giovedì 13 ottobre 2016

"I volti della Via Francigena" di Fabio Dipinto ci trasporta sull'antica cammino dei pellegrini per conoscere la storia, la natura e trovare se stessi

Ecco un bel documentario per conoscere e informarsi sull’antico cammino dei pellegrini, “I volti della Via Francigena”, scritto, prodotto, fotografato e diretto da Fabio Dipinto. Un film per conoscere la storia, i luoghi e le persone che popolano uno dei meravigliosi cammini medioevali e
che col cammino hanno stretto un legame viscerale: pellegrini, ospitalieri, appassionati, traghettatori, volontari, storici e religiosi; un’umanità multiforme che rende vivo il percorso e ci catapulta in luoghi e borghi senza tempo, splendidi e sereni, ‘lontani dalla pazza folla’ e dal caos metropolitano, che aiuta a riflettere e invoglia a mettersi in cammino.
In soli 55 minuti Dipinto ha concentrato un percorso di sei settimane - partenza il 18 luglio dal Colle del Gran San Bernardo arrivo a Roma il 2 settembre - e quaranta ore di filmato. Incredibile ma vero ed efficace perché, oltre al paesaggio, i luoghi e i pellegrini, l’autore ha intervistato anche lo scrittore e psicoatleta Enrico Brizzi, lo storico Giovanni Caselli, il fondatore del Movimento Lento Alberto Conte, il rettore della Confraternita di San Giacomo di Compostela Paolo Caucci von Saucken, l’abate recentemente scomparso Joseph Roduit della millenaria abbazia di Saint-
Maurice, e molti altri, unendo le sue due grandi passioni: il camminare e la cinematografia (ha studiato cinema e televisione, con particolare riferimento al documentario e una tesi sulla concezione cinematografica del maestro tedesco Werner Herzog che, dopo “Lo & Behold - Internet” ha presentato alla Festa del Cinema di Roma “Into the Inferno”). Più di quaranta persone hanno raccontato la loro esperienza davanti all’obiettivo della sua telecamera, testimoni di un itinerario millenario ancora selvaggio e spinti dalle più variegate
ragioni, non solo religiose, ma anche esistenziali, filosofiche, sportive, spirituali. Il film, infatti, tocca grandi temi quali la storia e l’evoluzione del percorso, racconta e mostra un itinerario tanto sconosciuto quanto affascinante. E, attraverso i racconti dei protagonisti, intende spiegare cosa significhi intraprendere un cammino, prendersi cura di persone che dal giorno seguente non rivedrai più, fare del volontariato per permettere a viandanti sconosciuti di camminare in sicurezza e libertà attraverso i sentieri.
“Tutto nasce nel 2012 – dichiara l’autore -, anno in cui con la mia attuale compagna, ho intrapreso il Cammino di Santiago (il più famoso, mèta in Spagna, già immortalato dal cinema, da “La via lattea” di Luis Buñuel al recente documentario “Sei vie per Santiago” di Lydia B. Smith ndr.). Era un periodo un po’ particolare della mia vita poiché avevo bisogno di una dimostrazione e durante quel mese, accade davvero qualcosa di unico e magico. Venendo alla Via Francigena e, quindi all’oggi, devo dire che la scorsa primavera sono entrato in contatto con un gruppo di persone che
di lì a poco avrebbero aggiornato volontariamente la segnaletica del famoso percorso. Parlando con loro è nata l’idea di unirmi per girare un documentario, creando dunque la giusta fusione tra mie grandi passioni”. “Il Cammino di Santiago – aggiunge – è un Cammino legato molto più alla condivisione, all’umanità, mentre la Via Francigena è un Cammino più indicato a persone che hanno voglia di stare a contatto con la natura, con il silenzio e vivere un’esperienza intima e selvaggia”.
E noi possiamo aggiungere che può diventare anche un viaggio alla ricerca di se stessi nonché per riflettere sul futuro del mondo e dell’umanità, perché questo contatto con la natura e il ritorno alle vecchie abitudini, come il camminare, aiutano non solo il fisico ma anche l’anima. Il montaggio è firmato Michele Bucci, mentre le musiche – poche ma azzeccate – da Andrea Cavallo. Il progetto è finanziato da Sloways, Appela, Vie Francigene con il patrocinio di Association Via Francigena European, Conseil d’Europe, Cultural Routes of the Council of Europe. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 13 ottobre (a Roma successivamente) distribuito da Cineama COS’E’ LA VIA FRANCIGENA L’antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia è stata riscoperta dai moderni viandanti, che si mettono in cammino lungo un percorso splendido e sorprendente. Milleottocento chilometri da Canterbury a Roma, per proseguire verso il Sud Italia, il Mediterraneo, Gerusalemme.
Dal 2001 l’Associazione Europea delle Vie Francigene coordina lo sviluppo e la valorizzazione di un itinerario che attraversando l’Italia e l’Europa ripercorre la storia del nostro continente. Le Vie Francigene nel Sud d’Italia uniscono l’Occidente all’Oriente, il cristianesimo al paganesimo, l’Età Antica al Medio Evo. Un itinerario trasversale, tra basolati romani ed antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passaggi montani.
I primi documenti d’archivio che citano l’esistenza della Via Francigena risalgono al IX secolo e si riferiscono a un tratto di strada nell’agro di Chiusi, in provincia di Siena, mentre nel X secolo il vescovo Sigerico descrisse il percorso di un pellegrinaggio che fece da Roma, alla quale era giunto per essere ricevuto dal Pontefice il “pallium”, per ritornare a Canterbury, su quella che già dal XII verrà largamente chiamata Via Francigena. Il documento di Sigerico rappresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.

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