venerdì 15 luglio 2016

L'opera prima di Paolo Bertino & Alessandro Isetta "Press - Storie di false verità" riflette con ironia sul giornalismo 'inventato' del nuovo millennio, fra crisi e incertezza sul futuro

Mentre in rete e sul piccolo schermo ormai la realtà e la finzione si fondono e si confondono, Paolo Bertino e Alessandro Isetta hanno deciso di fare un film sui giornalisti in (cerca di)
carriera ormai in bilico fra crisi perenne e contratti inesistenti, “Press - Storie di false verità”. Oggi che persino gli scoop non sono più tali perché vengono bruciati nel giro di pochi secondi via internet, i ‘nostri’ eroi decidono di ‘aiutare’ o ‘spingere’ la realtà con qualche invenzione e rendendo le notizie più appetibili ad un pubblico sempre più in fuga, fra web e giornali gratuiti.
Quindi, gli esordienti Bertini e Isetta costruiscono una commedia di finzione che ‘imita’ la realtà, quasi come un ‘falso’ documentario. Sceneggiata dagli stessi registi, con Marco Panichella, narra le vicende di Maurizio e Luca, ‘dipendenti’ della tivù regionale Rete Unita 2. Maurizio è un giovane giornalista intraprendente e ambizioso, Luca è il suo cameraman. Preoccupato per gli imminenti tagli al personale e stanco dei servizi poco allettanti che gli vengono affidati, Maurizio decide di renderli più avvincenti e curiosi, in parte inventandoli. All’inizio Luca partecipa malvolentieri all'operazione, ma poi pian piano cede.
I servizi vengono ‘ritoccati’ in modo sempre più spudorato, e hanno sempre maggiori ascolti, ma tra Luca e Maurizio cresce il conflitto sull'etica professionale. Il direttore di Rete Unita, scoperta la falsità dei servizi proposti dai suoi dipendenti, convoca Maurizio nel suo ufficio informandolo che se la ‘verità’ dei fatti trapelasse, la responsabilità del grave gesto cadrebbe unicamente su di lei: la rovina della sua carriera.
Però il termine ultimo dei tagli al personale si avvicina e Maurizio nonostante tutto è ancora tra i principali candidati al licenziamento, in più annebbiato dal bisogno incessante di far successo, decide così di inventarsi l'ultima notizia, sconcertante, stupefacente e che faccia definitivamente scalpore. Il loro servizio, verrà accolto con applausi e ovazioni dai colleghi, come i due protagonisti avrebbero voluto; stavolta però il successo dovrà fare i conti con la loro umanità. Prodotta da Maurizio Perrone per l'indipendente Luna Film di Torino, con il contributo del MiBACT (opere prime e seconde), il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, la consulenza di FIP Film Investimenti Piemonte, e del Fondo Audiovisivo della Regione Lazio (film realizzato e distribuito
anche grazie al credito d’imposta previsto dalla Legge 24 dicembre 2007 n.244) e la collaborazione di Rai Cinema, la pellicola non è perfetta – fra ingenuità e insicurezza -, ma tenta di riflettere su una professione che è ormai diventata una sorta di ‘reality show infinito’ – e non solo in ‘provincia’ - ovvero più finta della finzione, perché fra crisi economica e incertezze sul futuro, si è spesso costretti ad improvvisare e, appunto, inventare perché oggi (quasi) tutto è in vivo e in diretta, almeno apparentemente, tanto che guerra e tragedie non fanno più ‘notizia’.
Gli interpreti: Mario Acampa (Maurizio), Gianluca Guastella (Luca), Pietro Casella (Roberto), Thomas Tinker (Thomas), Alberto Barbi (direttore tivù), Sonia Caramma (Margherita). La fotografia è firmata Federico Torres, il montaggio da Anna Isberg, Enrico Giovannone e Luca Vigliani; la scenografia da Francesco Boerio, i costumi da Ilaria Magini, il sonoro da Vito Martinelli e le musiche originali da Gabriele Ottino, Davide Tomat, Jacopo Trematore, P. B. Prandi. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 14 luglio distribuito da Istituto Luce - Cinecittà

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