lunedì 20 febbraio 2017

"Alla ricerca di un senso" di Nathanael Coste e Marc de la Ménardière ci portano in un viaggio al di là delle nostre convinzioni tra ecologia e ricerca di se stessi, dall'India al Guatemala

Vincitore di quindici premi in festival nazionali e internazionali, tra cui al Miglior documentario in Italia, Brasile e Guadalupa, e l’Award of Excellence negli Stati Uniti, arriva ora nei cinema italiani “Alla ricerca di un senso” (En quete de sens), scritto e diretto dai francesi Nathanael Coste e Marc de la Ménardière Ma non proprio un documentario né un diario di viaggio e nemmeno un film di finzione, è invece una sorta di work in progress in giro per il mondo che riflette sullo schermo le condizioni e le scelte di una generazione disillusa alla ricerca della saggezza e del buon senso. In questo lungo viaggio, soprattutto interiore, i due giovani autori lo scopriranno, attraverso le parole di un biologo molecolare, di un agricoltore, di uno sciamano, di un filosofo, di un giornalista ma anche di gente comune che ha deciso di
tornare alla natura per cercare di salvare il nostro mondo, anzi il Pianeta. Ritrovatisi dopo dieci anni, Nathanael rivede l’amico d’infanzia Marc a New York. Le loro vite e il loro lavoro li avevano allontanato: il primo ha appena finito un documentario sulla problematica dell’accesso all’acqua in India, l’altro è un brillante giovane in carriera che lavora in una multinazionale dell’acqua minerale. Ma un incidente lo costringe a interrompere il suo ‘sogno americano’ e, immobilizzato a letto, Marc finisce per guardare una serie di documentari sulla ‘mercificazione del mondo’ che Nathanael gli ha lasciato prima di ripartire.
Incuriosito e confuso, Marc decide di lasciare tutto e tutti (ci ha messo comunque cinque mesi) per raggiungere l’amico in India, dove insieme, armati di una piccola telecamera e un microfono, cercano di capire cosa abbia portato allo stato di crisi attuale e da dove possa arrivare il vero cambiamento. Dall’India al Guatemala, da San Francisco all’Ardeche, le loro convinzioni iniziano a vacillare e il viaggio diventa riflessione sul senso della vita e ricerca di se stessi. Temi importanti e non nuovi per le vecchie generazioni impegnate da decenni sul fronte dell’ecologia e della politica internazionale però visti e sentiti da giovani che propongono la loro esperienza ai coetanei, ma anche a chi è costretto a seguire le regole di una società in cui conta solo il Pil ed è retto sulla
competizione e lo sfruttamento selvaggio della natura. Non solo. “Come possiamo inventare dei nuovi modi di vita che preservino le eredità della tradizione e accolgano le esperienze della modernità? - si chiedono gli autori e poi aggiungono – La società industriale, si è costruita sulla visione di un mondo meccanicista retto sulla competizione: l’uomo egoista e materialista cercava di liberarsi da una natura ostile. Oggi viviamo in un mondo che deriva da questa rappresentazione. Date le scoperte scientifiche e antropologiche quali potrebbero essere le basi per un nuova storia?”.
“Alla ricerca di un senso” spinge gli spettatori a riflettere sul mondo e su se stessi, sul futuro del nostro pianeta e della nostra esistenza in un percorso di ricerca della conoscenza di sé e del Pianeta, magari girato in modo tradizionale, visto che gli autori sono partiti oltre cinque anni fa “in un momento di cambiamento quanto senti che c’è bisogno di riallineare le tue azioni con le tue convinzioni più profonde”. Un documentario autoprodotto e autodistribuito, iniziatico e didattico, generosamente finanziato da 963 internauti, che diventa strumento da condividere per (ri)farsi delle domande, tutti insieme. Magari in sala e non rinchiusi in casa davanti allo schermo di un pc, un tablet o un cellulare. Ma confrontandosi e discutendo il da farsi magari tutti insieme come una volta.
E come dichiara nell’intervista Satish Kumar, monaco jain, “Non si può avere una crescita infinita in un mondo finito, bisogna inspirarsi alla natura e creare un’economia ciclica”. “Pensarsi come consumatori – ribatte Vandana Shiva, fisica ed epistemologa, con un dottorato in Filosofia e Teoria Quantistica -. Ritrovare la nostra identità di creatori e produttori fa parte della soluzione”. Non a caso Jumar e Shiva, hanno creato insieme ‘Navdanya’ un’associazione che opera per la conservazione delle semenze contadine. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane – dopo l’anteprima del 20 febbraio al cinema Lux di Roma – dal 23 febbraio distribuito da Cineama

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