giovedì 13 ottobre 2016

"Lettere da Berlino" di Vincent Perez con Brendan Gleeson ed Emma Thompson. La tragedia del nazismo vista da un altro punto di vista, quello di una coppia della classe operaia

La tragedia del nazismo ritorna sul grande schermo ma stavolta da un altro punto di vista, in un intenso dramma-thriller, toccante e commovente, lucido e antiretorico, firmato dall’attore-regista
Vincent Perez e con un trio d’attori d’eccezione Emma Thompson, Brendan Gleeson e Daniel Bruhl (da “Goodbye Lenin” a “Rush”): “Lettere da Berlino” (Alone in Berlin), tratto dal bestseller internazionale “Ognuno muore solo” (ristampato da Sellerio), dell’illustre scrittore tedesco Hans Fallada, scritto subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Basato sugli effettivi documenti della Gestapo, avuti da un amico-collega, il romanzo di Fallada (e il film) racconta la storia di Otto (Gleeson) e Anna Quangel (Thompson) – nella realtà Otto ed
Elise Hampel -, una coppia della classe operaia di Berlino che, dopo aver perso l’unico figlio al fronte in Francia, intraprende una guerra di propaganda scrivendo e diffondendo per la città cartoline con messaggi sovversivi che incoraggiano i tedeschi a opporsi, smascherare e resistere al partito nazista di Hitler. In totale ne scrivono 285 in 18 mesi prima di essere scoperti e catturati dall’ispettore di polizia Escherich (Bruhl) che finirà anche lui per scoprire le menzogne e le orribili ingiustizie perpetrate dal regime.
L’importanza del testo originale e del film è quella di riscoprire eare’ come la gente comune tedesca sia stata ingannata, trascinata e persino messa a tacere mascherando la verità e nascondendo le vere mire del regime. “La loro ordinarietà è fondamentale – afferma Gleeson sulla coppia -, sono dei tipi ordinari. E’ una questione di redenzione personale, dell’idea che, negando il proprio sostegno sia possibile liberarsi”.
“La cosa interessante di questi due personaggi – ribatte la Thompson -, è che non sono degli intellettuali; credo che Fallada, una volta appresa la storia di Otto ed Elisa Hampel, ne sia stato ispirato. E’ stato importante per lui esprimere la repulsione di persone ordinarie della classe operaia nei confronti di quello che stava accadendo e del crescente antisemitismo tedesco. Pur disgustate da tutto questo, le persone spesso non sapevano come reagire. E’ davvero notevole che questi due, che non appartenevano a nessun gruppo, improvvisamente si impegnano in una battaglia di
propaganda sovversiva, e ricordano a tutti che la resistenza è di vitale importanza, e che sapere quando le cose sono realmente sbagliate non richiede alcuna istruzione speciale”. Infatti, i Quangel prima di questo svolgevano una vita quotidiana apparentemente serena, ‘normale’, ma erano solidali e gentili con l’anziana vicina ebrea e si opponevano ad ogni sorta di ingiustizia sociale da comuni cittadini e, ovviamente, c’erano dei vicini e colleghi che sostenevano ciecamente il nazismo.
“Era un altro punto di vista – dichiara il regista e sceneggiatore Perez -, la vita di tutti i giorni del popolo tedesco durante gli anni Quaranta”. E il produttore Paul Trijbits conclude: “E’ una visione che non abbiamo visto prima, la vita della gente comune sotto un regime totalitario. Sebbene non fosse un paese occupato, per molte persone che non erano d’accordo con tale regime, si trattava comunque di una forma di occupazione”.
Ottima l’ambientazione firmata dal direttore della fotografia Christophe Beaucarne, dalla costumista Nicole Fischnaller, dallo scenografo Jean-Vincent Puzos, dal truccatore e hair stylist Henny Zimmer. Nel cast anche Uwe Preuss (Persicke), Lars Rudolph (Enno Kluge), Katrin Pollitt (Eva Kluge). José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 13 ottobre distribuito da Videa

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