domenica 3 luglio 2016

Un'inedita e bizzarra galleria di personaggi per "Tokyo Love Hotel" di Hiroki Ryuichi, un'amara e malinconica commedia nel quartiere a luci rosse

Presentato in anteprima italiana al Far East Film Festival di Udine nel 2015, “Tokyo Love Hotel” di Hiroki Ryuichi è un dramma contemporaneo sui toni della commedia amara, ambientato in un singolare hotel di Tokyo, ma non si tratta di un Grand Hotel oppure di un alberghetto di provincia, ma di un luogo popolato di personaggi inconsueti accomunati da quatto parole: Sesso, Umorismo, Speranza,
Destino. Ma il tono è quello dolente, malinconico, dell’insoddisfazione e dell’incertezza di un Giappone schiacciato fra crisi economica e l’ombra lunga dello tsunami. Tutto si svolge nell’arco di un giorno e di una notte a Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo, proprio dove si trova l’hotel Atlas, in cui lavora lo stralunato e rassegnato giovane Toru (Sometani Shota). E’ lui che dirige con pigrizia lo squallido albergo, mentre sogna di poter farlo
in uno a cinque stelle. Infatti, l’Atlas è uno dei tanti ‘alberghi dell’amore’, anzi del sesso, ed è sempre lui che, di malavoglia, fa da sponda al via vai (come in ogni luogo simile, c’è gente ‘strana’ che viene e gente che va), alle tresche, ai naufragi dei personaggi: dagli amanti clandestini alle ragazze fuggite di casa, dai finti talent scout agli addetti ai set porno, dalle escort malinconiche alle aspiranti attrici, dagli ingenui fidanzatini alle donne delle pulizie dalla doppia vita, dai clienti che s’innamorano alle aspiranti pop star.
Non è il primo e non sarà l’ultimo film ambientato in un hotel, solo che in questo caso lo scenario è originale, particolare, perché non si tratta di un semplice albergo e offre al regista la possibilità di una galleria personaggi che rappresentano un mondo intero, soprattutto giovani alla deriva nel travagliato terzo millennio. Un racconto corale (cinque coppie e qualche single sull’orlo di una crisi di nervi) in cui s’intrecciano dolci sogni e amara realtà.
Una sorta di ‘ronde’ tra bugie e segreti, equivoci e cadute, tra perdenti e sognatori, maniaci e romantici, tutti con una disperata voglia di andare via lontano (chi vuole tornare in Corea chi andare in un posto migliore), non a caso il titolo originale è “Sayonara Kabukicho”, ovvero ‘addio al quartiere del sesso’. E, forse, qualcuno riuscirà a fuggire veramente… Un po’ troppo lungo (2 ore e 15’) e con qualche ‘episodio’ meno riuscito, “Tokyo Love Hotel”, tra ironia e commozione, segna il ritorno di Ryuichi al cinema indipendente d’autore dopo una brillante parentesi nel ‘pinku eiga’ (i softcore giapponesi).
“Quell’esperienza è preziosissima – confessa il regista -, soprattutto quando lavoro con tempi molto stretti: due settimane in questo caso. I pink eiga venivano realizzati in tre o quattro giorni al massimo e giravamo sempre nella stanza di un love hotel, dal momento che c’erano molte scene di sesso”. E sulle diverse storie intrecciate, aggiunge: “Se avessi dato lo stesso numero di scene a tutto il cast, il film sarebbe diventato una specie di kolossal, per cui ho fatto vari tagli in post-produzioni”.
Nel numeroso cast: Maeda Atsuko (Saya), Lee Eun-woo (Heya), Son Il-kwon (Chong-su), Minami Kaho (Satomi), Matsushige Yutaka (Yasuo), Omori Nao (Kazuki), Murakami Jun (Kageisha), Taguchi Tomorowo (Masashi), Oshinaro Shugo (Masaya), Wagatsuma Miwako (Hinako), Kawai Aoba (Rikako), Miyazaki Tomu (Ryuhei) e Hinoi Asuka (Miyu). Il film è stato presentato, nel 2014, anche al Toronto International Film Festival, al Busan International Film Festival e al Tokyo Filmex, ed esce col patrocinio di Zoom Giappone e dell'Istituto Giapponese di Cultura. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 30 giugno distribuito da Tucker Film HANNO DETTO “Tokyo Love Hotel è popolato da personaggi coinvolti in situazioni intriganti e il ritmo è incalzante dall’inizio alla fine”. (Richard Kuipers, Variety) “Hiroki ha saputo condire Tokyo Love Hotel con un umorismo asciutto, senza il bisogno di ricorrere ad alcuni sentimentalismi di sorta e senza mai scadere nella commedia spicciola”. (Mark Shilling, Japan Times)
“Uno dei film di Hiroki più piacevoli e soddisfacenti”. (Don Brown, Asahi Shinbun) “Sfruttando il genere dell’Hotel Movie, e dandogli una leggera svolta indie, Tokyo Love Hotel esibisce un cast d’eccezione e performance davvero solide”. (Derek Elley, Film Business Asia) “Hiroki rende ogni rapporto fra i personaggi significativo e divertente, sfoderando una gamma che va dall’esilarante al commovente”. (Kwenton Bellette, Twitch Film)

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