giovedì 6 aprile 2017

Sul palcoscenico della loro lussuosa casa, la guerra segreta di una coppia borghese in "Piccoli crimini coniugali" di Alex Infascelli con la coppia Sergio Castellitto-Margherita Buy

Dal libro best seller e la successiva commedia teatrale di successo internazionale del francese Eric-Emmanuel, il film omonimo “Piccoli crimini coniugali”, sceneggiato (con Francesca Manieri) e diretto da Alex Infascelli, con la coppia Sergio Castellitto-Margherita Buy. L’argomento non nuovo è la guerra matrimoniale,
in un gioco spietato fra verità e menzogna, realtà e finzione, teatro e vita. Ma stavolta uno dei partner, lui, è lo smemorato, altro tema/personaggio da tempo approdato sia sul palcoscenico sia sul grande schermo. Dopo un misterioso incidente domestico Elia, scrittore di gialli, torna a casa dall'ospedale, con la presunta moglie Lisa (mai nominata per la verità), completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda
nemmeno l’incidente, non riconosce più neppure la consorte, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia, pezzo dopo pezzo, cercando di oscurarne le ombre. Forse. Pian piano che vengono alla luce informazioni dimenticate si insinuano delle crepe: sono molte le cose che non tornano nel racconto (della moglie?). Un dialogo terapeutico fra attrazioni e litigi, una spiazzante alternanza di amore e risentimento, finti ricordi e vere paure. Ma chi mente dei due? Sono veramente quelli che dicono o credono di essere?
Lo scoprirete tra reazioni e gesti, ironia e violenza verbale, misteri e segreti perché man mano, tra suspense e timore, il film – ovvero il rapporto fra i due – diventa un thriller dei sentimenti in cui i protagonisti si metteranno a nudo, verranno a galla egoismo e rancori, amore e odio perché anche nella coppia non tutto è come sembra, anzi, perché ognuno nasconde la verità sotto una bugia o una illusione. Infascelli mette in scena (l’origine teatrale del testo è esaltata e fedelissima) una guerra coniugale borghese arrivata, forse, alla fase finale in un gioco di rimandi e di battute, in cui non ci sono vincitori
né vinti, ma due persone che hanno consumato il loro rapporto e che ormai non hanno più niente da scambiarsi e/o condividere, nemmeno l’algida e lussuosa, neoclassica e claustrofobica casa (appartenente alla rimpianta Silvana Mangano), sorta di mausoleo ai limiti del kitsch. E’ lei la terza protagonista. L’efficace fotografia è firmata da Arnaldo Catinari, mentre il serrato montaggio è dello stesso Infascelli e le musiche di Costanza Francavilla. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 6 aprile distribuito da Koch Media

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