giovedì 29 settembre 2016

Dalla 31.a Settimana della Critica di Venezia alle sale, l'opera prima "Le ultime cose" di Irene Dionisio rispecchia la dura realtà di tanti in un periodo di crisi economica e morale

Arriva nelle sale l’unico film italiano in concorso alla 31.a Settimana Internazionale della Critica del Festival di Venezia, “Le ultime cose”, toccante opera prima di Irene Dionisio – già autrice di documentari pluripremiati -, un dramma d’attualità che prende
spunto dalle vicende private di quelle persone che spesso incrociamo davanti al Banco dei Pegni proprio per impegnare o vendere quelle ultime cose di valore che sono rimaste a loro, cose di un valore più grande perché rappresentano emozioni e sentimenti della nostra esistenza. Un racconto corale sullo stare nel mondo al tempo della grande disuguaglianza. Ambientato nel Banco dei pegni di Torino, dove una
moltitudine dolceamara impegna i propri averi, in attesa del riscatto o dell’asta finale, il film intreccia tre storie: quella di Sandra (Christina Rosamilia, perfetta), giovane trans, appena tornata in città cercando di sfuggire al passato e ad un amore finito; quella di Stefano (Fabrizio Falco), neoassunto che si scontra con la dura realtà lavorativa e assiste ai miseri maneggi nel retroscena del Banco; e quella di Michele (Salvatore Cantalupo), un pensionato che per ripagare un debito viene coinvolto proprio nel losco traffico dei pegni.
E, seguendo loro, scopriamo piccoli grandi drammi familiari esasperati dalla crisi e dalle incertezze della nostra vita quotidiana, sempre più difficile da affrontare. Un sobrio e asciutto dramma su un microcosmo che rispecchia il macrocosmo del mondo occidentale oggi, in cui la cosiddetta classe media si ritrova all’improvviso sull’orlo del precipizio, non solo economico ma anche esistenziale, spesso costretti a cedere a ricatti, truffe e corruzione. Un fenomeno ‘naturale e quotidiano’ perché chi specula sulla loro tragedia non deve avere scrupoli, e per questo fatto il giovane e altruista neoassistente del capo Sergio (un sorprendente Roberto De Francesco), alla fine ‘stare al gioco’ se vuole sopravvivere lui stesso.
E se il ritmo della pellicola può sembrare meno efficace (qualcuno dice ‘lento’), probabilmente è dovuto al disagio e all’angoscia che vivono e trasmettono i personaggi in cui possiamo persino identificarci, anche quando la regista ha il tocco giusto – mai sopra né sotto le righe -. Quindi, un esordio importante che fa ben sperare in una nuova, impegnata e ormai matura autrice. “Le ultime cose - dice Dionisio nelle note di regia - nasce dall’esigenza di raccontare in maniera ‘laterale’ la crisi: dal punto di vista non soltanto di chi la subisce, ma di chi la infligge attraverso un sistema legalizzato. Il Banco dei pegni racconta in un solo luogo, attraverso il percorso degli oggetti e una moltitudine di storie, le dinamiche del capitalismo di oggi, di una società fondata
sullo scontro nuovo ed epocale tra debitore e creditore. Il banco dei pegni è il luogo in cui questo scontro si ‘materializza’. Un luogo che brulica di vite vissute, volti, storie, all’interno del quale l’essere umano sembra spogliato delle sue sembianze naturali: fragile, piccolo, impotente di fronte ad una rete organizzata e possente, senza nome né possibilità di essere interpellata”. “Mi sono sempre domandata - aggiunge la regista - quanto e come ci modifichino i problemi economici che viviamo quotidianamente, cosa ci spinga a lavorare 14 ore al giorno per non possedere nulla, se non il semplice diritto di esistere, e cosa spinga chi potrebbe cambiare le cose a non porsi mai domande”.
“Sentirsi in debito è diventata ormai un’espressione morale – conclude -, non soltanto materiale: è su questa osservazione (anche al centro di un famoso saggio di David Graeber, ‘Debito’) che ho voluto costruire il film”. Nel cast anche Salvatore Cantalupo (Angelo), Anna Ferruzzo (Anna), Nicole De Leo (Marilù), Maria Jenny d’Aquino (Rosa) e Annig Raimondi (Ida).
“Le ultime cose” è una coproduzione italo-franco-svizzera di tempesta/Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, in coproduzione con Amka Films Productions (CH) e Ad Vitam Production (F), in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera, con il sostegno di Ufficio Federale della Cultura (DFI), Svizzera, in collaborazione con Istituto Luce - Cinecittà. Film riconosciuto di interesse culturale con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Cinema, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte. Distribuzione: Istituto Luce - Cinecittà. José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 29 settembre distribuito da Istituto Luce - Cinecittà

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