giovedì 5 gennaio 2017

Dopo l'Oscar per "Una separazione" e i premi e le nomination per "Il passato", Asghar Farhadi firma un thriller psicologico intorno alla coppia: "Il cliente", premiato al Festival di Cannes

Lanciato sulla scena internazionale da “About Elly” (Orso d’Argento alla Berlinale e premio per la miglior regia a Teheran (ma ne aveva già realizzato tre lungometraggi premiati, a Mosca, Varsavia e in Asia), e reduce del successo internazionale di “Una separazione” (dall’Orso d’oro a Berlino al Golden Globe e l’Oscar per il miglior film straniero), l’iraniano Asghar Farhadi ha firmato “Il passato” (2013), girato in Francia, e doveva girare un secondo film in Spagna prodotto dallo stesso Alexandre Mallet-Guy e Pedro Almodovar però, il
progetto è stato rimandato di un anno. Il regista decide allora di approfittare il tempo disponibile per realizzare in Iran “Il cliente”, da lui scritto e diretto, ispirato a vecchi appunti. Un’opera che conquista al Festival di Cannes 2016 i premi per la Miglior sceneggiatura e per il Miglior attore protagonista (Shahab Hosseini). Al centro della storia ancora una coppia e le relazioni umane, un dramma su teatro e vita, su amore e vendetta, su cambiamento e ossessione, su casa e città, su famiglia e società. Emad (Hosseini, protagonista di
“Una separazione”) e Rana (Taraneh Alidoosti, già col regista in “About Elly”), giovane coppia di attori costretta ad abbandonare la propria casa al centro di Teheran per urgenti lavori di ristrutturazione, si appresta a portare in scena il dramma di Arthur Miller “Morte di un commesso viaggiatore”. Un amico (Babak Karimi) li aiuta a trovare una nuova sistemazione, senza raccontare loro niente sulla precedente inquilina fatto che provocherà invece un ‘incidente’ che sconvolgerà la loro esistenza e metterà a rischio il loro rapporto.
Un thriller psicologico che indaga su dubbio e fiducia, verità e menzogna, morale e pregiudizio, e lo fa con una naturalezza disarmante, senza rinunciare alla metafora né ai riferimenti al cinema occidentale, da Antonioni a Hitchcock. “Sarebbe difficile per me – dichiara l’autore – definire o riassumere ‘Il cliente’, o persino spiegare cosa significa la storia. Tutto dipende dalle preoccupazioni e dallo sguardo degli spettatori. Per chi lo vedrà come un film sociale, gli elementi relativi a questo aspetto saranno i più importanti. Per altri il punto di vista più importante potrebbe essere quello morale, o qualcosa di ancora diverso. Quello che mi sento di dire
è che, ancora una volta, questo film affronta la complessità delle relazioni umane, soprattutto all’interno di una famiglia o di una coppia”. Infatti, tratta di una coppia borghese, artisti che lavorano nel campo della cultura, ma che non sono un’eccezione, ma delle persone normali che stanno insieme e recitano in teatro, quindi senza rappresentare la maggioranza degli iraniani ne condividono rapporti e relazioni, quotidianità e tradizioni. Gente comune che si trova ad affrontare una situazione che rivelerà alcuni aspetti inattesi delle loro personalità. E, fra
rappresentazione teatrale e vita reale, la linea che linea che divide le due dimensioni si farà sempre più sottile e, forse, finiranno per confondersi. E, visto che Farhadi (nella foto in fondo pagina col protagonista) ha iniziato proprio dal teatro, così spiega il suo riferimento a Miller: “La Teheran di oggi è molto simile alla New York che Arthur Miller descrive all’inizio del suo dramma. Una città che cambia ad un ritmo delirante, che distrugge tutto ciò che è vecchio, i frutteti, i giardini, sostituendoli con delle torri. E’ in questo ambiente che vive il commesso viaggiatore.
Ed è un altro parallelismo tra il mio film e il dramma di Miller. Teheran sta cambiando in modo frenetico, anarchico, irrazionale. Quando un film racconta la storia di una famiglia, la casa in cui vive gioca per forza un ruolo centrale. Questo è evidente anche nei miei film precedenti. La casa e la città occupano ancora una volta un posto fondamentale”. E questo ricorda ancora in parte Antonioni, soprattutto ne “L’eclisse”. Nel cast anche Farid Sajjadinhosseini (il cliente), Mina Sadati (Sanam), Maral Bani Adam (Kati), Mehdi Kooshki (Siavash), Emad Emani (Alì), Shirin Aghakashi (Esmat), Mojtaba Pirzadeh (Madjid), Sahra Asadollahe (Mojgan), Ehteram Boroumand (signora Shahnazari) e Sam Valipour (Sadra). José de Arcangelo
(4 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 5 gennaio distribuito da Lucky Red

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