mercoledì 19 aprile 2017

Quando il seme del male viene dalla cronaca nera diventa horror in "The Bye Bye Man" di Stacy Title. Cameo della mitica Faye Dunaway

Non si tratta di un vero e proprio horror perché “The Bye Bye Man” della regista Stacy Title (da “Una cena quasi perfetta” a “Hood of Horror”), è un thriller che fonde paranormale e psicologico, visto che si ispira a fatti di cronaca realmente accaduti, a sua volta raccolti nel libro “The Bridge to Body Island” di Robert Damon Schneck e sceneggiati da Jonathan Penner (“Il diavolo dentro”). Fonte d’ispirazione sono inspiegabili
omicidi familiari, veri e propri massacri compiuti da persone apparentemente tranquille, ‘normali’, che improvvisamente impazziscono facendo strage dei loro cari. Non a caso, il prologo parte proprio da questo fatto per poi riportarci anni dopo da tre studenti, il brillante ma insicuro Elliot (il Douglas Smith di “Ouija”), la sua bella fidanzata Sasha (la debuttante sul grande schermo Cressida Bonas) e l’allegro miglior amico John (Lucien Laviscount di “Scream Queens”) che prendono insieme ‘quella casa’, ovviamente,
senza sapere né sospettare quello che è successo e li riserva. Però man mano se ne accorgeranno che la casa custodisce un oscuro segreto, prima le tracce su un foglio di carta dove c’è scritto ripetutamente “non dirlo non pensarlo”, poi proprio sul fondo del cassetto,
intagliato sul legno, il nome “The Bye Bye Man”. Naturalmente, come in ogni horror che si rispetti, durante una festa, la loro ignara amica Kim (Jenna Kanell, del serial “Vampire Diaries”), dando inizio ad un incubo senza fine, in cui tutti verranno mortalmente coinvolti. Fra distorsioni della realtà, visioni allucinanti e paranoia, quel diabolico personaggio si impossessa dell’intero gruppo di amici e conoscenti. Chi e come sconfiggerà quella orribile presenza del male?
E, se la premessa ricorda il nuovo filone horror da frasi da non dire, nomi da non pronunciare (“Candy Man” e C.), telefonate (“The Ring” e simili) o mail da non rispondere, la struttura e lo svolgimento è sono quelli tradizionali, e pian piano diventa prevedibile, facendo rimpiangere un inizio davvero inquietante. Quindi, se amate lo splatter e i fiumi di sangue siete fuori strada, ma se vi piacciono o vi intrattengono i
film di genere che poi diventano saghe, “The Bye Bye Man” è un discreto ‘passatempo’, anche se la suspense è ridotta e il brivido scarseggia. Probabilmente piacerà alle nuove generazioni, quelle che sul genere sono ancora digiune, e soprattutto su classici e sottogeneri. Non a caso in America il film ha già conquistato più di due milioni di spettatori. Tra attori specialisti e non, la rediviva (e quasi irriconoscibile) Faye Dunaway (da “Gangster Story - Bonnie & Clyde” a “Chinatown”), Carrie-Ann Moss (da “Memento” a “Matrix”), nel ruolo dell’ispettrice;
Michael Trucco (di “Battlestar Galactica), nella parte di Virgil, fratello maggiore di Elliot; Erica Tremblay, Cleo King e, nel ruolo di The Bye Bye Man, Doug Jones (“Il labirinto del fauno”). Sono tutti specialisti, invece, artigiani e tecnici, dal direttore della fotografia James Kniest (da “Annabelle” a “Hush - Il terrore del silenzio”); la scenografa Jennifer Spence (“Paranormal Activity” e “Insidious”); il montatore Ken Blackwell (“Ouija”) e la costumista Leah Butler (“Paranormal Activity” 3 e 4 e “Annabelle 2”. José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 19 aprile distribuito da Koch Media - Midnight Factory

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