mercoledì 19 aprile 2017

Una commedia corale sulla famiglia allargata, tra amore e conflitto, genitori e figli, ex e amanti in "Lasciami per sempre", sceneggiata e diretta da Simona Izzo, con Bobulova e Gazzè

Simona Izzo torna alla regia cinematografica, dopo una pausa decennale – “Tutte le donne della mia vita” è del 2007 - e la recente commedia teatrale “Figli, Mariti, Amanti”, e naturalmente lo fa con una commedia corale – sceneggiata con Matteo Bondioli -, “Lasciami per sempre”, su una famiglia allargata dove c’è, come afferma lei stessa, “tutto e il contrario di tutto, né con te né senza di te, ma riferito non per forza di cose ad una singola persona, un marito, un ex moglie o un fidanzato, ma a tutti i componenti di questa extended family, tanto per parlare moderno”. Ovviamente l’ispirazione (il soggetto è di Izzo, Bondioli e Roberta Colombo) viene un po’ dalla propria famiglia, un po’ da quelle che le stanno intorno, anzi nel suo ambiente. La storia gira intorno a Viola (Barbora Bobulova), madre divorziata e creatrice di profumi (sponsor Acqua dell’Elba), che ha ritrovato la
fiducia nell’amore tra le braccia di Nikos (brillante debutto di Max Gazzè attore) e che decide di lasciarsi alle spalle il passato riunendo la “mandria parentale” composta da mariti, ex mariti, padri e patrigni, figli e figliastri, cognati ed ex cognati, sorelle, cugini acquisiti e quant’altro, nella sua villa (quella della Izzo e Ricky Tognazzi) in occasione dei vent’anni dell’irrequieto figlio Lorenzo (Andrea Belisario). Ma, naturalmente, quello che doveva essere un momento di festa e di comunione si trasforma ben presto in una tragicomica resa dei conti. Niente di nuovo in quanto a vicenda da commedia, dopo le diverse “Cena tra amici”, “Perfetti sconosciuti”, “Il nome del figlio”, “Barbecue” e via discorrendo, per restare ai livelli più alti, che purtroppo la nuova
pellicola non raggiunge. Gradevole, ma non troppo, vitale ed eccessiva. Forse. “Per me è sempre il primo – dice l’autrice del film -, come un figlio, e rispetto agli altri forse sono cresciuta, però ho anche sofferto perché nel film si sorride, ma il tessuto è, invece, drammatico, e come a teatro ho racchiuso, spazio luogo e tempo, in un’intera giornata, in cui tutti hanno le loro ambizioni e aspirazione, ma nessuno si assume la propria infelicità. Pensano che dipenda dalla famiglia, e amano andare ai pranzi, ma è difficile confrontarsi col proprio passato. In fondo credono che il cordone ombelicale possa
far bene, però si comportano nel modo peggiore perché sanno che tutti si amano”. “All’inizio mi sono trovata un po’ spaesata – ribatte la Bobulova -, come ‘Alice nel paese delle meraviglie’, visto che provengo da una cultura diversa e da una famiglia tradizionale, in cui i sentimenti sono più trattenuti; infatti, se uno alzava appena la voce si scusava subito e ritrovarmi in questa sorta di circo mi è sembrato qualcosa che non mi apparteneva, ora invece sto vivendo in prima persona la famiglia allargata. Ma sono la pecora nera, la trasgressiva della mia famiglia d’origine”.
“Dopo tanti provini in cui esprimevo orrore, gioia o malinconia – confessa il pugliese Belisario -, Simona mi disse ti ho preso perché si vede che stai male. Infatti, mi sono identificato col personaggio per la mia vicenda personale. Lorenzo non si rende conto della sua fortuna, forse un po’ alla fine. Per me è stata un’occasione per confrontarmi con gli attori, e – dopo il CSC dove ho più che altro disimparato – ho scoperto che facendo l’attore s’impara”. “Mi sono presentato al provino col ‘didgeridoo’, che suono e mi porto sempre appresso – dice l’esordiente canadese (come il personaggio, figlio di Gazzé) Sean Cubito – ma lei si aspettava uno che suonasse la
chitarra, e mi ha detto ‘che bello strumento fallico, va benissimo’, è anch’esso è diventato protagonista. Ho trovato un cast molto caloroso, mi sono sentito in famiglia, soprattutto perché Simona ci mette il cuore in quello che fa e ha un animo pazzerellino sul set, tanto da prendere delle decisioni all'ultimo momento”. E a proposito, dichiara Camilla Calderoni nel ruolo di Giulia (nipote e cugina): “Lavoravo dalla parte dei costumi e, ad un certo punto, Simona mi disse ‘domani vieni sul set, portati un costume per te perché è saltata un’attrice’. E’ stata la mia prima esperienza in un film e all’interno di una famiglia. Ho trovato più calore e sostegno anche sul set. E’
stata un’enorme fortuna”. “Avevo fatto un provino per un altro ruolo – dichiara Vanni Bramati, attore pugliese nel ruolo del padre di Lorenzo e l’ex di Viola –, ma è stata un’esperienza umana prima che professionale. Quello che mi ha più stupito di Simona è l’estrema generosità umana mentre giravamo il film, al di là del tema che ci riguarda tutti. Riconosciamo che la famiglia ha una importanza fondante ma la definizione stessa di famiglia allargata ci avverte che qualcosa ci è sfuggito. Ognuno ha delle ferite, delle cose non dette, ed è anche
costretto a subire qualcosa nelle relazioni affettive”. “Leggendo la sceneggiatura sono stata travolta da un’onda di felicità – racconta Valentina Cervi, nel ruolo della sorella lesbica, Aida -, poi ho capito perché. Io vengo da una famiglia molto allargata (mio padre ha avuto 4 figli da 4 donne diverse), dove, tra non detti e sorrisi, si cercava di stare insieme. Nel film ognuno ha la possibilità di dire come sta – e anche vaffa…- e come vive certe cose, mi ha dato una sensazione liberatoria vedere tutti i personaggi con questa personalità. Un film nato in maniera
sgangherata, ma positiva; con pochi soldi, pochissimo tempo (tre settimane di riprese), una sensazione di precarietà che il film aveva produttivamente e Simona era il capitano che ci incoraggiava, non abbandonava mai il campo e, nonostante questa insicurezza, ci faceva ripetere le scene anche 50 volte. Questa follia e questa irriverenza erano la spinta del desiderio di raccontarla”. “Mi sono divertita tantissimo, anche se ho la piccolissima parte di Carmen (la terza sorella, bipolare ndr) – dice l’attrice teatrale Veruska Rossi -, grazie a Simona, grande co di emozioni, di amore, di cultura e di
follia, grazie ai colleghi e al partner, soprattutto Maurizio (Casagrande), è stato bellissimo lavorare con lui. Il mio personaggio è fragile e ha paura di tutto, dell'età, della famiglia e dell'abbandono, e la combatte con modi e vestiti colorati. Ed è venuto fuori un piccolo concerto, con piccole stonature”. Infatti, Maurizio Casagrande, che è l’ex marito dichiara: “Sono massacrato da una ex moglie che ancora forse amo. Anch’io mi sono divertito tantissimo e ho apprezzato – Simona è genialmente folle – il fatto di scoprire che la scena non è più come pensavi, con cambiamenti anche radicali, perché per lei la scrittura non è mai chiusa. Una cosa che all’inizio ti spaventa, ma in questo disegno che a volte ti sfugge lei ha le
idee molto chiare e se ti lasci andare all’onda hai il piacere di conoscere un altro modo di fare, di sperimentare nuovi momenti emotivi. Simona mi ha dato l'occasione dopo più di 30 anni di conoscere un altro modo interessantissimo di lavorare”. “Il film non l’ho visto ancora tutto – confessa Mariano Rigillo nel ruolo del padre delle tre sorelle -, ma mi ha fatto un’impressione particolare: in questa famiglia tutti sono pieni di cicatrici e l’esempio più concreto è il mio personaggio, che non le porta solo dentro ma anche sui polsi per un tentato suicidio, al
neggiatura e ho intuito come lasciarmi andare sul tono della voce, che è fondamentale, e ho seguito lo ‘spartito’ di
Simona. Infatti, posso dire che lei ha l’orecchio di un musicista. Tanto che avrei fatto volentieri la colonna sonora del film se non fosse che il tempo era poco ed ero impegnato col tour mondiale”. La musica, invece, è stata composta e orchestrata da Paolo Vivaldi con la collaborazione di Alessandro Sartini, mentre la canzone del film è stata composta dal ‘nipote’ diciassettenne della regista Tommy (Tommaso) Venditti, figlio di Francesco e nipote di Antonello. Nel cast anche Marco Cocci (Yuri), Myriam Catania (Martina), Niccolò Cancellieri (Sergio), Pietro Nuccorini (Lorenzo bambino), Maiga Balkissa (Balkissa). José de Arcangelo Nelle sale italiane dal 20 aprile distribuito da Notorious Pictures in 157 copie

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