domenica 3 luglio 2016

Una deliziosa commedia sulle imprevedibili vie dell'amore con un ottimo cast: "Il piano di Maggie" di Rebecca Miller

Una commedia originale e realistica, ironica e graffiante, scritta e diretta da Rebecca Miller, al suo sesto lungometraggio, da “Angela” (1995) a “The Private Lives of Pippa Lee” (2009). Infatti, “Il piano di Maggie” (The End of Men), tratto dal romanzo di Karen Rinaldi “A cosa servono gli uomini” (Rizzoli), narra le vicende di un’ottimista e affidabile trentenne newyorkese, Maggie
Hardin (una sempre irresistibile Greta Gerwig), che lavora come insegnante e ha un’esistenza pianificata, organizzate e calcolata. E, visto che non ha molta fortuna in amore, Maggie decide che è arrivato il momento di avere un figlio. Da sola, ma grazie all’inseminazione artificiale (da un suo ex compagno di liceo, diventato re dei sottaceti). Però il caso le fa incontrare John Harding (Ethan Hawke), uno
scrittore/antropologo in crisi, anche con la moglie, e Maggie s’innamora per la prima volta ed è costretta a cambiare il ‘piano’ di diventare mamma, anche se è troppo tardi per rifiutare il ‘donatore’. A complicare la situazione è il fatto che John è infelicemente sposato con Georgette Norgaard (una spumeggiante Julianne Moore), brillante professoressa universitaria danese, mentre i suoi amici di una vita, gli eccentrici Tony (Bill Hader) e Felicia (Maya Rudolph), la sostengono e commentano
sarcasticamente i fatti. Maggie capirà che a volte è inutile cercare di cambiare il destino e quanto siano imprevedibili le vie dell’amore. Infatti, alla fine, forse, trionferà una sorta di piano B anch’esso imprevedibile. Quindi, una commedia divertente - a tratti ricorda il Truffaut della 'serie' Antoine Doinel - che offre personaggi e situazioni verosimili, e ne fa una riflessione al vetriolo su rapporti e amore (e ogni sua variazione), matrimonio e divorzio, rivalità e amicizia.
“Credo che lei s’innamori per la prima volta in assoluto, e in modo serio – spiega la Gerwig, da "Lo stravagante mondo di Greenberg" a "To Rome with Love" - Rimane totalmente coinvolta in questa storia in un modo che neanche lei sa spiegare, o combattere, o mettere in discussione”. Il film - presentato nel 2015 al Toronto International Film Festival e al New York Film Festival, e nel 2016 al Sundance Film Festival e alla Berlinale -, “parla di tutte queste persone che
s’innamorano e che poi si disamorano – aggiunge la protagonista -, e che poi si ritrovano, e nulla è perfetto, e non ci sono cliché: non avevo mai letto niente del genere prima d’ora”. E la regista confessa: “Mi piacciono le persone. Sono infinitamente e voracemente curiosa dei personaggi. E credo che in generale le persone vogliano conoscere meglio le altre persone, ed è proprio questo che fa il cinema secondo me”.
Nel cast Mina Sundwall (Justine), Jackson Frazer (Paul), Ida Rohatyn (Lily), Alex More (Al Benthwaithe), Angela Trento (Debbie Wasserman), Kathleen Hanna e Tommy Buck (Cover Band), Sue Jean Kim (Komiko), George Ashiotis (cieco), Monte Greene (Max), Fredi Walker-Browne (Beverly), Travis Filmmel (figlio di Guy) e il veterano Wallace Shawn (Kliegler), grande attore teatrale e caratterista, già nel film del debutto di Julianne Moore “Vanya sulla 42.a Strada” di Louis Malle, per cui ha lavorato in tutti i suoi ultimi film. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale dal 30 giugno distribuito da Adler Entertainment

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