mercoledì 23 novembre 2016

Nuovo libro e nuovo film, il binomio Bianchini-Ponti ritorna con la famiglia allargata pugliese per "La Cena di Natale" con la coppia Chiatti-Scamarcio e il trio Placido-Calzone-Attili

Squadra vincente non si cambia. Infatti, dopo il successo del romanzo best seller di Luca Bianchini e della commedia campione d’incassi di Marco Ponti “Io che amo solo te”, ecco il sequel, anzi i sequel di entrambi, che arrivano un mese prima delle feste con “La cena di Natale”, dove ritroviamo la famiglia allargata pugliese alle prese, non solo con i festeggiamenti della vigilia, ma con i primi bisticci della coppia, ormai sposata,
e in dolce attesa del primo figlio di Chiara (Laura Chiatti) e Damiano (Riccardo Scamarcio). D’altra parte Matilde (Antonella Attili) riceve il regalo ‘anticipato’ di un anello con smeraldo da Don Mimì (Michele Placido) e lei vuole sfidare davanti a tutti la rivale Ninella (Maria Pia Calzone), la consuocera, e primo grande amore del marito. Però Ninella mica si lascia intimidire, anche se ha scelto la tintura sbagliata, un poco seducente ‘biondo Kidman’ ed è molto infastidita dall’improvviso arrivo dell’antipatica zia Pina (Veronica Pivetti, che sostituisce la zia Dora della Littizzetto).
“Il seguito è nato spontaneamente – esordisce alla presentazione stampa romana Bianchini -, ero in giro per l’Italia a presentare il film e ho sentito come se i personaggi fossero di tutti, allora Marco mi disse ‘perché non fai La cena di Natale? Ho scritto di getto e alla fine è diventato un film, magari un libro meno lungo, visto che per il film ci siamo inventati altre cose”. “Abbiamo adattato il secondo libro sulla scia del primo film – ribatte Ponti -, e poi come dice Luca abbiamo capito che i personaggi non erano più una proprietà privata ma collettiva, a cui partecipavano in maniera
creativa anche gli attori con suggerimenti, battute e atteggiamenti. Il film è nato da un materiale molto fluido, perché vale la pena prendere la base di una storia già raccontata”. “Ho molto amato il primo film – afferma la produttrice Federica Lucisano – e questo è nato proprio da questo mio attaccamento. Anche perché monti, rimonti, tagli e cuci, siamo riusciti a plasmarci l’un l’altro, tanto che a fine giornata non sapevamo più di chi sia stata l’idea; un grosso stimolo, un lavoro che ci piace molto fare e dà i suoi frutti, e alla fine hai una sorta di appagamento”.
E proprio la sera della vigilia, in un’invernale (ma non troppo, anche se c’è la neve) Polignano, nell’altrettanto improvvisata cena di Matilde, si siederanno a tavola, oltre Chiara, incinta di otto mesi, e Damiano, che forse ha messo incinta anche un’altra, Debora (Giulia Elettra Gorietti); Nancy (Angela Semeraro), la sorella diciassettenne di Chiara, ancora ossessionata dalla verginità; il fratello di Damiano, Orlando (Eugenio Franceschini), che sta tentando di dare un bimbo alla sua migliore amica lesbica, Daniela (Eva Riccobono), mentre viene corteggiato da Mario (Dario Aita) e lo ricambia. Ovviamente la cena si trasformerà un
vero e proprio caos tra equivoci e litigi, gridolini isterici e ansiolitici, blocco di ascensori e arrivi imprevisti, segreti e bugie, scomparse e ritrovamenti, nascite premature e fughe d’amore interrotte. “Anche stavolta Damiano continua con le sue scappatelle – confessa Scamarcio -, ma è stata una scelta consapevole caricare Damiano del peso di portatore di conflitto, ne combina una peggio dell’altra, potente e tridimensionale, come i vizi e il malcostume della commedia all’italiana anni ‘60/’70, con un tono di modernità, visto che l’ipocrisia non è diminuita. Un personaggio controverso che non è stato facile per me
perché, nonostante i difetti, dovevo creare un rapporto empatico col pubblico sulla scia dell’ironia”. “La dolce attesa è una stronzata – ribatte Laura Chiatti che sul set era incinta davvero -, perché vomiti, senti la stanchezza, sbarelli, ti senti pesante (ho preso 14 kg), anche se Federica sul set mi ha fatto sentire sempre a mio agio. Perdonerei un tradimento? E’ una cosa orrenda a prescindere, ovviamente in una situazione così di più, perché un figlio appartiene a te e a tuo marito. A quel punto è meglio non saperlo, visto che la gravidanza non la condividi e pensi di meno a tuo marito”.
“Riccardo? Penso di adorarlo più di quanto lui adori me – prosegue -, sa come guidarmi e dirigermi sia nella vita che nel lavoro. Ci conosciamo da vent’anni, abbiamo iniziato insieme (nei ‘Compagni di scuola’) e aveva già una marcia in più, è un attore straordinario, la sua perfezione sul set è unica. E’ il compagno di viaggio ideale, sul set ci divertiamo e questo viene fuori sullo schermo. Io non vado al cinema, non me ne frega niente, in questo siamo diversi, lui non molla, ma siamo accomunati su valori e sentimenti”. “Non siamo d’accordo su nulla, è vero – ribatte Scamarcio -, a lei non piace il cinema, ma Laura è un talento
puro, lo so da sempre, ha un approccio spiritoso, è un imitatrice pazzesca, soprattutto di Banfi. E’ un piacere lavorare con lei e, nonostante in alcune cose siamo molto diversi, siamo sempre stati in perfetta sintonia nello sdrammatizzare le cose”. “Abbiamo improvvisato spesso – spiega Maria Pia Calzone -, anche con Antonella (Attili), certo avevamo il copione, ma il rapporto fra donne sul set è meglio. E’ l’incontro tra due attrici che si divertono, e non ci siamo fatti dei problemi”.
“Ho avuto l’occasione di mostrare un lato sconosciuto – ribatte Attili –, mi sono sdoganata come comica, dopo una galleria di ruoli tragici tra madri e assassine. Poteva essere una macchietta, invece c’era un atteggiamento aperto, un’atmosfera rara, e quando l’idea è buona, migliore te la fa fare. Un duello ridicolo ma meraviglioso”. “Lucisano ha fatto una cosa magnifica – dichiara Placido -, la prima volta che ho letto sul mio personaggio sono stato conquistato, e poi nella mia Puglia dove ho passato giornate meravigliose: una storia appassionata con un’attrice straordinaria come Maria Pia. Credo di essere stato abbastanza romantico”.
“Il mio ‘Romanzo criminale’ ha avuto 12 David di Donatello – conclude polemico – ma alla regia niente premi”. “Nel primo film il mio personaggio era più comico spiazzante – dice Eva Riccobono nel ruolo di Daniela -, qui lei è incinta del suo miglior amico gay. E’ bello diventare mamma, amare e sentirsi amati. Sono orgogliosa di averlo fatto”. “Entrare in un progetto così – confessa la new entry Giulia Elettra Gorietti – e con un cast incredibile, è stato un onore. Il mio personaggio? Una stronza, ma la vita è fatta anche di questo, di dinamiche più oscure”.
“E’ stato un vero lavoro di squadra – chiude il regista -, uniti dalla voglia di approfondire i personaggi, perché ognuno ha un desiderio. Tutti volevamo venisse molto bene perciò i personaggi danno il meglio di sé o il peggio di sé”. Sempre edito da Mondadori (il romanzo) e prodotto da Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con Rai Cinema (il film), la ‘nuova’ commedia si trascina sulla scia della prima, tanto che da piacevole si ripresenta appena gradevole e molto più leggera, perché l’originalità e la freschezza della precedente
operazione non si raddoppiano, visto che trovate e scenette da soap-comedy funzionano meno e/o sono prevedibili. Una commedia corale che ruota intorno alle due coppie ‘storiche’, Chiara-Damiano e Ninella-Mimì, che anche stavolta provano a risuscitare il loro vecchio amore ma devono ancora una volta ‘rimandare’. Ad un terzo libro e film? Dipenderà soprattutto dall’esito che riserverà loro il pubblico di appassionati fan, perché l’equilibrio, tra ‘un posto al sole’ pardon ‘al mare’ e le commedie natalizie, stavolta non regge.
Il film è dedicato a Bud Spencer “perché è stato – dichiara Ponti – quello che mi ha fatto amare il cinema da piccolo, e rappresenta un tipo di cinema italiano che è stato costruito da tanti, anche da Fulvio Lucisano, un cinema dove c’era tutto dal western alla fantascienza, dalla commedia sexy a quella scanzonata”. Completano il ricco cast: Antonio Gerardi (Franco Torres), Uccio De Santis (Don Gianni), Ivana Lotito (Mariangela), Crescenza Guarnieri (signora Labbate), Angelo De Matteis (Cosimo) e Massimo De Lorenzo
(ginecologo). Il tema - oltre a “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo che ritorna - “Quando le canzoni finiranno” è cantata da Emma che rivela: “Ho scoperto che Luca è un mio fan ed è stato colpito dalla mia canzone quando ha sentito in anteprima il mio disco. Io avevo pensato sarebbe stata perfetta per un film, e così è stato perché non è una storia d’amore classica, senza happy end, è un po’ un’incognita proprio come una cena di Natale”. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 24 novembre presentato da O1 Distribution in 350 copie

Nessun commento: