mercoledì 16 novembre 2016

Tutto quello che avresti voluto sapere sui 'protagonisti' dei piccoli grandi ruoli del leggendario "Guerre stellari" di quarant'anni fa in "Elstree 1976" di Jon Spira

Proprio quarant’anni fa, in uno studio nelle vicinanze di Londra, un esercito di attori misconosciuti, generici e comparse sono stati chiamati per coprire ruoli minori in un misterioso film di fantascienza – in realtà un mix di generi nel genere -, un titolo che poi avrebbe conquistato il Pianeta: “Star Wars”, in italiano “Guerre stellari”, caratterizzato da ‘eserciti’ di comparse, la maggior parte nascoste dietro caschi di plastica, maschere e tute di gomma.
Un anno prima del quarantennale della lavorazione, il regista britannico Jon Spira ha rintracciato una decina di loro – non tutti hanno continuato a fare l’attore - per questo nostalgico “Elstree 1976”, il cui titolo prende il nome dalla cittadina che ha ospitato la produzione della trilogia originale, negli studio omonimi ormai chiusi. E, dopo averli contattati – a quasi quarant’anni di distanza –, ha convinto i ‘protagonisti’ di quei piccoli ruoli a raccontare le proprie storie, pubbliche e private, sia prima che dopo l'incontro ravvicinato con George Lucas e il suo campione d’incassi multi miliardario universale. Infatti, allora non c’era il digitale e gli effetti speciali erano ancora piuttosto artigianali; robot, alieni e mostri erano interpretati da persone in carne e ossa, attori o comparse, generici o stuntman di cui spesso non si conosceva né volto né identità. La maggior parte non veniva nemmeno accreditata, a meno che non avesse qualche battuta o ‘recitasse’ la parte a viso scoperto.
Gli intervistati più noti, sono Paul Blake che interpretava Greedo (sotto una tuta di gomma) – che dichiara sono un attore serio, ho recitato in “Macbeth”! -, Jerermy Bulloch che nel film era Boba Fett e Dave Prowse che ha prestato il proprio fisico da culturista al mitico Darth Vader e ha persino dovuto rinunciare alla sua voce, visto che da dietro la maschera non si sarebbe sentito niente, ma poi il doppiaggio è stato fatto a Hollywood con la voce di James Earl Jones, allora non accreditato, anche per “L’impero colpisce ancora” e “Il ritorno dello Jedi”. Però aveva debuttato in “Arancia meccanica”, voluto dallo stesso Kubrick, mentre di “Guerre stellari” gli è rimasto il soprannome ‘Darth’ Farmer.
Non tutti hanno continuato a recitare, però chi aveva il fuoco del teatro come Jeremy Bulloch, ha cominciato a calcare il palcoscenico a 11 anni e si divide ancora oggi fra piccolo e grande schermo ed è stato poi il capitano Colton in “Stars Wars: episodio III - La vendetta dei Sith”; mentre Garrick Hagon – che sullo schermo era il miglior amico di Luke Skywalker, senza diventare famoso ha avuto una brillante carriera da caratterista lavorando in altri blockbuster come “Mission: Impossible” (1996) e “La fabbrica di cioccolato” (2005), e ha partecipato alle due serie di “Doctor Who”.
John Chapman, invece, si era innamorato del cinema dopo aver interpretato il pilota X-Wing ‘Red 12 Drifter’, ma ne è tornato – solo dopo vent’anni di carriera negli affari - come produttore di film e video clip. Il canadese Anthony Forrest, è attore, sceneggiatore e regista, infatti nel 1976 già recitava ma si era spostato in Inghilterra in cerca di miglior fortuna. Ha avuto ben due (piccoli) ruoli in “Guerre stellari”, come soldato dell’esercito dello Jedi (completamente nascosto dalla tuta bianca di plastica) e uno degli amici di Skywalker. Oggi anche lui si divide, fra cinema e
tivù, soprattutto in ruoli da caratterista. Laurie Gode, che da ragazzo aveva ereditato la passione per la musica dal padre e suonava la chitarra, esordì come fotomodello grazie alla sua prestanza fisica, ma dopo trent’anni da attore, è tornato al suo primo amore, canta e suona ancora la chitarra. Attore e stunt, Derek Lyons confessa di aver fatto amicizia con Mark Hamill (Luke Skywalker), dopo aver scoperto di essere nati lo stesso giorno, ed erano sempre insieme nella pause sul set, lo dimostra una foto. Ha partecipato
spesso a Blockbuster americani girati in Inghilterra, da “007 Missione pericolo” a “Indiana Jones e l’ultima crociata”. Dopo aver fondato un nuovo sistema di arti marziali (ZenSwim), ora si dedica soprattutto ad insegnarlo. L’unica donna del gruppo è Pam Rose, attiva come attrice dalla fine degli anni Sessanta, anche lei era partita come modella, tanto che per un po’ si era trasferita a Milano. Rimasta incinta, torna a Londra ma non smette di lavorare, né prima né dopo la nascita della figlia. In “Guerre stellari”
era Leesub Sirin e ha continuato a recitare finora, sempre in ruoli secondari anche in superproduzioni, da “Superman” a “Batman”. Anche Angus McInnes è canadese, ma all’epoca si era trasferito a Londra. Sul set del film era Gold Leader, ma Lucas gli chiese di recitare le sue battute da ‘solo’, ovvero senza l’aggancio dell’interlocutore, e venne preso dal panico. Alla fine il regista lo convinse a leggerle. Il suo ultimo film è stato “Captain Phillips - Attacco in mare aperto” (2013), accanto a Tom Hanks.
Quindi, un documentario curioso, malinconico e piuttosto amaro – la maggior parte degli intervistati pensano di aver perso un’occasione o di non aver intrapreso la strada giusta – destinato non solo ai milioni di fan e appassionati di “Star Wars” sparsi nel mondo, ma anche per chi ama il cinema e i suoi interpreti, anche quelli che vediamo spesso in piccolo ruoli e non ne sappiamo nemmeno il nome, infatti non sono famosi, ma i loro volti ci sembrano familiari. E i retroscena di un enorme successo nemmeno immaginato.
E, tra racconti privati e confessioni pubbliche, i nostri anonimi eroi stellari dichiarano che partecipano alle ormai affollatissime ‘convention’ dove i fan ritrovano anche i loro beniamini meno famosi da cui pretendono soprattutto l’autografo. E se gli ‘attori’ non vengono più chiamati dagli agenti, possono sempre sopravvivere grazie a queste, visto che ovviamente vengono pagati per firmare autografi ad oltranza, ovvero per un’intera giornata. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 16 novembre distribuito da Wanted Cinema in collaborazione con Sky Arte HD

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