Times) “Una regia ben congegnata, un messaggio forte” (The Hollywood Reporter)

Nessun commento: